L’aborto spontaneo in presenza di sangue, nelle primissime settimane di gravidanza, può essere confuso con le perdite da impianto. Quando si perde del sangue e ci sono dei dolori al basso ventre è d’obbligo recarsi in ospedale. Ecco la mia storia e di come ho capito che la gravidanza si era interrotta.
Premetto che, ora che scrivo, sono in attesa della mia seconda figlia, ormai alla 21esima settimana, ma vorrei raccontarvi di quella volta che, alla sesta settimana, si è interrotta la mia precedente gravidanza, finita in un aborto spontaneo proprio il giorno di Natale del 2015. La bambina che ora porto in grembo è attesa per il 17 dicembre del 2016 e chissà che non nasca proprio il giorno 25!
Ma ecco la mia storia che spero possa essere di aiuto o conforto ad altre mamme che si trovino in questa situazione.
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Non ho mai amato particolarmente il Natale anche se, da quando sono diventata mamma, ha assunto un sapore speciale. E’ proprio vero che è la festa dei bambini!
Di solito a Natale andiamo alle terme, quest’anno però in previsione dell’imminente viaggio in Florida siamo rimasti a Milano e abbiamo cenato (prestissimo!) a casa di mia mamma: lei, mio marito, la piccola e io. Da nemmeno una settimana le avevo detto che Babyrisparmio avrebbe avuto un fratellino o una sorellina e che lei sarebbe diventata nonna bis.
A differenza della prima volta, non sono rimasta incinta “per caso”. Questa gravidanza l’avevamo cercata. Eravamo entrambi molto felici e anche se ormai era la nostra seconda volta, ci sentivamo comunque un po’ sperduti, con quella sensazione che, assieme alla gioia, coglie impreparati tutti i futuri genitori e che ti fa dire: “E adesso?”.
Ma torniamo alla nostra cena di Natale.
Erano circa le sei e mezza, quando dopo aver fatto la pipì, pulendomi, mi sono accorta che la carta igienica era sporca un po’ di rosso.
Non un rosso intenso, piuttosto un misto di muco con qualche grumetto rosso nel mezzo. Non facevo i salti di gioia ma nemmeno ero super preoccupata perchè so che delle piccole perdite possono essere normali in gravidanza, soprattutto durante il primo trimestre.
Inoltre, durante la passata gravidanza, avevo avuto le perdite da impianto.
Le mie perdite da impianto erano state una vera e propria mestruazione (normalmente ho un flusso medio-abbondante che dura 5-6 giorni), coincisa proprio nel periodo in cui avrei dovuto avere il primo ciclo mestruale dopo la fecondazione.
Di solito le perdite da impianto – se ci sono – arrivano qualche giorno prima dell’attesa mestruazione o a cavallo con quei giorni. Ricordo a tutte che non si tratta di mestruazioni bensì di una perdita di sangue, più o meno abbondante, più o meno lunga, che coincide con l’impianto dell’embrione, che risalita la tuba si insedia nell’utero (qualora non eseguisse questo percorso a ritroso, insediandosi prima – ovvero nella tuba – si parlerebbe di gravidanza extrauterina).
Con la mia prima figlia, le perdite da impianto mi durarono circa due giorni e, nella mia ingenuità, pensai a una mestruazione un po’ strana; so invece di casi in cui invece la perdita è singola e/o termina in un paio d’ore. Insomma, in queste cose, la reazione dell’organismo è molto soggettiva. Ricordo anche di non aver provato quel dolore al ventre tipico delle mestruazioni anche se il sangue oltre a essere marroncino (com’è di solito nelle perdite da impianto) era, a tratti, anche di un rosso vivo.
Quando però il giorno di Natale ho visto quel sangue, ho capito subito che non si trattava di perdite da impianto, perchè ormai era troppo tardi. Ero già alla sesta settimana, dunque due settimane dopo l’attesa mestruazione. Ho cominciato a preoccuparmi quando ho visto che il sangue non passava e anzi aumentava: mi sporcava appena le mutandine ma se passavo la carta igienica era sempre lì, sempre più rosso e copioso. Inoltre man mano che le ore passavano, sentivo un dolore al basso ventre, molto simile a quello mestruale: sopportabile ma comunque fastidioso.
Sì, era sangue di un rosso intenso, sangue vivo e il sangue rosso non è mai un bel segnale in gravidanza anche se so di gestazioni finite bene che hanno dovuto affrontare questo stress per tutti i nove mesi. Ma se dovessimo parlare in linea generale, le perdite di sangue rosso vivo nei nove mesi devono allertare la futura mamma che deve quanto prima recarsi al pronto soccorso di ostetricia e ginecologia per un controllo.
Mi raccomando di non cambiarvi le mutande nè di pulirvi quando andate in ospedale, perchè la prima cosa che faranno è quella di controllarvi gli slip o il salvaslip o l’assorbente per verificare l’intensità del flusso e il colore del sangue. Fate anche una foto col cellulare alla carta igienica sporca di sangue se necessario e portatela con voi per mostrarla al medico.
Così ho fatto, la sera di Natale, verso le nove di sera, quando mi sono recata all’ospedale Mangiagalli di Milano, dove dopo un controllo mi è stato detto che andava tutto bene e che “delle perdite di sangue in gravidanza possono capitare, signora!”.
Dall’ecografia transvaginale il cuoricino non era ancora visibile ma l’embrione era lì. L’unica anomalia era la data della gestazione: secondo la ginecologa la grandezza dell’embrione era più vicina a una gravidanza di 5 settimane che non di 6 settimane.
Questo poteva voler dire due cose:
- o la mia datazione era sbagliata e la fecondazione era avvenuta più tardi rispetto ai calcoli di massima (tenendo conto di un’ovulazione corrispondente al 14esimo giorno dopo l’ultima mestruazione)
- o la gravidanza si era interrotta una settimana prima
Naturalmente era vera la seconda.
L’ecografia transvaginale mi è stata fatta prima dalla dottoressa di turno poi dalla dottoressa “apprendista”. La Mangiagalli, essendo un polo universitario, infatti, ospita molti studenti e specializzandi e dunque c’è il rischio di finire anche nelle loro mani. Non c’è nulla di male, anzi, devono pur imparare! Però con la dottoressa di ruolo non ho sentito male, mentre la seconda che mi ha visitata è stata molto brusca tant’è che, nonostante la mia soglia di sopportazione molto alta, mi sono lamentata con un paio di “Ahia!” e “Piano per favore”, per sentirmi poi rispondere: “Tranquilla, non è che la sto usando come cavia” (Sì, ha detto proprio così mentre spingeva la sonda in profondità e al tempo stesso premeva con la mano sul ventre).
Amen.
Forse per mostrarsi sicuri e spavaldi davanti ai propri “superiori”, questi giovani medici tendono a calcare un po’ la mano e a fare il passo più lungo della gamba. Lo dico perchè non è la prima volta che noto questo approccio in Mangiagalli.
Ma andiamo avanti.
Torno a casa con la prescrizione di due ovuli di progesterone da inserire nel canale vaginale (per l’esattezza Progeffik 100 mg) la sera, prima di coricarmi. Il progesterone rilassa le pareti uterine e serve da deterrente per le contrazioni. Fino a un certo a un punto.
Come mi spiegò giustamente la dottoressa del ps, “nel caso di un aborto spontaneo in corso, c’è poco da fare: il progesterone può solo rallentare il decorso degli eventi ma non eliminarli”. Pertanto questi ovuli possono essere utili solo nel caso non vi sia un aborto in corso, altrimenti sono del tutto inefficaci, come lo furono nel mio caso.
Nemmeno 24 ore dopo infatti ero di nuovo al pronto soccorso, questa volta con la consapevolezza che qualcosa non andava sul serio. Le perdite erano aumentate ed erano diventate una vera e propria mestruazione che mi aveva costretto a indossare e cambiare più assorbenti. Inoltre contemporanetamente avvertivo dei continui crampi al basso ventre, questa volta molto più dolorosi, simili a quelli di un ciclo mestruale.
L’ecografia transvaginale sancì quello che già sapevo: non c’era più niente. Non si vedeva nè la camera gestazionale nè l’embrione. Tutto era stato espulso.
Il medico di turno mi ha prescritto il Metergin per cinque giorni, un medicinale che agisce esattamente al contrario del progesterone: fa contrarre l’utero. Ho dovuto prendere due pastiglie al giorno per cinque giorni; pastiglie che nel giro di un paio d’ore mi facevano comparire dei dolori molto forti al basso ventre tanto da costringermi a letto con degli antidolorifici. Il Metergin è anche un antiemorragico che fa sì aumentare il flusso del sangue in uscita per aiutare l’utero a pulirsi bene, ma lo fa in modo controllato (notaste però troppo sangue recatevi nuovamente in ospedale). Infatti non ho dovuto fare nessun raschiamento.
E adesso? Bisognava ricominciare da capo.
Dopo un aborto, i medici consigliano di aspettare almeno un ciclo. A me le mestruazioni sono tornate dopo circa 40 giorni (dopo la prima gravidanza avevo un flusso che si presentava in media ogni 26 giorni).
Questa gravidanza poi finita male era arrivata dopo due mesi di tentativi. La gioia era tanta che lo avevamo già detto alla maestra d’asilo, ad alcuni amici, ai rispettivi futuri nonni bis e persino a nostra figlia. Per questa ragione, con quest’ultima gravidanza, ho aspettato così tanto a dirlo; volevamo essere sicuri che tutto sarebbe andato per il meglio.
Un’esperienza così ti segna un po’. Soprattutto ha segnato i primi tre mesi della gravidanza attualmente in corso perchè, ogni volta che sono andata in bagno, ho avuto paura di trovare la carta igienica sporca di sangue.
Una volta è pure accaduto, dopo uno sforzo più deciso degli altri. Non sono andata al pronto soccorso ma ho mandato la foto alla mia ginecologa che mi ha consigliato di prendere quegli ovuli di progesterone che mi erano rimasti dalla precedente esperienza. In questo caso sono serviti.
Il primo trimestre di questa nuova gravidanza me lo sono passato davvero male (quando già normalmente si è ansiosi perchè ci si domanda se il feto sarà sano o meno…). Avevo paura ad alzare qualsiasi peso e non prendere mai in braccio la mia bambina è stata durissima. Mi sono allarmata stupidamente per le vitamine Centrum Woman (prese negli Stati Uniti) che assumevo ogni giorno, quando ho visto che la razione di vitamina A copriva il 70% del fabbisogno giornaliero (e io mangio molti pomodori, alimento ricco di vitamina A). Questo perchè una dose eccessiva di vitamina A nel primo trimestre può portare a malformazioni del feto (a tal proposito, evitate creme di bellezza che contengano retinolo in questo periodo e prendete integratori specifici per la gravidanza). Pensate che per scaramanzia ho evitato accuratamente di scaricare applicazioni sulla gravidanza, perchè con quella precedente lo avevo fatto da subito.
Insomma mi sono fatta venire mille paranoie infondate ma quando ti capitano cose così, un po’ rimani scottata.
Gli aborti spontanei così precoci, come quello accaduto a me nelle primissime settimane, salvo patologie nella madre che la espongono a fenomeni di poliabortività, sono legati nel 99% dei casi ad anomalie genetiche che non permettono all’embrione di svilupparsi. Dunque, se vogliamo, è una dimostrazione di quanto il nostro organismo sia perfetto che espelle naturalmente ciò che sarebbe incompatibile con la vita.
Sapete cosa mi è pesato di più di questa situazione?
Il fattore tempo.
Aver “perso” sei mesi. Ma non io; Babyrisparmio, che ora avrà quattro anni e mezzo di differenza con la sorella e non quattro anni. Lo so che è una scemata e che sei mesi non sono nulla nell’arco di una vita. Però io sentivo di essere già in ritardo, nel senso che mi sarebbe piaciuto avere due figli un po’ più vicini di età (non troppo, perchè non ce l’avrei fatta fisicamente e psicologicamente e ci tenevo a godermi a pieno ogni sfumatura della mia prima bimba). Sono cose irrazionali, chiamiamole pure stupidate dai…ma è così! 🙂
Adesso aspettiamo la nostra seconda figlia e l’unica cosa che ci importa, ovviamente, è che sia sana. Tutto il resto è passato.
Un augurio e un abbraccio a tutte le mamme che si trovano o si sono trovate nella mia situazione.
E ora che sei arrivata fin qui puoi leggere anche il post del perchè ho dovuto passare tre mesi della mia gravidanza a letto!