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ALLATTAMENTO AL SENO: UNA QUESTIONE DI TESTA?

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Superate le difficoltà oggettive legate all’allattamento al seno come ragadi, problemi nell’attaccamento, mastiti, resta l’ostacolo più importante da affrontare, soprattutto quando si parla di allattamento al seno prolungato: la testa. La stanchezza, la gente che ti dice “Ma come, lo allatti ancora?”, la voglia di maggiore “libertà”, remano contro. Ciò nonostante, io non ho mollato

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Foto di Adina Voicu in Creative Common

Ogni tanto ripenso al mio percorso di allattamento: una bellissima esperienza, ma non priva di insidie. Allattare non è facile, nemmeno se hai la fortuna di avere latte a sufficienza e una figlia che si attacca subito al seno, come nel mio caso.

Più vado avanti e più mi rendo conto che allattare sia anche una questione di testa.

Io sono una mamma che ha allattato tantissimo.  Ognuno deve fare quello che sente, a patto che alla base di una scelta ci sia una ricerca e consapevolezza…perché quando diventi mamma, non sai cosa ti aspetta! L’istinto ti guida, ma se oggi siamo più attente, lo dobbiamo anche agli studi e alle scoperte che sono stati fatti negli ultimi 50 anni.

Attenzione che si deve porre anche alla propria alimentazione.

Eh sì, l’alimentazione è fondamentale anche in allattamento e non soltanto durante la gravidanza.   Perché tutto parte da lì, mamme, dalla testa! “Il cervello senza la benzina, non funziona” mi diceva sempre mia nonna. A tal proposito, sul sito Nestlebaby.it trovate il servizio pensato da Nestlé Materna “Nutrirsi da Mamma”. Si tratta di un’iniziativa che vi permette di richiedere gratuitamente un programma nutrizionale personalizzato, studiato per voi dai nutrizionisti A.I.Nut.. Basta registrarsi al sito, rispondere a qualche semplice domanda e in poco tempo avrete a disposizione il vostro programma studiato sulle vostre personali esigenze.

Ma torniamo a me.

Dopo un mese e mezzo dalla nascita di mia figlia, avevo voglia di smettere di allattare: troppo faticoso, troppo impegnativo con una bimba che voleva stare attaccata notte e giorno.

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Ancora ridiamo io e papàrisparmio ripensando a tutte le volte che ha dovuto imboccarmi sul divano perché la piccola voleva succhiare (e io a mia volta volevo mangiare e bere, con quella sete pazzesca che ti viene solo mentre allatti e che ti fa capire cosa provi un disperso nel deserto…).

Poi ho capito che gli ormoni, la stanchezza legata alle ore di sonno saltate, lo stress per tutte quelle novità e responsabilità, mi stavano fregando…

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Foto di WerbeFabrik in Creative Common

Eh sì, sarebbe stata davvero una bella fregatura se avessi ceduto allora, decidendo di abbandonare l’allattamento al seno per passare al latte artificiale.

Solo dopo, infatti, ho capito la comodità del seno: sempre pronto alla temperatura giusta, senza doversi alzare, preparare, riscaldare, ma soprattutto la bellezza di tenere la mia bimba lì, tra le mie braccia, con i suoi occhioni neri che mi guardavano e quelle manine che mi accarezzavano e che giorno dopo giorno diventavano sempre più grandi

Il tempo passa in fretta

Ci saranno fasi più dure, in cui vi verrà da dire “Basta, non ce la faccio più!”. Ci sarà la fase in cui cresceranno i primi dentini e qualche volta vi morderà, altre in cui vi tirerà i capelli, altre ancora in cui vorrà il seno per addormentarsi e voi non sarete più libere di rilassarvi davanti a un bel film. Ma poi ci saranno anche quelle in cui, per far passare tutto, basterà offrirle il seno: quando sarà malato/a e non vorrà mangiare oppure quando sbatterà il musino per terra.

Ne è valsa la pena. Quello che ho ricevuto in cambio è un contatto fisico e un amore esagerato che forse – e dico forse – non avrei ricevuto o vissuto così intensamente. E non vi dico la soddisfazione di sentirmi dire oggi “Sai che hai fatto proprio bene ad allattarla anche dopo l’anno?” da chi all’inizio non era affatto convinto perché guidato da vecchi clichè o sentito dire.

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Ricordo che una volta con papàrisparmio andammo da un pediatra che ci disse che l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandava l’allattamento al seno fino ai due anni di età. Sbiancati in volto, uscimmo sotto choc da quell’incontro, pensando che fosse pazzo…anche perché io ero andata lì per chiedergli qualche consiglio per far ciucciare meno mia figlia che all’epoca aveva poco meno di un anno. Ma poi, di nuovo, anche quella era solo una fase, che come tutti i cicli poi si chiudono. Questi momenti di particolare stanchezza di testa combaciavano con i famosi scatti di crescita in cui il bambino per 4-7 giorni chiede molto più latte del solito.

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Io ancora mi emoziono al pensiero di essere diventata mamma. A volte, ancora non ci credo e non mi capacito di aver fatto tutto questo, tutto da sola. E invece, non so come, ce l’ho fatta, anche se sentivo che questo della maternità sarebbe stato un compito troppo grande per me che ero stata molto irresponsabile prima di allora.

Forse è per via di queste mie insicurezze che, una volta scoperta la dolce attesa, ho cominciato da subito a leggere e informarmi. Volevo sapere tutto, anche le cose brutte, anche se mi sconsigliavano di leggere ciò che si trova su internet, soprattutto riguardo al parto. Volevo, però, essere pronta per sapere cosa sarebbe stato meglio fare per me e per la bimba in caso di complicanze. Preferivo partire un po’ spaventata prima piuttosto che spaventarmi troppo durante e trasformare la paura in panico vero e proprio.

La stessa cosa ho fatto per l’alimentazione, per l’allattamento, per lo svezzamento. Online trovate tantissime risorse gratuite da affiancare al corso preparto, dove si affrontano le cose in modo molto veloce e superficiale. A questo link per esempio trovate una serie di guide sull’allattamento da scaricare gratuite, ben fatte e non eccessivamente lunghe per capire subito quali sono le cose essenziali da sapere: cosa evitare in allattamento, cosa mangiare in allattamento, perché allattare al seno è meglio ecc.

Ricordare alle future mamme che allattare al seno è meglio può sembrare banale, eppure sono tantissime quelle che decidono di smettere volontariamente o di gettare la spugna alla prima difficoltà. Serve molta determinazione e pazienza per avviare l’allattamento, senza contare che il personale ospedaliero non sempre ha la voglia di insistere nell’aiutare una mamma a comprendere i meccanismi e i “trucchetti” che sono alla base di una buona riuscita dell’allattamento.

mamma e figlia

Per questo, nonostante il lavoro e la stanchezza, è importante informarsi. Fin da subito, ancor prima che nasca il bambino quando c’è più tempo libero. Inoltre, nei primi mesi è importante recarsi nei centri di sostegno all’allattamento come i consultori specializzati, che offrono un servizio gratuito alle neomamme molto valido (lì potete andare anche a pesare il bambino una volta la settimana). E poi è sempre una scusa per uscire di casa, fare un giro e conoscere altre neomamme come voi.

Ve lo dicevo all’inizio, non sarà sempre facile perché ci saranno momenti in cui il bimbo continuerà a chiedervi il seno come prima più di prima (eh no, l’allattamento non finisce con lo svezzamento come pensavo io all’inzio! J), ma se riuscite stringete i denti.

Perché il seno non è solo alimentazione ma anche amore, coccole, estasi, relax, consolazione. I bambini hanno bisogno di succhiare. La suzione è un meccanismo per stimolare la produzione di serotonina, il cosiddetto ormone della felicità. E sì, per mia figlia il seno è questo: felicità allo stato puro.

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