GIORNO DELLA MEMORIA: STORIA DI UNA NEONATA CHE NON VOLEVA MORIRE

E poi un rumore, quasi un lamento.

“No, non può essere! Deve trattarsi d’aria…” pensa quel ragazzino, poco più che un bambino,  che chiameremo Paolo.

In fondo capita spesso che “sgancino”di brutto.

Soprattutto quando la stanza è così piena, come oggi. Sono così ammassati come sardine che anche quando muoiono restano in piedi. Mica cadono a terra!

Quando poi si apre la porta e vengono tirati fuori uno a uno – “Tu lo prendi per le braccia, io per i piedi ok?” –  la posizione da eretta passa a orizzontale, l’addome si piega e l’aria di stomaco e intestino comincia a muoversi.

Il tempo di ammassarli l’uno sopra l’altro ed ecco che comincia il gran concerto!

Paolo ormai ci ha fatto l’abitudine. Alla morte no però. A quella non si abituerà mai. L’altro giorno tra le mani gli è pure capitato lo zio. Ha fatto fatica a riconoscerlo perché pesava almeno una trentina di chili in meno rispetto all’ultima volta che lo aveva visto. Poi quella voglia sulla fronte.

Sì, era proprio il fratello di sua madre.

“Chissà come sta la mia mamma” si ferma a pensare Paolo.

 “Muoviti Paolo o vengono qui e ci fanno il culo” lo ammonisce il suo compagno, anche lui può avere 13 anni, forse 14…

Così, il ragazzo inforca le forbici e comincia a tagliare. Il suo compito non è quello di trasportare i corpi fuori dalle camere a gas. Lui di “lavoro” taglia i capelli ai cadaveri. Chili e chili di capelli che poi diventeranno parrucche per le donne tedesche da indossare in qualche occasione speciale. Magari a un prima teatrale dove sarà presente il Führer? Sai che figurone!

(Ma signora, non le fanno schifo i capelli di un’ebrea?)

 Poi di nuovo quel lamento.

“Hei, ti dico che l’ho sentito!” dice di nuovo Paolo al suo “collega” il cui incarico invece è di  rimuovere dentiere e ponti.

“Sì, hai ragione! Questa volta l’ho sentito anche io e non era una scoreggia”.

I due cominciano a smuovere i cadaveri, alzare braccia che pesano come macigni, guidati da quel mugolio sempre più vicino. Fino a quando la trovano.

E’ un miracolo.

E’ viva.

E’ nuda come tutti gli altri e fuori fa un freddo cane.

(…e poi chissà perché una volta faceva più freddo, vero?)

La bambina piange, si dimena. Difficile dire quanti mesi abbia…cinque? Forse sette?

Cavoli se è arrabbiata!

Ma ne ha tutte le ragioni: non esce più il latte! La trovano che è ancora attaccata al seno. Lei continua a ciucciare, a tirare.Tira e tira, più forte che può. Ma nulla, non succede nulla.

La sua mamma è morta e il latte si è fermato.

(Poi è latte avvelenato, meglio così dai!)

Quel seno l’ha salvata dalla camera a gas.

I neonati sono più resistenti si sa. Certo la sua mamma non lo avrebbe mai immaginato mentre la stringeva a sé per quell’ultima volta. Non vedeva la sua piccola perché nella stanza la luce era spenta, tutto era buio, ma certo la sentiva: Dio come ciucciava avidamente, quasi non si fermava nemmeno per respirare!

Allora Paolo la prende in braccio e la porta al soldato delle SS.

“Signore, questa bambina è ancora viva. Era ancora attaccata al seno della madre”.

Il soldato non crede ai suoi occhi. E’ davvero incredibile quello che è appena successo.

“Cosa devo fare signore?” chiede Paolo con lo sguardo chino.

Che domande? La “soluzione finale” parla chiaro: sterminare la popolazione ebrea tutta, senza eccezioni.

Così il soldato prende la pistola e, senza esitazione, la lancia in aria e mira alla testa della neonata.

Così come se stesse sparando a un piccione, preme il grilletto.

“Muori schifosa!” urla la guardia.

Poi la getta sul cumulo degli altri cadaveri. Il suo corpicino, ora sporco di sangue, finisce lontano dalla sua mamma. Ma che importanza ha?

Adesso finiranno entrambe nei forni crematori e così resteranno per sempre insieme .

 ————————————————————————————

Questo è il mio personale racconto di una storia realmente accaduta.   I dialoghi e i nomi sono inventati ma quella neonata è esistita veramente. I fatti sono andati proprio così.

Questo racconto mi è stato ispirato dallo speciale del Tg1 “I bambini della Shoah” di Roberta Olla, fra i tanti documentari sull’argomento, forse il più toccante che abbia mai visto. Prendetevi un attimo, per favore. Ne vale la pena e mostratelo ai vostri figli più grandi. Per dimenticare.

 ————————————————————————————

Il 27 gennaio è il giorno della Memoria. Questo è il mio contributo per non dimenticare mai quello che è successo perchè non accada mai più, affinchè nessuna razza, nessuna religione, nessuna persona si senta migliore di un’altra.

Questo 70esimo anniversario lo dedico a tutti i bambini che hanno perso la vita nei campi di concentramento, a tutti quei bambini come Paolo che, anche se sopravissuti ,sono rimasti segnati a vita per tutto l’orrore vissuto.

Erano solo dei bambini.

Questa giornata la dedico a tutti quei bambini che alla domanda “Chi vuole rivedere la propria mamma” hanno alzato la mano senza sapere che, così facendo, sarebbero finiti direttamente nelle camere a gas.

Questo anniversario lo dedico a tutti quei bambini che il “dottor” Mengele ha usato come cavie umane per indicibili esperimenti.

Alcuni di quei bambini oggi sono i nostri nonni. Fra qualche anno non ci saranno più superstiti e testimoni diretti dell’Olocausto e il nostro dovere è continuare a ricordare perché questo non accada mai più.

Mai più.

bambini ad auschwitz

Quello che resta dei giochi, dei vestitini dei bambini di Auschwitz. I più piccoli venivano mandati subito nelle camere a gas perchè considerati solo un peso

IMG_4164

Occhiali, protesi, tonnellate di capelli (gli unici che non possono essere fotografati perchè fotosensibili). Al museo di Auschwitz trovate questo e molto altro. L’unica cosa che resta di migliaia di persone passate di qui, molte delle quali avrebbero potuto essere ancora in vita.

 

scarpe auschwitz

Tonnellate di scarpe trovate dai sovietici oggi esposte nel museo di Auschwitz

IMG_4190

Ad Auschwitz passeggini e sedie a rotelle non possono avere accesso poichè si passa attraverso scale molto strette e il terreno è dissestato. Noi ci siamo arrangiati col marsupio. E’ un giro che dura più di 3 ore per cui è necessario fare a turno

camera a gas auschwitz

La camera a gas di Auschwitz. Dentro sempre dei fiori per ricordare i milioni di persone che qui sono state uccise, non prima di essere ingannate: “Andate a fare una bella doccia. Finalmente potete lavarvi”.

forni crematori auschwitz

Dopo essere passati dalla camera a gas, i corpi venivano cremati nei forni crematori. Le ceneri di quei corpi sono ancora lì, ad Auschwitz, “imprigionate” in un piccolo laghetto perennemente grigio

IMG_4273

Filo spinato ad Auschwitz. Al filo era collegata la corrente elettrica

IMG_4286

L’inconfondibile ingresso di Auschwitz-Birkenau

 

le baracche di Auschwitz

Papàrisparmio tra le baracche di Auschwitz

 

LEGGI ANCHE: Se quando apro il rubinetto e l’acqua è calda, io mi ricordo!

5 APP INTELLIGENTI PER LA GESTIONE DI CASA E DELLE SPESE

App che facilitano la vita e ti aiutano a gestire il budget familiare; ti avvisano se le bollette stanno per scadere o a organizzare le carte fedeltà e le pulizie di casa. E per chi non ce l’ha, anche una nonna virtuale!

 

Che si tratti dei vecchi trucchi della nonna o di applicazioni di ultima generazione, poco importa! Ciò che conta è che semplifichino la vita delle casalinghe e delle donne che lavorano. Se poi fanno anche risparmiare tempo, fatica e denaro, tanto di guadagnato!

Ma quali sono le migliori app per la gestione di casa e delle spese? Voglio cominciare con un’app che occupa un posto speciale nel mio cuore perché l’avevo già progettata nella mia mente, anni fa, quando ancora non era in circolazione. In pratica, una delle mie 180mila idee mai realizzate per mancanza di soldi e intraprendenza. Vi è mai capitato di arrivare alla cassa e di aver dimenticato a casa la preziosa carta fedeltà? C’è cosa peggiore per una mammarisparmio? Ebbene questo problema si può ovviare semplicemente salvando tutte le vostre carte sul cellulare. Grazie ad app come Stocard (qui nella versione per iPhone) che scannerizza il codice a barre delle vostre fidaty card e le organizza in maniera ordinata. Naturalmente si accede solo tramite password. Per cui niente paura nel caso perdeste il cellulare.

app gestione spese di casa

Per tenere sotto controllo tutte le spese di casa, ormai vale la pena lasciare da parte carta e penna e scaricarsi un’app come Home Budget Manager che permette di registrare tutte le entrate e le uscite mensili. Si possono poi avere sempre sotto mano il saldo della banca ed essere avvisati delle scadenze come la retta dell’asilo o la bolletta del gas. Tutti questi dati finiscono poi nelle vostre statistiche e man mano potrete studiare l’andamento dei vostri grafici per capire se siete stati dei bravi risparmiatori.

E poi ci sono le app per le casalinghe, disperate e non. Sapete fare il detersivo per la lavatrice fatto in casa ormai alla perfezione ma avete ancora mille dubbi su quale lavaggio utilizzare con un capo di lana o seta? “Posso mettere una giacca in lavatrice? Un maglione si rovina oppure no?”. A queste e ad altre domande risponde l’app Washapp – il nome ricorda non casualmente l’altra ben più famosa Whatsapp – che in base alle condizioni meteorologiche ti dice anche quanto tempo impiegherà la biancheria ad asciugare.

applicazione per la casa

Se oltre alle macchie, avete problemi anche con la cucina o non sapete come preparavi una maschera di bellezza fai da te come si faceva una volta, potete chiedere a Nonna Mobile, un’app simpatica, ben illustrata e davvero piacevole da sfogliare. Naturalmente anche questa la trovate anche su iOS.

Dove non arriva la nonna però tocca a voi! Nelle faccende domestiche, l’organizzazione e il metodo sono fondamentali. Se siete tra quelle che hanno bisogno di essere spronate, di avere qualcuno che vi dica cosa fare e come farlo, l’app CasaDop è una vera e propria dichiarazione di guerra allo sporco con tanto di pdf da scaricarvi, stanza dopo stanza. Se però proprio non ce la fate o avete bisogno di qualche ora di svago potete affidarvi a Helpling (qui per iPhone), l’app del medesimo gruppo che fornisce pulizie domestiche domicilio a ore. In meno di 60 secondi potrete prenotare un servizio di pulizia per la vostra abitazione (con il codice HELPMAMMA, avete diritto a un’ora gratis, valido fino a fine febbraio!)Questo vuol dire avere una signora delle pulizie che vi dà una mano quando e come volete voi, a norma di legge, assicurazione compresa in caso di incidenti.

helpling

LETTERA DI SCUSE DI UNA MAMMA FRAGILE AL PROPRIO FIGLIO

Scusa figlia mia, anche se non so se leggerai mai questa lettera.

Forse poi me ne vergognerò, forse avrò paura che tu la veda e l’avrò cancellata. Non voglio che tu percepisca che la tua mamma un giorno è stata fragile e che “anche se ti ha voluto tanto bene e tanto te ne vuole”, forse poteva essere una madre migliore.

La tua mamma deve essere il tuo esempio, il tuo sostegno. E non viceversa.

Ma non è facile sai? La maternità non è come te la immagini.

Vedi, ora che sei diventata grande te lo posso dire.

Prima di diventare mamma leggi tanto sull’argomento, tanti post che ti invitano a sorridere su come la tua vita cambierà, quelli “del prima e del dopo”.

lettera di una mamma

Ma per me, di risa, ce ne sono state ben poche.

Non ero pronta.

Forse non si è mai pronti. Ma la verità è che altri lo sono meno!

No, non è depressione post-partum, perchè tu ormai hai due anni e mezzo, adesso mentre ti scrivo.

Sono proprio io che sono così.

Forse, se sarò stata brava, ti avrò fornito gli strumenti necessari per capirmi, senza giudicarmi. Anche se sarà difficile. Lo so!

Vedi questo non è uno di quei post che si leggono in Rete, dove una mamma augura alla propria figlia “indipendenza e libertà di pensiero e di conoscere il mondo”.

Qui ci siamo solo te ed io. In particolare io, con tutti i miei limiti.

E’ che faccio ancora tanta fatica ad accettare tutti i cambiamenti che sono arrivati, così tutti assieme.

E’ colpa mia.

Tu cresci a vista d’occhio e io, invece, non cresco mai. Sono sempre ferma lì, ai nastri di partenza.

Sono ancora troppo figlia per essere mamma. Ma a 32 anni suonati ho pensato che ormai fosse arrivato il momento di metter su famiglia.

Ho  pensato  che ormai ero diventata grande, a 32 anni…

O forse sono solo un’idiota perfezionista, mai contenta; una sempre troppo dura con se stessa.

O forse davvero sono una mamma fragile, una che nella vita avrebbe dovuto fare altro, non all’altezza?

Io non lo so. Davvero.

lettera di una mamma

Credits: photo by Silvia Moioli

Certo che le altre mamme non sembrano sbagliare mai, sai? Io non le frequento però su Internet leggo che riescono a fare tutto. Sì certo si lamentano anche loro – ci mancherebbe! – però alla fine fanno.

Noi non facciamo mai nulla invece.

Io mi annoio pure a giocare con te, lo ammetto. E così spesso passi le tue giornate davanti a un televisore. Ore intere.

Quando dormi, mi sento sollevata, così almeno posso farmi i fatti miei…

Odio, infatti, non poter più dormire quando voglio.

Odio dover cucinare tutti i santi giorni, pranzo e cena, quando io ho sempre mangiato in piedi “affettati al volo, perchè tanto mi basta così!”. Fortuna che c’è nonna che ogni tanto ti prepara qualcosa di fresco, perchè noi  la spesa la facciamo ogni due settimane.

A proposito, sai che in due anni e mezzo, non siamo mai andate a fare la spesa da sole?

La tua mamma, non si fa problemi per girare mezzo mondo in solitaria, però non riesce a fare pochi chilometri con te senza complicarsi la vita.

Senza complicarsi la testa.

“Che sbattimento uscire con te!”: prendi la macchina, il passeggino, i pannolini, porta i sacchetti, tu non mi ascolti e urli…no, no!

Resto a casa!”

Passo il mio tempo leggendo offerte di viaggi su internet, sognando mete lontane da esplorare per riassaporare quella libertà ormai perduta.

Invece “per colpa tua” ora mi devo accontentare di brevi week end in capitali europee.

Volevo visitare i grandi canyon americani… hai presente quelle distese le cui rocce sono plasmate dal vento? Non pensi siano da togliere il fiato?

Eh, purtroppo c’è da camminare un sacco, sai? Sei troppo piccola ancora. Dovremo aspettare chissà quanto!

Che parola inflazionata, questa li-ber-tà vero? Però che sapore travolgente che ha al tempo stesso.

E allora SCUSA se ogni tanto io ci provo ancora a inebriarmene di quando in quando, sognando a occhi aperti qualche momento in cui ci sono solo io, con me stessa, i miei pensieri. E nessuno più.

Scusa, scusa e scusami ancora!

SCUSA per tutte le volte che ti preparo quei risotti in busta che si cuociono da soli mentre le altre mamme postano piatti succulenti e dolci appena sfornati.

SCUSA per tutte quelle volte che la tv ti fa compagnia per ore intere, durante i tuoi pasti, la mattina, il pomeriggio e fino a pochi istanti prima di andare a fare la nanna.

SCUSA se in questa casa non hai orari da bambina: se ti alzi alle 11, mangi alle due e vai a letto a mezzanotte passata.

SCUSA per tutte quelle volte che mi dici “Gua-da!” e io faccio finta di non sentire e mi giro solo alla quindicesima volta.

SCUSA se rimando il bagnetto solo per pigrizia.

SCUSA se mamma non ha mai voglia di uscire e non frequenta altre mamme con bambini (è per questo che ogni volta che ne incontri uno ti illumini così in volto?).

SCUSA se non faccio mai una volta il letto.

SCUSA se mamma si annoia a giocare con te.

SCUSA se resti chiusa in casa per giorni interi.

SCUSA se mamma non è stata all’altezza.

Sì è vero ti ho portata in fascia, non ti ho mai lasciata piangere più di un minuto, ti ho allattata fino a due anni e ancora dormi con mamma e papà. Ho provato a essere un genitore ad alto contatto ma  forse ho chiesto troppo a me stessa.

Forse io non ero come le altre. Iolettera di una mamma quell’istinto materno non ce l’avevo, come le altre.

Tante volte mi sono sentita sacrificata, quando invece le altre mamme dicevano che “questi per i figli, non sono sacrifici”.

Per me  lo erano.

Lo sono ancora.

Mi vergogno di aver pensato, soprattutto nel primo anno, che mi avessi rovinato la vita. Ma i tuoi risvegli notturni continui mi annebbiavano il cervello. Avevo bisogno di trovare un nuovo equilibrio, tra me e te, tra me  e tuo padre.

Sai che nella tua prima settimana di vita, una volta sono andata da tuo papà e gli ho detto: “E comunque io voglio più bene a te che a lei!“. Ma tu sei entrata nelle nostre vite, senza farlo in modo graduale. Sono cose che si fanno in punta di piedi queste, non credi? E invece no, tu di punto in bianco, prepotentemente, mi volevi sempre lì con te, senza soste.

Sai mi sento in colpa per questo “passato sporco”. Per questo sono qui a chiederti scusa.

Non so se questo può bastare.

Ma spero sia già qualcosa e ti prometto, amore mio, che col tempo migliorerò. E che se oggi non mi avrai giudicata, forse vorrà dire che non ho sbagliato tutto.

RICETTA PER FARE LA PIZZA FOCACCIA A FORMA DI TARTARUGA NINJA

Una pizza focaccia a forma di tartaruga Ninja? La Vale ci sorprende ancora una volta non con una torta ma con qualcosa di salato!
Se anche voi volete realizzare la pizza della nostra insegnante della Scuola Di Dolci per Negati, ecco la ricetta.
pizza ninja
Inoltre, se vi piace l’idea che la vostra pizza finisca in un ebook dedicato, la casa cinematografica Universal in occasione del lancio del dvd in blu ray, 3D delle tartarughe Ninja, raccoglierà le ricette migliori in un e-book!
Per partecipare e i dettagli visitate il sito pizzaninja.it

 

Ingredienti:

  • 500 gr di farina 00
  • olio  e sale a piacere
  • 1 bustina di lievito di birra in polvere da 25 gr più due cucchiaini di zucchero (altrimenti 1 cubetto di lievito di birra fresco fatto sciogliere in un po’ di acqua tiepida)
  • circa 300 ml di acqua tiepida
Si uniscono tutti gli ingredienti insieme e si cerca di creare una palla di impasto che non risulti appiccicosa ma allo stesso tempo deve essere bella morbida!
pizza ninja
Per colorare la pasta di verde ho fatto bollire circa 6 cubetti di spinaci surgelati, li ho scolati benissimo e frullati. una volta freddi li ho uniti all’impasto.
Consiglio di avere già gli spinaci freddi prima di fare l’impasto della pizza.
Per fare la pizza ho steso circa metà impasto e ho cercato di stenderla seguendo la forma del viso della tartaruga ninja, poi ho creato la fascia sugli occhi con 4 fette di speck, poi ho farcito la parte sottostante la fascia con speck e brie e ho coperto la parte farcita con altra pasta per la pizza agli spinaci, così da creare l’effetto del muso gonfio!
Dato che mi avanzava un po’ di impasto ho fatto anche la sua manona! E’ una pizza bianca perché è il  preferito delle mie bambine!
Valentina Romano, una mammarisparmio come te
pizza ninja

RICETTA TORTA CIOCCOLATO, COCCO E NOCI CON RIPIENO AL MASCARPONE

torta cioccolato e cocco con nociOgni tanto mi diletto anch’io a fare qualche dolce, non certo con i risultati di Valentina, la nostra insegnante della Scuola di Dolci per Negati. Questa volta ho preparato una torta al cocco, cioccolato e noci, una combinazione di saporti che adoro. Ecco a voi la ricetta!

La torta l’ho ribattezzata mattone di cioccolato e cocco perchè, avendo usato una pirofala quadrata, ha le sembianze di una mattonella ma anche perchè si tratta di un dolce da 850mila calorie…quindi un bel mattone da digerire per la nostra linea. 🙂

Ma un bel “chissenefrega”, non ce lo mettiamo? Non è certo per una fetta di torta una volta ogni tanto che ingrasseremo e poi io sono del parere che quella volta che si sgarra, bisogna sgarrare bene! 

torta cioccolato cocco noci

Per realizare questo dolce servono i seguenti ingredienti:

PER LA TORTA

  • 300 g di zucchero
  • 350 di farina
  • 350 di burro
  • 90 g di cocco essiccato
  • 6 cucchiai di cacao
  • 10-15 noci
  • 1 fialetta di vanillina
  • 6 tuorli d’uovo
  • un bicchiere di latte o panna da cucina q.b.
  • 1 bustina di lievito

PER LA FARCITURA

  • 300 gr di mascarpone
  • 70 gr di zucchero a velo
  • 50 gr di cocco essiccato

Cominciate con l’unire tutti gli ingredienti “polverosi” come zucchero, farina e lievito. Dopo che li avrete ben amalgamati aggiungeteli alla ciotola con burro e 6 tuorli d’uovo.

torta cioccolato cocco noci

Se l’impasto risulta troppo stopposo, aggiungete man mano del latte che vi aiuterà a renderlo più liscio. Ma attenzione, non deve risultare troppo liquido il tutto. Il risultato finale deve essere una pasta morbida e densa.  Non dimenticate infine la fialetta di vanillina.

torta cioccolato e cocco con noci

A questo punto, è carina l’idea di dividere l’impasto in due parti, così da dargli due colori e sapori diversi alla fine. In uno aggiungete il cocco, nell’altro il cacao. Adesso aggiungete anche le noci, che danno un tocco finale fondamentale al palato in termini di consistenza ma soprattutto di sapore.

torta cioccolato e cocco con noci

Prendete una tortiera e spalmate prima uno strato e poi l’altro. Se volete un risultato netto lasciate così. Io invece ho mescolato un pochino, per dare un effetto un po’ variegato all’interno, quando poi andremo a tagliare le fette della nostra mattonella cioccolato e cocco.

torta cioccolato e cocco con noci

Mentre fate cuocere la vostra torta nel forno (180° per 30 min circa, anche se io ho ridotto i tempi di cottura grazie al mio forno intelligente Smartoven di Samsung, avendo nell’ultima parte combinato forno normale con il microonde), preparate la farcitura, che andrete a spalmare poi nella torta una volta che si sarà raffreddata (naturalmente, dopo averla tagliata a metà orizzontalmente).

torta cioccolato cocco noci

Ebbene, la vostra torta è pronta, per finire finalmente nela vostra pancia. Sono sicura che vi piacerà perchè si tratta di uno degli abbinamenti più goduriosi che possiamo trovare in cucina.

Buona merenda, preparatevi perchè è un bel mappazzone in bocca eh…ma di un buonooo! Si vive anche per questo, no? 😉 Con questa torta ho soddisfatto il palato di più di 10 persone.

torta cioccolato cocco noci

BONUS BEBE’ 2016, 80 EURO AL MESE PER I NUOVI NATI FINO AL 2020

Torna finalmente il bonus bebè! 80 euro al mese per tre anni. Ecco il modello dell’Inps per chiedere il bonus bebè. Scopri se anche tu puoi fare domanda e fino a quando!

CHI PUO’ FARE DOMANDA PER IL BONUS BEBE’ 2016?

BONUS BEBE' PANCIONE

Foto credits: Silvia Moioli

Dal 1 gennaio 2015 è ufficialmente possibile richiedere il bonus bebè 2015 di 80 euro per i nuovi nati e per famiglie con un Isee non superiore ai 25mila euro l’anno.

Ne avranno diritto tutte le mamme che soddisfano questi requisiti e che partoriranno entro il 31 dicembre del 2017. Ne avrete diritto fino al compimento dei tre anni del bambino (quindi fino al 2020, per chi partorisce nel 2017 a meno che nel frattempo la vostra situazione economica non cambi…ve lo auguro!).

Naturalmente il bonus bebè per i nuovi nati riguarda anche i bambini adottati e i cittadini extracomunitari in possesso della Carta di Soggiorno di lungo periodo e con residenza in Italia.

ATTENZIONE! Non basta avere l’Isee sotto i 25mila euro l’anno ma è necessario essere residenti in Italia e convivere con il bambino.

Esempio 1: se la madre vive con residenza italiana ma il bambino vive col padre in un altro Stato, questa NON ha diritto al bonus bebè.

Esempio 2: un cittadino non italiano che vive in Italia da tempo ma non ha ancora la sua residenza in Italia NON ha diritto al bonus bebè.

Queste prerogative, residenza in Italia e convivenza col bambino, devono essere entrambe vere al momento della presentazione della domanda.

QUALI LE NOVITA’ INTRODOTTE

  • Dunque il limite di reddito si è ampiamente (e giustamente!) ridotto rispetto ai 90mila euro ipotizzati inizialmente, quando Renzi ne aveva parlato dalla D’Urso.
  • Altra novità importante è che gli 80 euro diventeranno 160 con redditi inferiori ai 7mila euro l’anno (quindi la fame vera!).
  • Dal quinto figlio in poi, non ci sono limiti di reddito. Si può chiedere a prescindere. Si premia forse il coraggio? Eh, eh! 😉

COME SI FA A FARE DOMANDA ALL’INPS PER IL BONUS BEBE’ 2015?

Come al solito, così come nel caso della domanda per i voucher per pagare l’asilo nido e la baby sitter, quando si tratta di fare richieste all’Inps si passa ormai dal pc. Dunque le domande vanno fatte per via telematica, con apposito PIN dispositivo. Resta sempre valida l’opzione di farsi aiutare da Caf e Patronati.

A questo link trovate il fac-simile per il modulo per bonus bebè 2015 all’Inps. Così vi fate un’idea di ciò che dovete avere a portata di mano al momento di compilare la richiesta.

ENTRO QUANDO VA FATTA LA DOMANDA DEL BONUS BEBE’? SI PUO’ FARE ANCHE DOPO I 90 GIORNI?

La domanda va fatta entro 90 giorni dalla nascita del bambino per avere il diritto alle 36 mensilità spettanti del bonus bebè. Se però venite a conoscenza del bonus bebè dopo o magari per impedimenti vari non avete potuto avanzare la domanda (la vostra famiglia era in un altro Paese, il vostro Isee era troppo alto), ecco che potete presentare la domanda anche in ritardo. Gli 80 euro vi verranno corrisposti ugualmente fino al compimento del terzo anno del bambino, solo che avrete perso gli assegni precedenti.

Esempio: se il bambino è nato il primo gennaio del 2015 ma voi fate domanda del bonus bebè a dicembre 2015 (dunque ben oltre i 90 giorni canonici), avrete diritto all’assegno da dicembre 2015 ma avrete perso in pratica tutti i soldi del 2015. Chiaro?

ATTENZIONE!

BONUS BEBE' PANCIONE

Foto by Silvia Moioli Photografer

E adesso se volete farvi due risate (o se siete anche voi tra gli inchiappettati che per pochi giorni o persino ore non avete avuto diritto al bonus bebè, andate a leggervi la classifica degli inchiappettati dal bonus bebè :-))

Credits photo: la bravissima Silvia Moioli che durante la mia gravidanza – quando ancora non avevo il blog – mise in palio un servizio fotografico gratuito! 🙂