PAURA DELL’AUTO DA QUANDO SONO DIVENTATA MAMMA

In giro ci sono un sacco di luoghi comuni, difficile da sradicare anche quando ci sono prove evidenti del contrario. Fra questi c’è proprio quello che riguarda le donne alla guida. Forse gli uomini avranno una guida più agile e sportiva ma non per questo più sicura. Anzi! Il numero dei sinistri che riguardano il gentil sesso sono praticamente identici a quelli delle donne.

Io non mi sento impedita alla guida anche se devo ammettere che da quando sono diventata mamma non mi sento più tranquilla sulle strade a percorrenza veloce come le tangenziali o le autostrade.

Mi fanno particolarmente paura i camion. Perchè con un tir hai poche probabilità di salvare la pelle. Mi spaventa non tanto il fatto di poter morire quanto piuttosto l’idea di lasciare le mie figlie senza un punto di riferimento importante come la mamma.

seggiolino autoisofix

Il seggiolino auto Isofix della Cybex col famoso cuscino

Sentite anche voi questo tipo di responsabilità? Conosco genitori che addirittura viaggiano separati quando devono affrontare un volo aereo…

In ogni caso in autostrada lascio sempre guidare mio marito. Pensare che fino a qualche anno fa, nella compagnia di amiche, ero io quella cui toccava guidare sempre nei lunghi viaggi.

A proposito, lo sapete che sei anni fa quando si è trasferito dalla Colombia in Italia ha dovuto riprendere la patente? Purtroppo tra la i due Paesi non esiste accordo di reciprocità in tal senso, mentre c’è con altri stati come il Perù o l’Ecuador per esempio (sempre che siano ancora validi, dato che è passato un po’ di tempo).

auto usataDopo avervi raccontato come risparmiare sul passaggio di proprietà tra due auto, un giorno vi spiegherò anche come risparmiare sulla patente. Sta di fatto che dopo aver guidato un anno con la patente internazionale, scaduta quest’ultima, ha dovuto sostenere gli esami scritti e orali. Eppure era una persona che aveva già la patente da più di 10 anni!

Non dico che sia stato un male perchè il nostro modo di guidare è molto diverso dal loro e anche la cartellonistica ha caratteristiche diverse.

Nel suo Paese, per esempio, i pedoni non hanno la precedenza.

Lui deve ancora migliorare sui parcheggi, mentre io sono imbattibile, avendo abitato per tanti anni in centro a Milano, vicino ai Navigli, dove te le inventi tutte pur di parcheggiare l’auto.

Johnny è rimasto sbalordito dai “colpetti” che ci si dà tra auto, per farle stare incastrate l’una con l’altra, perchè in Colombia sarebbero motivo di liti furiose. Altresì per lui è strano la “forza” con la quale chiudiamo la portiera. In Sudamerica la devi accompagnare dolcemente; lo capisco perchè le macchine costano davvero tanto in quei Paesi e vengono comperate con enormi sacrifici.

Tornando al discorso uomini e donne, chi guida meglio allora? Noi, in famiglia, come avete visto ci compensiamo…e voi?

Stando al sito di compravendita di auto nuove e usate Automobile.it, che ha realizzato l’infografica Uomini e Donne al volante – Tutta la verità  il mito che vede le donne incapaci di guidare si rivela un falso mito, che esiste più nella percezione di automobilisti, motociclisti e pedoni che nella realtà.

Lo dicevo io!

Vero è che gli uomini guidano più delle donne; rappresentano infatti il 57% del totale degli automobilisti italiani. Non c’è tuttavia grande differenza per quanto riguarda l’utilizzo dell’auto: nel 2015, infatti, è stato calcolato che ogni uomo italiano abbia percorso in auto circa 11.500 km., la distanza che collega Roma a Manila. Le donne si fermano però poco prima, a Giacarta, con un totale di 10.600 km e mille chilometri in meno che, nell’arco di un anno, sono meno di 3 chilometri al giorno.

I dati relativi a uomini e donne al volante sono simili anche se si guardano le strade a più alto tasso di pericolosità. In entrambi i casi le strade dove avviene il maggior numero di incidenti sono quelle urbane dove si verifica il 70% dei sinistri “maschili” e il 71% di quelli “femminili”. Sulle autostrade avviene invece il 6% degli incidenti complessivi, sia che alla guida ci sia un uomo sia che ci sia una donna.

Dai dati raccolti e presentati nell’infografica non sembrano esserci dunque differenze sostanziali tra uomini e donne alla guida; le differenze emergono, invece, al momento di scegliere un’auto: gli uomini sono più sognatori mentre le donne sono più pragmatiche e impiegano il 10% del tempo in meno per decidere quale auto usata acquistare.

isofix seggiolino in autoMio marito e io sono anni che parliamo di quale auto acquistare (peccato ci siano sempre altre priorità prima e finiamo col tenerci sempre la stessa vecchia Lancia Musa). Devo dire che come gusti ci troviamo abbastanza: a me piace la Renault Captur e a lui la Nissan Juke, due stili più o meno simili.

Lo studio realizzato da automobile.it ha indagato anche sulle cause alla base del luogo comune. Ve le elenco qui di seguito.

Due possibili ragioni sono distrazione e insicurezza, “difetti femminili” che sarebbero alla base del pregiudizio soprattutto secondo i più giovani. Un’altra possibile ragione è lo stress al volante: gli uomini sono più stressati ma sono più bravi a nasconderlo; quattro donne su cinque ammettono infatti di sentirsi sotto pressione mentre sono alla guida, una sensazione che si trasmette alle persone che si incontrano in strada, siano essi pedoni, altri automobilisti o compagni di viaggio.

Se neanche i numeri riescono a sfatare il luogo comune, bisognerà conviverci.  Nell’infografica viene offerto qualche consiglio su come fare; se quasi una donna su due, infatti, ha la ferrea volontà di smentire questa credenza con i fatti, sono tante le donne che hanno ormai rinunciato e si dicono non interessate a questo pregiudizio oppure rassegnate al fatto che non ci siano soluzioni.
Uomini e donne al volante: tutta la verità in un'infografica
Infografica a cura di automobile.it

TRIO LOVEMOTION DI CHICCO: L’AMORE E L’EMOZIONE DI UNA NEOMAMMA

Da poco sono diventata mamma bis e per la mia piccola ho scelto il nuovo trio LOVEmotion di Chicco: comodissimo per me che abito in città con i suoi 50 cm di larghezza ed elegante nel design. Risultato? La mia piccola e io siamo troppo “chiccose”…ecco la mia recensione di mamma.

 

Quando ho avuto la mia prima bambina, Flor, non avevo idea di quanto importante fosse la scelta del trio. Più o meno uno valeva l’altro dato che in quel periodo non navigavamo certo nell’oro; accettammo quindi di buon grado il trio di seconda mano che era stato di mio fratello 10 anni prima. Del resto “a caval donato non si guarda in bocca…”.

Subito però ci rendemmo conto che il trio è uno di quegli oggetti più sfruttati quando arriva un bambino, il passeggino in particolar modo. Il tempo di mettere da parte qualche soldo e acquistammo un passeggino più moderno per trasportare la nostra bambina con praticità.

Proprio quest’ultimo aspetto, secondo me, è il più importante quando si acquista un trio; per un bambino la praticità corrisponde alla sua comodità.

Queste due caratteristiche le ho riscontrate entrambe nel nuovo trio della Chicco LOVEmotion (non trovate che si tratti di un nome azzeccatissimo?

dimissioni mangiagalli

Il giorno delle dimissioni! Possibile sia cresciuta così tanto in soli tre mesi?

 

Questo nuovo trio Chicco ha un telaio largo appena 50 cm, che per chi come me vive in città e deve entrare nell’ascensore per salire in casa o fare lo slalom tra le macchine parcheggiate è un dettaglio fondamentale.

Per queste ragioni non ho mai amato particolarmente quei trio larghi con ruote grandi che fanno invidia a un SUV. Belli da vedere ma alquanto scomodi per la città, al contrario di grande utilità per chi abita in posti con terreni sterrati o in pendenza, tipo la campagna e la montagna.

Quanto pesa il passeggino e quali misure da aperto e da chiuso?

Lo dico subito: il LOVEmotion  non appartiene certo alla categoria degli ultra leggeri, anzi!

Il passeggino, per esempio, pesa 10,5 kg. In compenso queste le misure da chiuso e da aperto:

  • da chiuso appena 48 cm in larghezza per 99,5 cm in altezza e 31,5 cm di profondità
  • da aperto invece sono 50 cm di larghezza per 96 cm di profondità e 97 cm di altezza

trio love emotion

L’aspetto da considerare, oltre al limitato ingombro in larghezza che per esempio ci permette di evitare il ciottolato e i fastidiosissimi san pietrini (vedi foto a sinistra) tipici di Milano, è il rapporto peso/maneggevolezza.

Il peso infatti – che gli conferisce grande stabilità e robustezza – è ben ammortizzato dalle quattro ruote rotanti. Così maneggevole che si può tranquillamente condurre con una sola mano.

Noi abbiamo scelto un colore chiaro, un grigio sabbia denominato sandshell (ma so che c’è anche in blu, per chi ama i colori scuri) perché secondo me più facile da lavare e poi perché, in questa fase della mia vita, apprezzo tutte le tonalità che vanno dal beige allo champagne, che fanno tanto chic!

Per ora abbiamo provato solamente la carrozzina e l’ovetto, poiché la mia bambina che ha appena compiuto tre mesi è ancora troppo piccola per il passeggino (che però è omologato già da 0 mesi con il riduttore).

Anche l’ovetto è omologato 0 mesi col riduttore. Noi lo abbiamo usato solo per brevi spostamenti quando c’è anche la sorellona Flor  e per andare a fare la spesa, così da lasciare libero il bagagliaio, occupato altrimenti dalla navicella.

ovetto Chicco trio

La carrozzina, come si sa, è uno di quegli oggetti di puericultura che si usano pochissimo, perché poi diventano stretti quando il neonato comincia a muoversi troppo. Al tempo stesso, a mio modo di vedere, è uno di quei prodotti indispensabili perché né l’ovetto né il passeggino potranno essere altrettanto comodi per un bebè. 

Il seggiolino in ogni caso ha un poggiatesta regolabile e sembra molto comodo per la mia bambina che appena la metto dentro si addormenta, complice anche l’andamento dell’auto che come sappiamo tutti è soporifero per i piccoli.

L’unico svantaggio della carrozzina è che, per chi ha una macchina piccola come la nostra ovvero una Lancia Musa, è di ritrovarsi il sedile posteriore interamente occupato.

chicco trio bagagliaio lancia

 

La chiusura del telaio è davvero semplice tant’è che non ho dovuto nemmeno guardare le istruzioni del trio (che liberazione questa! Io odio i libretti con le istruzioni). È tutto molto intuitivo con dei numeri che indicano i passaggi da fare per poterlo chiudere.

Il telaio del LOVEmotion si chiude a ombrello. La cosa bella è che una volta chiuso rimane in piedi da solo e che si può fare tutto con una mano, dettaglio fondamentale quando per esempio sia ha il bambino in braccio. Certo non è semplicissimo, bisogna essere abbastanza allenate…io poi sono tendenzialmente impedita in queste cose di agilità!

Un po’ di tempo fa in questo post in cui raccontavo cosa guardare quando si acquista un trio e in particolare un passeggino, mi raccomandavo soprattutto di comperarne uno con il maniglione intero.

Il LOVEmotion ha sia il maniglione unico, sia i due manici, rotanti a 360 gradi, proprio per soddisfare tutte le esigenze: da chi ha bisogno di agganciarvi le borse della spesa a chi invece ha la necessità di spingere con una sola mano, perché magari impegnato al cellulare.

chicco trio love emotion

Ho sempre pensato che i bambini piccoli non potessero annoiarsi, ma forse mi sbaglio perché ho notato che quando usciamo,  noto che Tiara è molto meno inquieta rispetto a quando siamo a casa.

Non a caso quando non riesco a tranquillizzarla tra le pareti domestiche, il metodo che utilizzo è quello di metterla nella navicella e cominciare a macinare chilometri e chilometri. Non credo di essere l’unica a girare come una scema per 30-40 volte attorno al divano, vero?

Tiara inoltre nel primo mese/secondo mese ha sofferto di male al pancino,  fastidi che Flor non ha avuto. Se per le coliche abbiamo usato tanto la fascia, per il rigurgito la soluzione è stata quella di tenerla un po’ alzata da sdraiata; per fortuna questo modello di navicella permette di inclinare il materassino all’altezza della testa e del torace, così da contrastare il reflusso.

Il trio si monta facilmente e ed è tutto intuibile anche senza leggere le istruzioni, cosa che odio.

Non ne avrete bisogno anche voi, vedrete! In caso, potreste utilizzare le video istruzioni disponibili sul sito Chicco.

Le uniche due cose che mi sento di segnalare sono:

  • il bottone che si trova nell’ovetto per aggiustare le cinture che mettono in sicurezza il bambino. E’ un po’ mimetizzato e ho dovuto mettere l’orgoglio da parte e chiamare mio marito per chiedergli lumi (l’esperto in queste cose è lui!)
  • il gancio nero che serve per sganciare la navicella dal telaio posizionato sul davanti. Ve lo segnalo soprattutto nel caso qualche ignaro signore, non si sa mai, volesse aiutarvi a trasportare la carrozzina sulle scale della metropolitana…ditegli di non prendere la navicella da lì ma più in basso, altrimenti si sgancerà dal telaio!

 Il trio è l’oggetto che più ti fa sentire vicina al tuo bambino, soprattutto quando arriva a casa e il tuo piccolo è ancora nella pancia!

Quando lo abbiamo montato, vedendo quella carrozzina vuota in attesa di essere riempita, ci siamo davvero emozionati.

Trio love emotion chicco recensione

Sembrava ieri che aspettavo Tiara e Flor le sussurrava dolcemente dalla pancia: “Ti aspetto sorellina!”

 

 

,  Per esempio, trovate di serie:

  • la borsa per il cambio e un fasciatoio da viaggio
  • il copri gambe imbottito per l’inverno
  • la mantellina per la pioggia
  • La capotte per riparare il bambino dal sole con protezione UV 50 più (dotata anche di una retina per far passare l’aria d’estate)
  • la barra davanti da mettere sul passeggino
  • il kit auto per fissare la navicella
  • il riduttore per il seggiolino
  • una copertina imbottita antivento per la navicella
  • e la base di fissaggio di quest’ultimo

Il LOVEmotion è un buon compromesso tra chi cerca un prodotto di qualità a un prezzo abbordabile, senza dover accendere un mutuo per acquistare un trio che resta la voce più dispendiosa quando arriva un bambino in casa.

Il prezzo al pubblico è di 599 € (visitate questa pagina per tutte le caratteristiche tecniche e per tenere sotto controllo le promozioni online -> https://www.chicco.it/  , ce ne sono spesso!)

Quelli per il trio sono i soldi meglio spesi perché li sfrutterete tutti fino all’ultimo centesimo visto che il passeggino lo userete almeno fino ai tre anni (soprattutto nelle serate estive, durante le lunghe passeggiate lungomare che stroncano qualsiasi bambino…).

Sul passeggino del LOVEmotion, non avendolo usato,  non mi sento ancora di esprimermi ma ve ne parlerò sicuramente più avanti, magari con una bella video recensione.

 Vi basti sapere intanto che il passeggino è  adatto per i bambini da zero a 36 mesi, quindi può essere utilizzato da subito ma come dicevo sopra vi consiglio di usare la navicella finché potete (anche perché ce l’avete!), dove il bambino è sicuramente più comodo almeno finchè non diventa troppo stretto.

 La seduta del passeggino è reversibile, cosa importantissima perché potete averlo fronte strada o fronte mamma, dipende un po’ dei vostri livelli di ansia… Cosa che mi fa pensare che lo terrò fronte mamma fino ai tre anni probabilmente. 😀

Scherzi a parte trovo che sia un dettaglio utilissimo soprattutto per chi ha bambini che soffrono di rigurgito, così da poterli avere sempre sott’occhio.

In questo nuovo trio della Chicco è stata data molta attenzione anche al design e all’estetica. Un paio di settimane fa ero in piazzale Corvetto, ferma al semaforo, e un signore – un ingegnere in pensione che di lavoro disegnava giocattoli – mi ha fatto proprio i complimenti per la bellezza e l’eleganza della carrozzina.

E visti i soldi che bisogna spendere inevitabilmente per un trio è piacevole che quest’ultimo sia a sua volta piacevole alla vista!

 

carrozzina chicco

 

Che ne dite? Anche se sono mammarisparmio non sembro “chiccosa” (gioco di parole col marchio Chccom da leggersi qui però “sciccosa”…da chic! )?

Ok  me lo dico da sola: “Maria…io esco!” 😀

chicco

 

 

 

SE OGGI HO LA GOBBA LA COLPA E’ (ANCHE) DEI MIEI GENITORI

Mi sforzo di stare dritta ma per me, appunto, è uno sforzo! Ho la cifosi e se avessi curato la mia cifosi quando ancora ero una bambina, oggi forse non sarei così gobba. Nel post una visita posturale gratis per i vostri figli perchè prevenire è meglio che curare

 

Postura e benessere sono strettamente legati. I disturbi che possono derivare, ad esempio, da un modo scorretto e continuo di camminare o di sedersi, possono influenzare anche il quotidiano, rendendo la vita molto più difficoltosa, tanto che, per molti, dolori o indolenzimenti diventano dopo tanti anni, quasi scontati. Molti non sanno che il corpo può iniziare ad assumere una postura difettosa già dall’infanzia viene quindi consigliato un controllo periodico della postura che quasi spontaneamente un corpo può assumere.

gobba cifosi bambini

Scusate la qualità della foto ma ci tenevo a mostrarvi bene la mia gobba 🙂 che in quel periodo di particolare magrezza, si notava ancora di più

Io per esempio ne avrei avuto un gran bisogno. Ero una bambina che tendeva a stare gobba e oggi sono un’adulta gobba. Niente di grave, per carità ma la mia postura non è eretta. Sono la classica persona alta che sta sempre con le spalle piegate in avanti, chiuse, un po’ alla Jovanotti per intenderci. Inutile dire che avrei potuto prevenire la cifosi – questo il nome medico – se questa mia attitudine a stare gobba fosse stata curata quando ancora ero piccola.

Non voglio dire che sia tutta colpa dei miei genitori. Ricordo, per esempio, che una volta mamma mi portò in un negozio ortopedico qui a Milano, vicino viale Zara, per acquistare uno di quei corsetti che si portano sotto i maglioni che pubblicizzano anche in tv e vendono ogni tanto su Groupon. Ne ho ancora un paio nel cassetto, perché poi ha continuato ad acquistarmeli anche crescendo. All’epoca costavano davvero molto; oggi con una ventina di euro hai già un buon prodotto. Solo che li avete mai provati? Sono scomodissimi, sembra quasi di indossare una camicia di forza e devono vestire perfetti altrimenti poi fanno male sotto alle ascelle.

corsetti per stare dritti

Insomma, avrete capito che non li ho mai indossati con costanza.

Alle superiori avevo una compagna che per un anno ha indossato un busto in gesso, che ha dovuto portare anche mia cugina per un paio d’anni. Non voglio dire che fosse il mio caso – non ero così grave – però una visita ad hoc, da un ortopedico vero e proprio o da un fisieterapista, non ricordo di averla mai fatta.

Credo che i miei genitori abbiano un po’ sottovalutato la situazione, proprio perché non ero un caso grave, ma solo una bambina che tendeva a stare un po’ in avanti con le spalle, cui bisognava dire ogni tanto: “Stai dritta con la schiena Ilaria!”.

Forse il rimedio più efficace sarebbe stata la fisioterapia. Avrei dovuto allenare ed educare il mio corpo a stare eretto fin da piccola. Non l’ho mai fatta.

D’altrocanto i miei non potevano certo immaginare un futuro di smarthone e computer, dove quando non sei seduto al pc, stai comunque curvo con la testa china in avanti a guardare il cellulare.  Pensate che uno studio ha evidenziato che questa postura equivale a caricare passivamente le vertebre cervicali di 27kg.  Stando al professor Kenneth Hansraj della New York Spine Surgery and Rehabilitation Medicine è questo il peso sulla colonna legato alle inclinazioni della testa (dai 15 ai 60 gradi).

Non so voi, ma io la sera mi ritrovo con le spalle pesantissime e dolenti e mi prende tutto un dolore dorsale quando esagero col computer o cellulare

cellulare e male alle spalle

Ed è questo anche il futuro dei nostri figli, che lo si voglia o no. Ormai i ragazzi studiano su tablet e pc. Lo so perché vedo mio fratello che fa la terza media.

Una prima visita da uno specialista andrebbe fatta prima delle medie però. Mio marito, per fortuna, ha una schiena drittissima e le mie figlie somigliano entrambe a lui ma sono comunque alte, quindi qualche attenzione in più ci vuole con noi.

Flor è ancora molto piccola perché deve ancora fare cinque anni ma ogni tanto la controllo e la faccio chinare risalire piano piano così da controllare che la colonna vertebrale non faccia strane curve quando si “srotola” per tornare in posizione eretta. Sicuramente quando comincerà la scuola e dovrà passare del tempo sui libri, la prima cosa che farò sarà quella di acquistarle una sedia ergonomica.

Scegliere uno specialista è un po’ un appuntamento al buio perché va un po’ a fortuna a meno che non si conosca già qualcuno. Il passaparola è sempre una buona opzione, anzi la migliore oserei dire. Un po’ di tempo fa, se ricordate, ero andata a un incontro in provincia di Varese da cui era nato poi questo post sui fallimenti della vita e su come possono trasformarsi in grandi chances per ricominciare.

In quell’occasione sono venuta a conoscenza di un centro all’avanguardia in questo tipo di trattamenti per curare il mal di schiena negli adulti e controllare anche la postura dei  piccoli. Si tratta del Biomedic Clinic&Research a Villa Guardia, in provincia di Como (tel. 031 928764), dove si può effettuare una visita gratuita con il fisioterapista (il medico in questione si chiama Luca Corvi). Un’occhiata e capisce subito se la colonna del bambino si sta sviluppando bene! Anche se non siete vicinissime fateci un pensiero perché si tratta davvero di tempo speso bene. Magari dopo potete farvi una bella gita a Como, che è davvero una cittadina stupenda!

Ma che cos’è esattamente la Posturologia?

Si tratta di un metodo di valutazione e di trattamento che si occupa di varie patologie o problematiche legate, appunto, alle posizioni assunte dal corpo. Generalmente non si pensa a quante correlazioni possano esserci tra postura e salute. Il nostro corpo infatti è un macchinario perfetto, che funziona al suo meglio se tutti i suoi meccanismi lavorano in sinergia.

bambino con colonna vertebrale storta

Un controllo a questo bimbo glielo farei fare…


Il mal di schiena può avere svariate cause tra cui la gravidanza
e sono milioni gli italiani che ne soffrono. A volte il problema può essere legato ad un’abitudine scorretta o altro aspetti di cui, magari, la persona non è consapevole e che non ha mai preso in considerazione.

Il quadro può essere aggravato dalla sedentarietà, uno stile comunque negativo per il nostro benessere, da diversi punti di vista. Chi svolge, ad esempio, un lavoro d’ufficio è più soggetto a sviluppare una postura sbagliata, soprattutto per quanto riguarda il tratto superiore della colonna vertebrale e del collo.

Una soluzione semplice potrebbe essere quella di guardare il telefonino con meno frequenza, con la schiena in posizione neutra e le scapole retratte. Vediamo, dunque, che a volte basta correggere alcuni movimenti e fare un po’ di attenzione per migliorare; in altri casi, invece, può servire un professionista che aiuti il corpo a ritrovare il suo asse e il suo benessere. Attraverso esercizi specifici, respirazione e massaggi mirati, però, in alcuni casi il dolore può cessare o quantomeno alleviarsi.

COME VENDERE LE COSE CHE TUO FIGLIO NON USA PIU’ SENZA STRESS (IO VADO DOMANI!)

Ho mezza casa da vendere ma non ho tempo nè voglia di stare dietro a mille annunci, trattive estenuanti, spedizioni ecc. Domani vado da Baby Bazar, una catena presente in tutta Italia e non ci penso più. Perchè ricordate: “il tempo è denaro” e per una mamma è oro!

 

Quando sono rimasta incinta della mia prima bambina ho utilizzato moltissime cose che  erano state di mio fratello. Mio padre si è risposato e ha avuto un altro figlio quando io avevo 25 anni. Flor è nata che ne avevo quasi 34, quindi ho usato trio, seggiolone, vestitini e giochi che nove anni  prima erano stati di mio fratello. E non voglio dire che fossero come nuovi ma sicuramente facevano ancora il loro lavoro.

Questo per dire che le cose non si consumano mai. O se lo fanno, lo fanno davvero molto lentamente.

Non sto dicendo che dovremmo usare solo prodotti che sono stati già di altri bambini! Capisco perfettamente che una mamma, magari alla sua “prima volta” , abbia anche il piacere di avere alcune cose nuove per il proprio piccolino. Però nemmeno lasciarsi andare al consumismo sfrenato.

Per dire…ci sono certi Trio in giro che costano quanto un motorino; per non parlare di alcuni vestitini da usare sì e no un paio di volte!

carrozzina inglesina royal

Questa carrozzina in vetrina da Harrod’s a Londra costava più di 1000 sterline. Se esiste è perchè c’è chi la compera. Le ho fatto una foto perchè è davvero  bellissima!

Stando a  Federconsumatori un figlio nel suo primo anno di vita costa tra i 6800 euro e i 14850 euro. Secondo me sono dati esagerati che tengono conto di tutto ma proprio tutto, compresi certi “optional” come culla, box o girello (pensate che nel computo ci sono oltre 700 euro di visite mediche, quando credo che la stragrande maggioranza di noi vada dal pediatra di base o  mi sbaglio?).

Detto ciò, un figlio costa, non c’è dubbio! 

Ma di questi tempi comperare usato non è solo una questione di risparmio ma anche etica. Condividere con altre mamme e altri bambini ciò che non serve più, anzichè buttarlo via o lasciarlo marcire in cantina, è un dovere morale. Lo si può regalare ai più bisognosi, alla Chiesa per esempio, oppure rivendere.

Perchè diciamocelo: due soldini fanno comodo a tutti.

Per questa ragione, sabato mi sono decisa finalmente ad andare a vendere un po’ di cose che erano di Flor e che ho usato pochissimo. Andrò da Baby Bazar a Busto Arsizio in provincia di Varese (ma ci sono tanti altri punti vendita in tutta Italia; potete cercare quello più vicino a voi cliccando su questo sito www.babybazar.it , inserendo la vostra Regione nella colonna di destra).

Baby Bazar è la più grande catena  di usato bambini d’Italia, specializzata nella compravendita di oggetti di puericultura, vestitini, accessori dedicati alla prima infanzia. Potete rivolgervi lì per esempio per un abito da cerimonia per i vostri piccoli (e quanto costano nuovi!), per la bicicletta, per i giochi da giardino, per il trio e molto altro.

sterilizzatore scaldabiberon joycareQuante cose prendiamo pensando che ci serviranno e poi invece non usiamo? Voi ne avete? Io ho lo scaldabiberon, lo sterilizzatore, un porta-enfant con cui non mi sono trovata bene, un riduttore per l’ovetto e una marea di altre cose che sono pari al nuovo. E potrei continuare ma non voglio annoiarvi.

LEGGI ANCHE: 10 cose da NON comperare quando arriva un bebè

E poi ho tantissime cosine, con questa storia del blog, che mi vengono omaggiate dalle aziende. Una vera fortuna, solo che a volte “esagerano” e così mi ritrovo doppioni sparsi per casa.

Ho davvero bisogno di fare spazio e di vendere online non ho proprio tempo; mettere l’annuncio, scattare e caricare le foto ma soprattutto rispondere alle cento domande che ti fanno le persone prima di comperare un oggetto (usare Google, no?)…che noia!

E poi mi stancano le estenuanti trattative al ribasso. Già stai svendendo un oggetto praticamente nuovo e loro anzichè ringraziare, da veri sciacalli, cercano di ottenere ancora uno sconto.

No, non ne ho voglia, oggi ancora meno con un bebè di due mesi da curare.

Per una volta, all’online, preferisco un negozio fisico perchè tanto pensano a tutto loro. In un prossimo post vi racconterò la mia esperienza da Baby Bazar e come funziona.

baby bazar usato bambino

TERMOMETRO PER BAMBINI, QUALE IL PIU’ PRECISO NEL MISURARE LA FEBBRE?

Da mamma di due bambine, una di quasi cinque anni e l’altra di pochi mesi, posso dire di averli provati praticamente tutti. Ecco la mia classifica dei termometri pediatrici: quali i più precisi per misurare la febbre? Quali i più comodi da usare?

L’altra sera toccando Tiara, che ha appena compiuto due mesi, mi è parsa un po’ calda. Noi mamme, avendoli sempre in braccio, sentiamo subito se la temperatura è alterata o meno. A questo punto sono andata a cercare nel cassetto il termometro e mi son spaventata nel vedere la mia collezione di rilevatori della temperatura. Quanti ne ho?
termometro più preciso per bambini
Come molte mamme, in questi anni, ho provato diversi termometri: da quello a infrarossi a quello digitale. Premesso che – se parliamo di misurazioni – come il caro vecchio termometro a mercurio dei nostri tempi, non ce n’è (ma troppo pericoloso, sia per il contenuto che per il vetro!), ho un po’ di cose da dire relativamente alle misurazioni di questi termometri di ultima generazione che in un nanosecondo misurano la temperatura.  Alcune positive, altre meno.

Il termometro Wireless

Fra tutti i termometri di ultima generazione è sicuramente questo lo strumento per la misurazione più preciso. Io ho Temp Sitter di Gima, uscito da poco sul mercato ed è un termometro davvero unico nel suo genere perchè è un termometro a misurazione continua,.  Si posiziona un minuscolo sensore sul busto appena sotto l’ascella del bambino, tenuto fermo da un cerottino. Per me che sono vecchio stampo, l’ascella resta il punto migliore e più comodo dove misurare la temperatura, perchè non devo fare sottrazioni, aggiungere ecc…ma 38 di febbre è 38 e basta!

Invece se misurate dentro l’orecchio, nel retto oppure nel linguine la temperatura è sempre più alta e bisogna togliere 0,5 gradi da ciò che viene mostrato sul display perchè una cosa è la temperatura interna, una cosa quella corporea.

Il sensore parla via wireless con un’apposita app che monitora la temperatura del piccolo nel tempo (se lo vogliamo) per vedere in real time se la febbre stia scendendo o salendo. L’app presente sul telefono ci dice anche le ultime misurazioni ma, cosa ancor più importante, ci avvisa con un allarme quando la febbre supera una certa soglia impostata da noi. Per esempio di notte, mentre dormiamo, ci allerta se la temperatura del piccolo supera i 38,5 gradi ed è magari il caso di somministrare la tachipirina. Questa modalità di misurazione permette di controllare la febbre anche quando il piccolo sta dormendo. Svegliare un neonato o un bimbo piccolo sofferente non è mai piacevole, per questo il mio voto è PROMOSSO!

Il termometro a infrarossi

termometro infrarossiSe ricordate, un po’ di tempo fa avevo postato su Facebook un video di Flor, la mia prima bimba, mentre le prendevo la temperatura sulla fronte con queto termometro. Ebbene, non c’era una temperatura uguale all’altra! Ok, che abbiamo diverse gradazioni di temperatura sul corpo, ma non possono esserci anche due gradi di differenza tra la fronte e la tempia, non trovate? Così una mamma va solo in confusione! Mi sono resa che è un problema riscontrato da tante mamme questo e per tale  ragione mi sento di sconsigliarvi assolutamente l’utilizzo di un termometro a infrarossi. In compenso la misurazione è immediata, appena si punta il termometro sulla fronte, appare la temperatura.  Ma non basta…per questo è BOCCIATO!

Il termometro a forma di ciuccio

termometro a forma di ciuccioQuesto termometro a forma di succhietto, che mi hanno pure regalato ma che ho dovuto regalare a mia volta, potrebbe essere una bella idea perchè aiuta la mamma a misurare la temperatura, soprattutto in quel lasso di tempo che va da pochi mesi a circa due anni, durante i quali i bambini fanno un po’ come vogliono e ascoltano ancora poco la mamma.  Peccato però che se hai due bimbe come le mie che mostrano di non gradire il ciuccio, allora è tutto inutile. Dunque non saprò mai se la loro misurazione è precisa oppure no (è precisa?). Per questo,  per me, è RIMANDATO!

Il termometro digitale

Costa poco ed è quello più simile ai termometri di una volta. Io ne ho due in casa, perchè prima uso un modello e poi l’altro e faccio una media, dato che differiscono sempre un po’ (di molto poco però). Peccato che con i bimbi piccoli sia un po’ complicato tenerglielo fermo sotto l’ascella; deve starci almeno un minuto prima di sentire quel benedetto bip che ci confermi o meno la febbre. Nonostante questo difetto, il mio giudizio complessivo è: PROMOSSO. 

termometro digitale

Il termometro auricolare

Fra tutti forse è questo quello che più mi indispone perchè abbiamo avuto una pessima esperienza a riguardo. E’ il termometro che, spesso, viene usato negli ospedali perchè considerato tra i più termometro auricolareigienici: si mette un piccolo cappuccio di plastica usa e getta, si appoggia il termometro nell’orecchio e, tempo un secondo, si ottiene la temperatura. Peccato sia sbagliata. Ve lo dico perchè in più di un’occasione quando sono andata al pronto soccorso con la bimba con la febbre alta, al momento di misurarla con quell’aggeggio la temperatura segnava tipo 36 e mezzo. Misurata pochi minuti dopo le mie rimostranze con altri strumenti (tipo il digitale sotto l’ascella, vecchia maniera) ecco che la temperatura schizzava sempre sopra i 38. E questo mi è successo in più di un’occasione, in ospedali diversi. BOCCIATO!

Il termometro rettale

termometro rettaleNulla da dire sulla precisione della misurazione. Forse il più preciso dato che è l’unico che va “in profondità”. Però no, non fa per me! Mi fa impressione – soprattutto quando i bimbi sono ancora piccoli e si muovono in maniera incontrollata – mettere la puntina del termometro nel sederino.  Un movimento brusco e improvviso…non voglio neanche pensarci. Per questo, per me, è BOCCIATO.

Tra tutti i termometri presi in esame quello wireless, con semplice cerottino, è sicuramente il più comodo perchè una volta posizionato, resta lì per ore e ore misurando la febbre senza che il bimbo se ne accorga e avvisa la mamma in caso di febbre alta. Non ultimo è super preciso perchè tiene sotto controllo la temperatura in modo continuativo. Costa una quarantina di euro ma sono quegli acquisti che si fanno una volta sola.

termometro app wireless temp sitter

VIAGGIARE COI BAMBINI: CONSIGLI PER UNA VACANZA LOW-COST IN FAMIGLIA

Una mamma sa quanto possa essere difficile coniugare le esigenze dei propri bambini a quelle personali. Da questo punto di vista, viaggiare rappresenta spesso una soluzione ideale per salvare capra e cavoli: una vacanza insieme ai nostri bimbi può infatti risultare un’occasione perfetta per rinforzare il legame col bambino, e per stimolarne la crescita mentale con un’esperienza ricca di novità e di momenti emozionanti. Inoltre, i nostri bimbi sono perfettamente in grado di capire quando le mamme sono felici o tristi: organizzare una vacanza insieme, dunque, sarà anche un momento ideale per rilassarvi e per comunicare loro il vostro stato di tranquillità e di felicità.

Certamente, organizzare una vacanza di famiglia può essere impegnativo e dispendioso. Ecco quindi alcuni suggerimenti su come organizzare una vacanza con i nostri pargoli, senza rinunciare al fattore sicurezza e senza spendere molto!

Individuare la tipologia del viaggio

La prima cosa che dovrete fare è pianificare la vostra vacanza individuando il tipo di viaggio che intendete fare in compagnia del vostro bambino. Da questo punto di vista, potreste ad esempio decidere di organizzare un viaggio dedito al puro relax, magari presso una località balneare. Frequentare una spiaggia comunale presso la località è un modo efficace per evitare di dover affittare ombrellone e sdraio ai prezzi esorbitanti proposti da stabilimenti privati. Oppure potete pianificare una vera e propria avventura, fatta di attività ricreative come le escursioni blande e l’immersione nella natura: entrambe perfette per far divertire il bimbo e fargli respirare aria pura a costo zero. Qualsiasi tipologia di viaggio scegliate, fate sempre attenzione alla sicurezza, e al fatto che la vacanza sia tagliata su misura per il vostro bambino.

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Come scegliere l’alloggio perfetto?

Un viaggio divertente ma anche sicuro in compagnia dei vostri bimbi presuppone un alloggio perfetto per il vostro comfort, ma che possa anche fornirvi la possibilità di svolgere una serie di attività in compagnia del vostro bambino, e di sfruttare una serie di vantaggi pensati apposta per le vacanze in famiglia. Da questo punto di vista, potrete trovare diversi servizi speciali per i bambini nei family hotels Novotel, che offrono programmi verticali dedicati alle famiglie ed una serie di facilitazioni e agevolazioni pensate per i bambini a prezzi decisamente convenienti.

Cosa mettere in valigia?

Innanzitutto le protezioni solari, soprattutto se andate in località balneari. Inoltre, è sempre il caso di prevedere un abbigliamento adeguato, ma senza rinunciare alla presenza di alcuni capi più pesanti, per proteggerlo in caso di maltempo. Infine, essenziali sono il kit di pronto soccorso, le pappe, i pannolini e ovviamente i detergenti per l’igiene intima. Il tutto senza dimenticare i suoi giochini preferiti, che gli terranno compagnia nei momenti di noia e durante il viaggio in aereo.

Che tipo di volo prenotare?

Non tutte le compagnie aeree accolgono a braccia aperte i bambini, e non tutte garantiscono un livello di sicurezza tale da affrontare un lungo viaggio in aereo senza pensieri. Da questo punto di vista, purtroppo, il volo perfetto non esiste: l’unico modo per cercare di andare incontro alla sorte è verificare sul web tutte le opinioni degli utenti che hanno già affrontato un volo insieme ai bimbi con una certa compagnia aerea. In ogni caso, è sempre meglio scegliere voli in notturna con culle, e con la possibilità di effettuare il check-in online.

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