UN FIGLIO CHE NON ARRIVERA’ PER COLPA DI UOMINI MAI PRONTI E DEL CANCRO

 

Io, Childless, senza figli.

No, non è la stessa cosa di childfree. Questi ultimi sono quelli che NON vogliono avere figli, quelli che, per scelta, decidono di vivere la loro vita di coppia senza cedere al modello di famiglia tradizionale e in Italia, devo dire, ci vuole un bel coraggio. Coraggio, sì! Coraggio, perché i pregiudizi verso le coppie che fanno questa scelta sono notevoli, una donna che non fa figli è donna a metà, un uomo senza figli è un vile, uno che non vuole responsabilità. L’Italia è al primo posto in Europa per numero di coppie childfree. Su questo, pare, siamo riusciti a conquistare il primato.

Tra i 22 e i 30 anni ho vissuto la mia più bella storia d’amore con un ragazzo inquieto, brillante, geniale che allora ben si guardava di pensare alla fine dell’università come al traguardo per cominciare a porre le basi per una famiglia.

Mi ha amata tantissimo.

 

_foto giovanni bassetto GIO0061

Io l’ho amato tantissimo, ammirato, cresciuto e seguito; anche quando io, figlia di una donna che mi ha partorita a 18 anni per amore e non per errore, desideravo da lui un figlio ma lui mi chiedeva di andare a “costruire pifferi in Nuova Zelanda” (cito non invento!).

Perché, io dico, i figli si fanno da giovani, quando hai le forze, l’entusiasmo, l’energia per crescerli e condividerne i gusti e i desideri. Ma a che serve fare la first lady di un uomo che avrebbe, e in effetti ha fatto, una carriera brillante, se questo ruolo non te lo danno appieno? Una first lady fa e cresce almeno 2 figli, porta a spasso il cane e si occupa di cose socialmente apprezzabili come aiuti a donne in difficoltà, raccolta fondi per l’ospedale pediatrico e via andare.

Io sarei stata una first lady senza gli attributi d’ordinanza. Allora scelsi di continuare la strada da sola.

Nei successivi 15 anni molta acqua è passata sotto i ponti.  Non molti, ma alcuni fidanzati si sono avvicendati, ma tutti con le idee del primo. Ho il sospetto che sia stata io stessa a replicare in modo infinito le stesse dinamiche

Non sono di quelle che dicono “li trovo tutti io”. Tra un fidanzato carrierista e l’altro, ho a mia volta dedicato molto tempo al lavoro in cambio di tanta esperienza ma poche vere soddisfazioni! Nonostante responsabilità e risultati raggiunti nessuno si decideva mai a farmi dirigente e io testarda continuavo a dimostrare e dimostrare e dimostrare all’infinito quanto fossi brava!

Risultato: sono quella che oggi viene definita childless, una senza figli. La sorte ci ha messo del suo però! Sette anni fa ho fatto l’esperienza del cancro e questo mi ha ostacolata fisicamente e psicologicamente. Fisicamente perché la chemioterapia e la menopausa chimica che mi hanno indotto per 7 anni hanno causato qualche problemino alle mie ovaie che oggi non sono più in grado di fare il loro “mestiere”; psicologicamente perché non ho avuto la forza di condividere in questi anni i patemi degli esami di controllo, delle brutte notizie, dei demoni che ti stanno col fiato sul collo.

Il cancro è stata una esperienza incredibile! Mi ha insegnato una cosa importantissima: l’attesa.

E ho atteso, ho ricostruito la mia vita piano piano con un nuovo lavoro (il vecchio l’ho perso a causa della malattia), con una nuova visione della vita che è e sarà childless ma anche husbandless (senza marito). Se mi piace? Deve.

Ho pianto tanto quando mi hanno “mandata” in menopausa, ho pianto all’idea che forse, se non avessi perso tutto quel tempo, se non mi fossi affannata così tanto a raggiungere cose irraggiungibili o inutilmente raggiungibili allora forse oggi avrei qualcuno accanto. No, non un marito, un figlio.

Oggi sono un’imprenditrice, lavoro nel sociale, mi occupo di servizi alle famiglie e dedico molto del mio tempo a palare e lottare per la conciliazione vita/lavoro dichi invece i figli li ha avuti. La mia azienda si chiama Spaziocuore* e il pay off è Assistenza al benessere. Non credo debba commentare perché ho scelto questo nome e questo logo!

Elisabetta Favale, una donna che oggi non si “risparmia” più!

* SpazioCuore è un’azienda innovativa e unica nel suo genere poichè offre assistenza “solidale”. Così come esiste il car sharing, perchè non condividere anche le necessità e i costi legati all’assistenza?

Grazie all’idea di Elisabetta è possibile condividere nello stesso condominio, per esempio, la badante, un infermiere, la baby-sitter così da ottimizzre i costi. E sappiamo bene che costi si debba affrontare quando c’è un anziano in casa da assistere 24 ore sue 24. Per farvi capire: la badante può lavorare la mattina al terzo piano e il pomeriggio al quinto. O i bambini possono essere riuniti nela stessa casa e osservati dalla stessa babysitter, condividendone i costi. Insomma tutto a misura di condominio.

Alla selezione del personale e all’organizzazione del tutto,  ci pensa Spazio Cuore, www.spaziocuore.it

 

 

Questa la toccante storia di Elisabetta, che ha deciso di andare avanti, non abbattersi e ricominciare, nonostante i tanti momenti difficili attraversati. “Senza figli e senza marito” dice….”Se mi piace? Deve!”. Eppure sono tante le donne che incontrano l’anima gemella anche dopo gli “anta”. Per cui mai dire mai 😀
E un consiglio che mi sento di dare è quello di scappare subito dagli uomini che non sono mai pronti…che ne dite? Io ne ho incontrati tanti, fortunatamente non ero pronta nemmeno io, però credo non sia giusto sacrificare il proprio desiderio di maternità per un uomo.
Mammarisparmio

FERRO DA STIRO PHILIPS PERFECT CARE: “PERCHE’ PAGARE DI PIU’!”

Scusate la cessaggine...del resto sto stirando!

Scusate la cessaggine…del resto sto stirando!

Forse gli avrò fatto pena dopo aver pubblicato questo post in cui una mammarisparmio spiega un trucco che le permette ormai da anni di non stirare più: piegare alla perfezione i vestiti da bagnati e lasciarli “macerare” per una ventina di ore. 🙂

Chissà…

Sta di fatto  che Philips mi ha scelta come tester del suo ultimo ferro da stiro a caldaia Perfetc Care. Grazie Philips.

Roba seria signori…tanta roba!

E chi lo aveva mai avuto un ferro così tra le mani?

Quando l’ho usato la prima volta, mi sono quasi spaventanta: con quegli sbuffi di vapore: “Ruuoonnnnn…..Ruonnnn!”, che quasi pareva dovesse decollare da un momento all’altro.

Se paragono il mio ferro abituale a questo, a marchio Philips, mi viene in mente il rombo di due auto ferme ai nastri di partenza: una è una Ferrari e l’altra una Matiz  (giusto per citare la mia ex macchina…oggi invece ho fatto carriera e ho un’Audi A2 del 2001!).

Insomma, quello che voglio dire è che la differenza c’è, si vede e si sente.

Visto che io non sono una grande esperta nell’arte dello stiro, ho voluto farlo provare anche al marito e a mia madre (ovvero Nonnarisparmio) per cercare di essere il più obiettiva possibile.

Cominciamo proprio da me.

LA MIA OPINIONE

Il punti di forza di questo ferro da stiro sono essenzialmente questi:

la capacità di riconoscere il tipo di tessuto e quindi di autoregolare la temperatura in maniera autonoma

un serbatoio bello capiente tanto da essere sufficiente per una o più sessioni di stiro e che, cosa più importante, riceve acqua del rubinetto. Per cui non avrete più scuse del tipo: “Oddio, non posso stirare, è finita l’acqua distillata!”(quest’ultimo dettaglio può anche essere annoverato tra gli svantaggi 😉 ).

PHILIPS PERFECT CARE

il fatto di stirare le camicie in maniera impeccabile. Le camicie sono un po’ la prova del nove quando si parla di prestazioni di un ferro da stiro. Ebbene, questo ferro, credetemi sulla parola, non crea le odiate pieghe. Boh, non so dirvi il perchè ma è così. E cosa più importante, non c’è bisogno di pigiare con forza sui tessuti. Scorre, come si vede solitamente nelle pubblicità dei ferri da stiro o degli spray per inamidare gli abiti.

libretto di istruzioni non necessario. Ovvero potete tranquillamente prenderlo e buttarlo nella pattumiera. Per me si tratta di un valore aggiunto non indifferente. Ultimamente quando comperi qualcosa di tecnologicamente avanzato ti tocca passare almeno un pomeriggio a leggere le istruzioni. In questo caso, ricevi il pacco, lo apri, infili la spina e…stiri!

L’OPINIONE DI PAPA’RISPARMIO

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La versione di Papàrisparmio è tutta al maschile…per cui la cosa che lo ha colpito di più nella sua brevissima prova è essenzialmente questa:

il design! E in effetti è davvero invidiabile: questa striscia di luce azzurra che ti aspetti solo che da un momento all’altro si materializzi anche la spada di Luke Skywalker (quello di Guerre Stellari o Star Wars come dicono ora…).

Una valida opzione per le persone che amano stirare al buio 😀

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L’OPINIONE DI NONNARISPARMIO

 – Impugnatura leggera e maneggevole, capacità di raggiungere gli angoli delle camicie grazie alla forma ergonomica del piano da stiro (ecco la ragione tecnica che io non sapevo darvi sopra; del resto l’esperienza conta, come vedete!). E poi, anche lei, è rimasta colpita dal fatto di non dover regolar di volta in volta la temperatura del ferro, che a questo punto possiamo definire “intelligente”. E lei che da giovane, ogni tanto, aiutava la zia che aveva la lavanderia, se ne intende davvero.

IMG_4615Già che c’ero l’ho fatto provare anche alla Cuginarisparmio, anche lei esperta nell’arte del casalingo, anche lei rimasta soddisfatta dal ferro. Questa a destra nella foto, è lei!

Come non rimanerlo del resto?

Quando si dice pagare di più, per avere di più. Una massima non sempre vera a dirla tutta, ma in questo caso è così. Come lo è quasi sempre quando si parla di tecnologia.

Dunque se vogliamo definire qualsi sono i punti deboli di questo ferro, in cima alla lista metto:

prezzo, parliamo di 220 euro a costo pieno ma su Amazon lo trovate anche sui 170 euro. Per un ferro, a mio giudizio, sono tanti ma dovete valutare voi…quanto tempo avete a disposizione? Questo ferro vi fa stirare nella metà del tempo. E il tempo è denaro! Quanto è “rompiscatole” vostro marito sulle camicie? Papàrisparmio, fortunatamente, non è molto rigido ma so che ci sono uomini che per mezza piega fanno certe facce (antipatici!). Per cui valutate: c’è gente cui non frega niente di avere lo smartphone di ultima generazione ma invece impazzisce per i casalinghi. Certamente non è il mio caso! 🙂

 – ingombro.

Non è uno di quei ferri che occupano poco spazio né sull’asse da stiro né nello sgabuzzino. Per cui se avete una casa 2 metri per 2, io penserei a un altro modello.

Detto ciò è davvero difficile trovare altri difetti a questo ferro. 

Spero di esservi stata utile. Intanto il mio vecchio da stiro è andato a mia mamma e quello di mia mamma alla Cuginarisparmio. Per cui una cosa è certa: i ferri da stiro non si consumano mai, per cui prendetelo come un investimento a lungo termine.

Buono stiro a tutte…ahinoi!

LEZIONE 1 – RICETTA PER SCORZETTE D’ARANCIA AL CIOCCOLATO (NON SI BUTTA VIA NIENTE!)

Eccoci alla prima lezione della nostra…
banner scuola torte (1)
La nostra insegnante è Valentina, così appassionata di cioccolatini e dolci da avere una pagina Facebook dedicata alle proprie creazioni in cucina (https://www.facebook.com/pages/Le-mie-creazioni-golose-di-Valentina-Romano/219677238104128).
Nel corso delle prossime settimane, la bravissima Valentina ci proporrà alcune ricette che stupiranno il vostro palato… e il vostro portafoglio. 🙂
E ora bando alle ciance. Che il corso inizi!
Buono “studio”…e #chissenefrega della dieta! 😀
scorza d'arancio
INGREDIENTI: tante scorze d’arancia quanto zucchero.
Io sono rimasta sui 100 g per ognuno, quindi 100 g di scorze di arancia e 100 g di zucchero
Per il cioccolato quanto basta.
scorzette arancia

 

  • Tagliare la buccia dell’arancia cercando di creare degli spicchi senza intaccare la polpa.

 

  • Tagliare gli spicchi delle arance fino ad ottenere delle listarelle lunghe e sottili.

 

PicMonkey Collage

 

 

  • Mettere le scorzette di arancia in acqua bollente per un quarto d’ora a fuoco spento, passato il quarto d’ora rifare la stessa operazione un’altra volta.
  • A questo punto si mettono nel pentolino le scorze, lo zucchero e si ricopre il tutto con acqua. Attenzione, bisogna solo coprire le scorze in superficie perché l’acqua dovrà evaporare tutta, quindi più se ne mette e più tempo ci vorrà per avere il prodotto finito! Si porta a bollore il tutto e si aspetta pazientemente che l’acqua si trasformi in sciroppo di zucchero così da caramellare le scorzette.
  • Quando l’acqua si è quasi esaurita bisogna abbassare  il fuoco e girare continuamente per evitare che lo zucchero bruci e renda amaro il composto! Una volta che le scorze sono belle lucide e l’acqua è evaporata si prende un foglio di carta forno e con l’aiuto di una forchetta si appoggiano sul foglio e si lasciano ad asciugare per due o tre giorni, anche qui non bisogna avere fretta!!!
  • Sono asciutte nel momento in cui toccandole non rimanete appiccicati alla scorza, quindi risulteranno belle lucide ma secche! 

 

LA GUARNIZIONE AL CIOCCOLATO
scorza arancia
  • Sciogliere 100 g di cioccolato fondente a bagno maria.
  • Mettere il cioccolato in un bicchierino alto e stretto per facilitare il “pucciamento”, preparare un foglio di carta forno pulito dove andranno appoggiate le scorze per asciugare.

 

 

IL TRUCCO: quando sciogliete il cioccolato a bagno maria, abbiate cura di non far bollire forte l’acqua ma fatela bollire appena appena, altrimenti il cioccolato, cuocendosi, creerà dei fastidiosissimi grumi.
Ed ecco il prodotto finito! Da proporre alla fine del pasto insieme al caffè o una bella tazza di tè pomeridiano.
Spero vi sia piaciuta questa ricetta,
Valentina, una mammarisparmio! 
scorzette arancia cioccolato

TUTORIAL CUSCINO PEPPA PIG FAI DA TE CON CARTAMODELLO DA SCARICARE E STAMPARE

cuscino peppa

Ormai siamo invasi! Oggi un mio collega conosciuto in un viaggio di lavoro a Madrid quando ero un’apprezzata e stimata giornalista di finanza (certo certo…ma de ché??? 🙂 ), sapendo che ho una bimba piccola e che ho un rapporto conflittuale con la maialina più amata del mondo, per prendermi un po’ in giro mi ha inviato il comunicato stampa relativo al lancio del riduttore per Wc di Peppa Pig.

 

bagno peppa png

 

“In bagno con Peppa Pig”, pure lì? Eh sì, se ne sentiva la mancanza.

Del resto ad alcuni adulti Peppa sortisce ormai questo effetto (senza andare nel dettaglio, ma ci siamo capiti). Sarà quella vocina stridula, sarà la sigla ridondante, sarà che fanno 100 puntate al giorno, sempre le stesse….sarà!

Sta di fatto che io Peppa ogni tanto la amo. Solo ogni tanto però. Perchè, in fondo, quando ho bisogno di staccare un po’ la spina e rilassarmi, lei c’è! Sempre. Peppa la stregona è in grado di ipnotizzare mia figlia davanti alla tv che se mi mettessi a fare il triplo salto mortale in un cerchio di fuoco in salotto, non sarebbe la stessa cosa!

E allora eccomi, di nuovo al lavoro, dopo aver confezionato questa spilla fai da te di Peppa Pig (che ho utilizzato anche per i guanti fai da te), è la volta ora del cuscino di Peppa Pig, da mettere in bella mostra sul divano di casa e da abbracciare mentre si guarda tutti assieme Peppa Pig, con la coperta di Peppa Pig, sporca di sugo caduto dal cucchiaio di Peppa Pig…sì, ci siamo capiti!

Ecco cosa vi serve:

  • del pile rosa maiale. Io l’ho pagato 5 euro e ne ho da vendere ora, che potrei fare tutta la famiglia (non si sa mai 😉 )
  • del filo tipo punto croce, rosa scuro e nero
  • del pannolenci bianco per gli occhi, nero per l’iride e ciclamino per la guancia. Bordeaux per bocca e narici, ma quello ciclamino se volete può andare bene comunque
  • ago, forbici, ditale
  • opzionale: colla a caldo o carta termoadesiva per fare l’applique. L’ago e il filo restano l’alternativa più economica a queste due opzioni.
  • imbottitura per cuscini, ma nulla vi vieta di usare un vecchio maglione che non mettete più o un cuscino da 2 euro dell’Ikea
  • filo di ferro o similari
  • il cartamodello di Peppa Pig che per l’occasione ho realizzato per voi in 4 fogli da adattare al formato A4.

Cominciate proprio dallo stampare il cartamodello qui sotto, sono numerati da 1 a 4. Uniteli con dello scotch, come un puzzle, così vi ritroverete un cartamodello a grandezza naturale, proprio come quello a seguire:

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Ok, ora passiamo alla fase due! Ritagliate le varie sagome del cartamodello: abbiamo occhi, guancia, orecchie e la testa. Prendete le sagome e usatele come guide per ritagliare pile e pannolenci. Lasciate un centimetro di margine al testone, vi servirà. Fate un po’ di prove, prima di posizionare i vari dettagli, come ho fatto io qui sotto (questo è il rovescio e la sagoma l’ho segnata con un evidenziatore rosa).

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Se utilizzate la tecnica dell’applique, ricordate di ridisegnare – usando il cartamodello come guida – le sagome di occhi e bocca. Ma faccio prima a spiegarvelo così…

 

 

Ovviamente non vi servono né il pennarello speciale, né il mini ferro da stiro come nel video…noi siamo mammerisparmio, quindi siamo più rustiche! Eh eh.

Bene, ora avete tutti i vostri pezzi: il testone di Peppa, le orecchie di Peppa, occhi, guancia, iride, narici e bocca (questi ultimi tre disegnateli a mano, guardando il disegno, il cartamodello non serve!).

Applicate tutte le parti che vanno sul faccione di Peppa con l’ago e il filo, oppure come vi dicevo con la colla a caldo o con la tecnica sopra descritta dell’applique. Non dimenticate di ricamare con il punto erba, usando il filo rosa scuro, la linea del naso di Peppa, quella vicina alle narici.

Una volta applicati questi dettagli, dovete fissarli perchè con il tempo non scappino via o si “smollino” al primo lavaggio. Potete farlo a macchina o con il punto festone. Io consiglio quest’ultimo perchè il risultato finale è decisamente più bello a vedersi. Ripeto, siamo mammerisparmio, siamo rustiche e quindi ci piace pure qualche imperfezione e che si veda che l’abbiamo fatto noi. Risparmiopower!

Non sapete fare il punto festone? Bene ve lo spiega lei in un minuto!

 

 

 

Bene, ora abbiamo il nostro faccione con guancia, occhi, naso e bocca incollati – se li avete anche incollati – e fissati con punto festone. Visto da vicino, l’effetto che dovrete ottenere è più o meno questo:

 

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Passiamo alla fase due: le orecchie.

 

Imbottiamole per bene e perchè stiano belle rizzate, mettete dentro del filo di ferro (prendete quello che si usa per fissare le piante oppure chiudere i sacchetti o anche del filo elettrico con del rame dentro può andare bene!). Ok, orecchie fatte! Un pezzetto della base di ogni orecchio dovrà essere “libero” dall’imbottitura perchè lo andrete poi a “legare” con il testone. 

Ora mettete il faccione con i dettagli che avete applicato contro l’altra metà del faccione (dritto contro dritto, si dice in gergo!) e unite le due parti o a mano o a macchina. Io per fare più in fretta ho optato per la seconda. Quando chiudete, ricordatevi di posizionare anche le orecchie e di lasciare un buchetto dove poi inserirete l’imbottitura. 

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Ed ecco il cuscino finalmente finito!

 

 

Ora il problema è capire quanto durerà… 🙂 Una cosa è certa, Babyrisparmio ha apprezzato.

E che volete…io continuerò ad amarla e a odiarla, almeno adesso quando sentirò il bisogno di prenderla a pugni, saprò come sfogarmi!

 

PicMonkey Collage

COME TOGLIERE OGNI TIPO DI MACCHIA CON METODI FAI DA TE (TRUCCHI DELLA NONNA)

Quando alla “tenera” età di 28 anni sono andata a vivere da sola, ho dovuto inevitabilmente fare i conti con quello che per me era un mondo totalmente sconosciuto: lavare e stirare. Eh sì, amici, qui lo dico e non lo nego: sono una bambocciona, una di quelle che è stata a casa con mammà fino a quando le è riuscito, perchè ” come cucina mamma, nessuno mai”, “come lava mamma, nessuno mai” e dulcis in fundo “Ma guarda che è lei che vuole, le piace proprio! E’ che non mi dà neanche il tempo di fare le cose” Sì, come no! 🙂

E se proprio vogliamo dirla tutta, sono anche una di quelle che fino a poco tempo fa, la notte sgattaiolavo dal mio letto per intrufolarmi nel suo, per farmi fare i grattini.

Ma oggi…

oggi le cose sono cambiate.

La mamma sono io e all’inizio sono stati cavoli amari, signori!

Ho dovuto fare un corso accelerato di casalinghismo acuto e imparare tutti i trucchi in pochi mesi. La sfida più ardua in assoluto è stata quella contro le macchie.

Quanti tipi di macchie esistono? E quante tecniche diverse si contano per toglierle (sempre che vengano via…)? C’è da perdersi, davvero!

Per facilitare qualcuno che si trovi o si troverà presto o tardi nella mia situazione, ecco che ho redatto un vademecum su quelle che per me si sono rivelate le tecniche migliori per togliere le macchie più difficili e comuni. Ovviamente i risultati dipendono anche dal tipo di tessuto, quindi prima di fare danni, fate delle prove su una parte di tessuto micro non visibile agli occhi (tipo un angolo interno).

Allora, cominciamo!

MACCHIE NON ALIMENTARI
  • Macchie di cera. Lo dicevamo anche nella nostra pagina facebook. In questo caso la cosa migliore è raschiare il grosso con un coltellino delicatamente, poi mettere la parte interessata tra due fogli di carta assorbente da cucina e stirare. Provare per credere.
  • Macchie di colla. Questa l’ho scoperta anche io da poco: la colla viene via con un po’ di acetone, quello che usiamo per levare lo smalto.
  • Macchie di inchiostro. Bisogna fare una distizione a seconda del tipo di tessuto. Se si tratta di cotone, lino o lana, allora dovete mettere il tessuto sopra una carta assorbente, poi tamponare con un bauffolo di cotone imbevuto di alcol (quello rosa, bello potente!). Se invece il tessuto è sintetico, utilizzate la trielina.

 

Little girl with painted hands by David Castillo - FDP

Little girl with painted hands by David Castillo – FDP

 

 

  • Macchie di gomma da masticare. Una delle più odiose, se non altro fa pure un po’ schifo se la gomma non è la tua! 🙂 Beh, vi stupirò! Basta strofinarci sopra un pezzetto di ghiaccio e ciao ciao macchia.
  • Macchie d’erba. Questa è una di quelle macchie che fan tremare le mamme. La mia faceva così: se è fresca, si tampona con dell’alcol. Guai però a usare questo metodo sulla seta. Per i tessuti di lana e cotone, oltre all’alcol, aggiungete pure 1 cucchiaio di ammoniaca e 3 di acqua bella calda. Vedrete che se ne andrà.
  • Macchi di rossetto. Signori uomini, prendete appunti 😉 Per sgrassare serve dapprima qualche goccia di benzina, poi tamponate con della candeggina ma allungata in abbondante acqua. Se siete in giro non dovrebbe essere difficile trovare della benzina…in ogni caso non presentatevi a casa con il colletto macchiato! Piuttosto dite che siete caduti al distributore 🙂
  • Macchie da ingiallimento. Con queste ci vado a nozze. Soprattutto con i body bianchi di Babyrisparmio. Il trucco qui, dopo attenti e profusi studi, è il seguente: lasciare tutta la notte a bagno con della soda (circa 50 grammi per ogni litro d’acqua).
  • Macchie di ruggine. Tornare a casa con i vestiti sporchi di ruggine, quando ero piccolina, era un must! Vi posso dire cosa fare sul cotone: lasciate agire del succo di limone caldo sulla macchia e poi lavate con dell’acqua e un pizzico di ammoniaca.
  • Macchie di sangue. Anche questo era un classico. Ero una bimba un po’ agitata eh eh! 🙂 Bisogna mettere il capo in acqua fredda (mai calda, perchè si fissa!), lasciatelo a mollo e aggiungete una manciata di sale. Vedrete che risciacquando andrà via facilmente.
  • Macchie di sudore. Queste macchie sono orribili a vedersi. Per toglierle potete tamponare la parte con dell’acqua e dell’ammonianca (la proporzione è circa di 1 a 10, per cui un tappino di ammoniaca, 10 di acqua)
MACCHIE ALIMENTARI
  • Macchie di caffè. Se ve lo siete appena versato addosso, bagnate subito con acqua fredda e poi sciacquate con quella tiepida e sapone. Ma se la macchia ormai si è seccata, utilizzate della normalissima acqua ossigenata 10 volumi e sciacquate.

 

"Cleaning Wine Stain From A Carpet" by Grant Cochrane

“Cleaning Wine Stain From A Carpet” by Grant Cochrane

 

 

  • Macchie di gelato. Un piccolo trucchetto – e non chiedetemi il perchè! – è quello di utilizzare l’acqua frizzante. Poi insaponate e risciaquate.
  • Macchie d’olio. Coprire immediatamente la chiazza con del borotalco. Lasciate agire, finchè si sarà seccato tutto e solo allora spazzolate. Se la trovate ancora lì, allora potete trattarla con della trielina.
  • Macchie di vino. La cosa migliore da fare in questi casi e ricoprire subito la macchia con del sale. Poi appena potete lavate la macchia con del sapone e del succo di limone. Se si tratta di un capo di lana allora utilizzate pure dell’acqua ossigenata o anche acqua e ammoniaca come suggerito in precendenza.
  • Macchie di frutta. Se il capo è bianco, utilizzate dell’acqua ossigenata diluita ed eventualmente qualche goccia di ammoniaca. Se si tratta di abiti colorati allora dovete sfregare per bene con un pannetto imbevuto di succo di limone.

 

Queste le macchie più comuni, ma di sicuro mi sarà sfuggito qualcosa, perchè la guerra contro le macchie è infinita.

E voi conoscete altre tecniche casalinghi per smacchiare i vostri capi o altre macchie che ho dimenticato di menzionare? Fatemi sapere come va con questi suggerimenti e non dimenticate di fare una prova in un angolino interno prima 🙂

SCARICA E STAMPA LA LETTERINA CON I TRE “FIORETTI” DI TUO FIGLIO

Oggi è il primo dicembre e, normalmente, è questo il giorno dedicato alla stesura della mitica letterina a Babbo Natale.

La mia Babyrisparmio è ancora troppo piccola per scrivere la letterina. E lo è anche per parlare e per farsi fagocitare da tutti i flussi consumistici di cui siamo bersaglio ogni giorno in tv e per strada.

Per cui deciderò io eh eh! Evviva la democrazia 😀

Se invece avete figli più grandicelli sarà dura esimersi dal dovergli regalare qualcosa di poco utile e costoso. Ma che volete! Natale arriva una volta all’anno e in fondo è loro festa. Per cui uno strappo alla regola, credo che si possa fare. Meglio una cena fuori in meno, ma un sorrisone in più sui loro volti.

Sulla letterina di Babbo Natale però possiamo risparmiare, senza dover rinunciare a qualcosa di carino e “professionale”. Ok…semiprofessionale! 😀

Vi propongo come alternativa questo file da scricare e stampare (adattandolo a un formato di foglio A4, ovvero quello di stampa). Poi lo piegate in due…ed ecco la vostra letterina di Babbo Natale. Al centro il bimbo scrive il suo nome e sotto, nei tre box, dovrà scrivere le tre cose per cui si impegna seriamente per il prossimo anno.

Che so:

– studierò di più!

– ubbidirò alla mamma

– terrò in ordine la stanza.

Certo, certo…

Sì, insomma tutte quelle cose che gli diciamo di fare tutti i giorni e che – chissà perchè – se gliele dice Babbo Natale, vengono rispettate nell’immediato (almeno per il mese di dicembre 😉 )

Allora cliccate qui sopra l’immagine e poi tasto destro, salva immagine sul tuo pc, e poi stampa! Ricorda di adattare l’immagine al formato A4! 

letterina babbo natale