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GIOCHI IN LEGNO A POCO PREZZO, QUALI GIOCATTOLI PRENDERE?

Non molto tempo fa vi avevo dato qualche consiglio su come scegliere i giocattoli per i bambini piccoli, del perchè un puzzle fosse meglio di un altro e quali giochi avrebbero sicuramente apprezzato i vostri bambini nel tempo.

puzzle bimbi

LEGGI QUI per capire perchè il puzzle di sinistra non va bene

Questa volta voglio parlarvi dei giochi in legno. Solo una moda questa dei giocattoli in legno oppure c’è qualcosa di più?

Cominciamo col dire che, per fortuna, i giochi in legno non costano più un occhio della testa come una volta. O meglio biosgna sapere dove comperarli.

Dove comperare giocattoli in legno a poco prezzo?

Sicuramente conoscerete tutti i giochi in legno di Ikea e poi quelli di Lidl (bisogna aspettare però che facciano la promozione, ciclicamente, per trovarli…quansi si trovano! Perchè vanno letteralmente a ruba). Tra i siti online, trovati tantissimi giochi in legno anche su Borgione (questi sotto nell’immagine per esempio sono tutti sui 7 euro), che ha prezzi per tutte le tasche, visto che vende anche materiale scolastico per le scuole (grandi case in legno, cucine in legno e piattaforme di gioco per più bambini).

giochi in legno neonati

Amo molto i giochi in legno anche se non escludo in toto i giochi in plastica, come faceva una mia amichetta (per volere dei genitori) che abitava al piano di sopra e che, se non sbaglio, faceva la scuola steineriana.

Il vero vantaggio dei giochi in legno è senza dubbio quello di essere più durevoli rispetto a quelli in plastica. Non si rompono mai! Una piccola spesa maggiore a monte viene poi ammortizzata ampiamente negli anni. Lo so bene perchè il 90% dei giochi di mio fratello (quando è nata mia figlia aveva 9 anni!), che mi hanno poi passato, erano di legno. Li ha usati lui da piccolo, li usa ancora oggi la mia bimba e chissà chi li userà poi un domani.

Sicuramente con i giochi di legno non c’è il problema di eventuali sostanze tossiche come quello delle vernici al piombo e di eventuali allergie. Un dettaglio non da poco per i bambini molto piccoli che tendono a mettere tutto in bocca.

Un altro punto a favore dei giochi in legno è quello di essere essenziali, caratteristica che spinge il bambino a essere creativo il più possibile. I giochi in plastica, infatti, sono a volte troppo ricchi di stimoli: colori, luci, suoni, attività…e il troppo stroppia!

Sarà capitato anche a voi di comperare un gioco, convinti che gli sarebbe piaciuto un sacco, e poi invece è stato quasi ignorato? E magari, sarà capitato anche a voi che un mestolo in legno della cucina abbia riscosso un successo inaspettato? Suppongo di sì.

La spiegazione è molto semplice: il mestolo di legno stimola la fantasia, costringe a “fare”, a pensare, produrre…un gioco di plastica, molto spesso, fa già tutto da solo. E per questo motivo, annoia il bambino.

L’altro giorno la mia bimba ha voluto tirassi fuori la scatola con i giochi di quando era piccina picciò. Tra questi c’era anche un grande classico come il trenino in legno (che appunto era di mio fratello). Ebbene sono rimasta sorpresa nel vedere come a 3 anni e mezzo ci giocasse ancora di gusto (il gioco consisteva nel correre intorno al divano, a tal proposito LEGGI IL POST dove ti mostro come è arredata casa mia) .

Oltre al trenino, vi consiglio anche puzzle di legno come questi nell’immagine sotto, una sorta di fattoria parlante vecchio stampo…utile a imparare anche le forme e sviluppare la manualità. Siamo tra i 12 e i 14 euro, davvero poco di più di un classico puzzle.

gioco puzzle in legno

 

Infine un gioco molto versatile che accompagnerà i vostri bimbi per un bel po’ di anni è la memory – tombola (la potete trovare qui a 16, 45 euro). L’hanno regalata a Natale a mia figlia e ama giocarci sia nella versione memory (che già conosceva sul suo tablet per bambini) sia nella versione tombola: si distribuiscono le caselle, si pesca una tessera, si indovina il soggetto dell’immagine e infine si assegna al giocatore corrispondente. Inutile dire che per adesso vince quasi sempre lei…ci sarà tempo per insegnarle anche a perdere. Ma questa è un’altra storia 🙂

memory tombola

La memotombola, questo gioco è davvero bellissimo!

SPORT E BAMBINI, COME RISPARMIARE SENZA RINUNCIARE ALL’ATTIVITA’ FISICA

Lo sport è un bene per i nostri bambini ma può essere un lusso per certe famiglie. Per questo alcune Regioni hanno messo a disposizione un contributo economico per nuoto, calcio, danza ecc. E poi c’è la bella iniziativa del Coni!

Fare sport sin da bambini è importante non solo per i benefici che apporta alla salute ma anche per i valori che promuove dell’amicizia, dell’inclusione sociale, dell’integrazione di realtà differenti e la promozione di sane abitudini.
Tutti i bambini sono dunque chiamati a dedicarsi all’attività fisica che più li appassiona e li attrae ma per le famiglie spesso rappresenta un impegno economico importante tanto che, negli ultimi anni, lo sport dei propri figli a partire da circa 6 anni fino ai 17 ha comportato un costo annuo di circa 560 euro per la palestra.

Con qualche calcolo è evidente che per le famiglie a basso redditto e con più figli a carico diventa proibitivo e potrebbero essere una penalizzazione grave nel processo di educazione e anche per la socializzazione al di fuori dell’ambito scolastico.

Ecco una tabella che ho fotografato dal libro L’Enciclopedia Pratica del Bambino, con le età “ideali” per cominciare un determinato tipo di sport.

sport per bambini

Risparmiare con l’abbigliamento sportivo online

sport e bambiniPer risparmiare tuttavia ci sono diversi modi che si possono sfruttare perché i vostri figli non debbano rinunciare al loro sport preferito. Uno di questi modi è cercare online gli indumenti sportivi per i bambini: ad esempio sul portale Usato.it si trovano occasioni interessanti di abbigliamento sportivo usato pari al nuovo ed estremamente economico.

Se poi non si vuole rinunciare a un capo griffato si possono sempre sfruttare i buoni sconto o i coupon per scarpe o altre attrezzature che possono abbassare il prezzo anche del 50%.

I contribuiti per le attività sportive dagli enti locali

Ci sono due esempi virtuosi di amministrazioni locali che hanno voluto dare un aiuto e un impulso concreto alla voglia di fare sport di bambini e ragazzi che appartengono a quei nuclei con un ISEE inferiore a 12 mila euro annui.
Con l’inizio della scuola nell’autunno 2015 infatti il Comune di Udine ha annunciato di voler dare un contributo per l’iscrizione a qualsiasi disciplina sportiva pari a 150 euro per famiglia e per ogni figlio al di sotto della maggiore età e con non meno di 5 anni.

La cifra è pari alla metà del costo di un’iscrizione ed è valida per l’anno scolastico 2015/2016 e le famiglie hanno avuto tempo di inoltrare la domanda fino al 31 ottobre scorso.

Il comune ha voluto dimostrare la volontà di promuovere fattivamente la pratica sportiva anche in un periodo di crisi.
Sull’onda di questa iniziativa anche il comune di Aviano ha voluto seguire l’esempio e ha messo a disposizione un bonus fino a 300 euro per 3 fasce diverse di reddito, per non lasciare nessuno “a casa”.

Per concludere, è buono sapere che i bambini dai 5 ai 13 anni potranno svolgere gratuitamente per 2 ore a settimana qualsiasi attività sportiva grazie al “CONI Ragazzi“, un progetto per il diritto allo sport promosso insieme alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero della Sanità.

L’occasione verrà data a quei bambini con famiglie economicamente svantaggiate e sarà promossa a tutti i livelli perché possano approfittarne in tanti.

sovvezioni sport

 

CONCORSO PLASMON, SERVIZIO FOTOGRAFICO GRATIS PER TE E IL BEBE’ E MASSAGGIO

Come funziona il concorso Plasmon dedicato alle mamme con regalo sicuro e immediato? Vi racconto l’iniziativa Plasmonperte e anche di come è cambiata la mia vita in un lampo, perchè quello che non accade in una vita può succede in un giorno…

Se questa iniziativa lanciata da Plasmon, ci fosse stata “ai miei tempi”, di sicuro non me la sarei mai fatta scappare.

Anzi, quasi quasi mi (ri)metto a mangiare gli omogeneizzati e biscotti… 🙂 in fondo c’è tempo fino al 15/04/2016.

Non il solito concorso, non la solita raccolta punti che fa impazzire, ma un regalo certo, immediato da richiedere con un semplice scontrino sul sito Plasmonperte.

Vediamo nel dettaglio i regali.

Con una spesa in omogeneizzati/biscotti Plasmon da 10 euro potete richiedere un trattamento olistico per voi o  per il vostro bebè (massaggio neonatale) mentre con 30 euro di spesa in omogeneizzati e/o biscotti (basta fare un po’ di scorta…almeno quando c’erano le promozioni, io facevo sempre così, anche se Plasmon vi dà la possibilità di raggiungere questa soglia in tre scontrini diversi) riceverete in regalo un servizio fotografico professionale per voi e il vostro bambino.

Avete tempo 10 giorni dalla data dello scontrino per registrarvi al sito Plasmonperte che vi raccomando di conservare in originale.

concorso Plasmon

Mamma mia che belli questi regali! C’è solo l’imbarazzo della scelta. Sicuramente non mi farei mancare il massaggio, con quello che costano! Potete scegliere tra Ayurveda, Hot Stone Massage, massaggio antistress, massaggio ayurvedico, massaggio coi fiori di Bach…e tantissimi altri!

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Io vi consiglio il thailandese, perchè le thailandesi – secondo me – sono nate per fare quello! Noi italiani siamo bravi in cucina, loro a fare i massaggi. Ancora me lo ricordo, il massaggio che dovetti fare a un mese e mezzo di distanza dalla nascita di mia figlia: la mia schiena non era abituata a tenere un peso in braccio tutto il giorno nè tanto meno ponevo sufficiente attenzione a una corretta posizione delle gambe durante l’allattamento. Morale della favola, mi sono ritrovata quasi subito con la schiena bloccata e con i dolori della sciatica che mi vibravano su entrambe le gambe. Non trovavo conforto in nessuna posizione quando ero a letto e come sapete, agli inizi, quelle poche ore che si riescono a dormire devono essere – almeno quelle – di qualità!

Ricordo ancora bene il viso della ragazza thai che mi massaggiò perchè fu la mia salvezza!

E pensare che fino a qualche anno prima restavo fuori fino a 5 del mattino e poi andavo subito a lavorare. Bevevo, fumavo, facevo  i bagordi…la vita per me era quello! Finchè poi non mi è più bastato.

Di punto in bianco ero stanca: stanca di uscire, stanca di vedere sempre le solite facce ma anche di conoscere sempre nuove persone, stanca di andare fuori a cena, di andare nei soliti locali. Sentivo che avevo bisogno di qualcosa di diverso.

Sentivo che si era chiuso un ciclo e che doveva aprirsene un altro.

Sì, ma quale?

Quale?

Io che ero single da più di cinque anni, che non avevo più un lavoro stabile dopo aver lasciato il posto fisso per lanciarmi in una nuova avventura, io che a 32 anni non sapevo bene cosa fare della mia vita.

Nonostante queste premesse, ero contenta perchè sentivo un’energia positiva; questo desiderio di cambiamento mi stimolava perchè quell’Ilaria di prima – apparenemente appagata, piena di amici, con un lavoro divertente ecc. – mi stava ormai stretta.

mamme plasmon

Io e il mio zainetto, in una spiaggia pressochè deserta della Colombia, verso il Parco Tayrona

Ho pensato di prendermi una pausa, di dedicarmi a ciò che mi è sempre piaciuto fare: viaggiare per il mondo. Così sono partita per il Sudamerica, zaino in spalla, per otto mesi a vedere, fare, conoscere “e poi si vedrà!”.

Avevo bisogno di cambiare aria, di vedere il mondo, di fare ciò che avevo sempre voluto fare e che forse dopo non avrei più potuto fare.

Avevo bisogno di vivere alla giornata, di non sapere esattamente in quale città mi sarei trovata la settimana seguente, avevo bisogno di parlare con persone di tutto il mondo, avevo bisogno di aprirmi la mente.

Poi è arrivato il momento in cui anche questo non mi bastava più.

Improvvisamente ero stanca di parlare con persone di tutto il mondo, di ripetere sempre le stesse cose, di vedere la centesima cascata o pezzo di mare blu. Ero provata fisicamente da tanto dormire e mangiare male.

La verità è che sentivo che anche quel ciclo si era chiuso e che doveva cominciarne uno nuovo.

Il destino mi ha stretto la mano, perchè durante quel  viaggio di vita ho conosciuto quello che sarebbe diventato mio marito; una persona completamente diversa dal tipo di uomo con cui avevo avuto a che fare prima.

LEGGI ANCHE: Una storia d’amore che dà i  numeri

Ma la vita è così, non sai mai che pieghe può prendere. Non mi sorprendo più perchè ho capito che la bellezza della vita sta proprio in questo: nella sua imprevedibilità, nel cambiamento continuo.

Si cresce, si cambia, ci si evolve.

La sorpresa più bella, la vita, me l’ha fatta tre anni fa, quando è nata mia figlia: “Prima ero solo una donna. Ora, sono anche una mamma” e so che questo cerchio, a differenza degli altri, non si chiuderà mai.

logo_plasmon

 

VIA IL PANNOLINO APPENA NATI CON L’ELIMINATION COMMUNICATION

Elimination Communication, cosa vuol dire? Ce lo spiega Irene che è riuscita a togliere il pannolino molto prima del normale grazie a questa tecnica fatta di ascolto, comprensione profonda, dei segnali che il bambino dà quando deve andare in bagno. Non solo una questione di risparmio ma anche di libertà per genitori e bambino

 

Carissime mamme e future mamme, scrivo questo post a seguito della mia esperienza più che positiva sull’elimination communication, ossia la comunicazione tra neonato e adulto sull'”eliminazione” di pipì e feci.
Si tratta in pratica d‘imparare a capire prima quando il nostro cucciolo deve fare cacca o pipì e aiutarlo a non farsela addosso (e sì, perchè farla in un pannolino equivale a farsela addosso).

Così come impariamo a capire quando i nostri piccoli hanno bisogno di mangiare e di dormire oppure di coccole, allo stesso modo di può imparare a capire quando devono andare al bagno!
Scrivo questo post qui a “casa” di mammarisparmio spinta da vari motivi:  in primis i benefici che ne trae la pelle del bambino, secondariamente l’assenza di stipsi neonatale; non ultimi la possibilità di evitare il “trauma” da spannolinamento dei 2-3 anni e il grande risparmio economico.

elimination communicationPrima si inizia, più sarà facile coordinarsi con il proprio piccolo. Tutta la letteratura pediatrica parla di un controllo degli sfinteri dopo i 18 mesi, ma chiunque pratichi l’elimination communication può tranquiellamente sfatare questo dogma.

Questo in foto è il mio nano a 4 mesi, quando siamo passati al vasino; prima di allora faceva le sue cosine mentre lo tenevo in sospensione, in posizione ranetta sul lavandino o su altri contenitori o all’aperto.

La posizione ranetta in genere stimola l’evacuazione e si usa finchè il bimbo non regge bene la testa o finchè; si riesce a reggere il suo peso in sicurezza.

Come si fa a capire quando un neonato deve fare la pipì?

Innanzitutto ci sono momenti in cui è certo che la faranno:

  • la mattina appena si svegliano;

  • fanno tanta pipì anche dopo i pisolini.

Appena si svegliano bisogna portarli subito al bagno, dicendogli proprio che si va a fare pipì. Così facendo si inizia ad instaurare una comunicazione, proprio mentre fanno pipì.

Mentre fanno pipì bisogna accompagnare la minzione con un suono: io usavo il suono di spinta anche per la pipì perchè poi è più facile per i neonati riprodurlo (però c’è anche chi usa il classico “psss”).

Una volta fatta la pipì si festeggia, elogiando il pupo. (al contrario mai mostrare sentimenti negativi, se non la fanno!).

  • Fanno la pipì e/o la popò durante o dopo la poppata

Molti bimbi fanno la cacca mentre poppano, in questo caso una ciotolina o un muslin o un panno sotto il culetto e via. In inverno è più dura ma presto i bambini iniziano ad aspettare; capiscono che è meglio aspettare piuttosto che farla nel panno. Del resto è molto più difficile farla in un panno che farla liberi…mai provato a farla costretti da un panno o distesi? Spesso impossibile, da qui l’abuso di clisterini, stizzetti, ansie… poveri cuccioli, quando invece è solo un problema di posizione!

Dopo circa un mese, i bambini cominciano a non farsi più la cacca addosso perchè man mano che passa il tempo per loro è più facile riconoscerla e trattenerla, dando il tempo a noi mamme  il tenpo di spogliarli. I segnali che la cacca sta per arrivare sono evidenti: il riconoscibilissimo segno di sforzo sul visino.

Per la pipì è più complesso, ma una volta preso il ritmo si risparmiano tantissimi pannolini!
Nel corso della mia esperienza, tutt’ora in corso, con il mio nanetto che ha nove mesi, ci siamo ritrovati a sporcare al massimo un panno in cotone al giorno in estate e 2 o 3 ora  in inverno.

Sono ormai 8 mesi che Pietro non fa più la cacca. Le pipì, causa freddo, la perdiamo ogni tanto, sopratutto quando siamo in giro o la notte ( per causa mia ovviamente).

Che dire mammine risparmiatrici? Vista la mia esperienza più che positiva non posso che dirvi buttatevi all’ascolto dei vostri bimbi anche per aiutarli con i bisognini, mal che vada almeno le cacche che arrossano i culetti ce le risparmiamo!
Grazie a mamma risparmio per le super dritte e per questo spazio dedicato a tutte noi!

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togliere il pannolino subito

Nemmeno sei mesi e già sul wc assieme a mamma!

Un grazie a Irene che ha condiviso con noi la sua testimonianza. Io pure avevo cominciato questa esperienza di Elimination Communication. Serve molto impegno da parte di noi genitori e pazienza, mai scoraggiarsi quando i bambini sembrano regredire. Per pirgrizia mia (ovviamente bisogna sempre prevedere un certo numero di cambi di vestiti ogni giorno) e perchè vedevo che la bambina non mi dava sufficienti segnali sulla pipì – ma perchè probabilmente non ho saputo capirli io! – ho preferito abbandonare questa strada, non prima però di aver letto uno di questi libri, Via il pannolino! (Il bambino naturale) e Senza pannolino. Come educare al vasino sin dai primi mesi di vita, che vi consiglio, se volete provare l’esperienza dell’Elimination Communication.


IL MIO VIAGGIO IN FLORIDA SALVATO DALLE ASSICURAZIONI

Perchè quando si va negli Stati Uniti è così importante essere assicurati?  Ve lo dico per esperienza personale. Dall’auto a noleggio all’assicurazione sanitaria. Meglio pagare poco prima, che dopo tanto. Sentite un po’ cosa mi è successo…

La prudenza non è mai troppa. Potrei anche dire che prevenire è meglio che curare e che la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benssimo.

E potrei continuare ancora per un po’.

Capirete meglio ora che sto per raccontarvi ciò che mi è successo in Florida, dove abbiamo trascorso due settimane subito dopo le feste natalizie. Siamo partiti per gli Stati Uniti il 31 dicembre e tornati in Italia il 15 gennaio, con un viaggio aereo di ritorno che definire da brivido è riduttivo, dato che su otto ore abbiamo ballato le prime due ininterrotamente.

Volo a parte, il nostro viaggio è stato meraviglioso perché abbiamo affittato un auto e girato la Florida in lungo e in largo.

Ovviamente siamo tornati a casa molto stanchi ma, per noi, queste sono le vere vacanze. Alla “stessa spiaggia, stesso mare” ci penseremo più in là con gli anni. Sono contenta perché da stupida pensavo che con un bambino avrei dovuto rinunciare ai miei viaggi, invece così non è stato.

LEGGI ANCHE: Consigli per non impazzire quando si viaggia con un bebè

L’unico vero inconveniente che ha provato a rovinarci le vacanze già dal primo giorno, lo abbiamo avuto con la macchina. La mattina del primo giorno, infatti, ci siamo accorti che l’auto presa a noelggio da Alamo aveva il parabrezza scheggiato. Eppure la sera prima, quando l’avevamo prelevata, non c’era; una decina di chilometri, dall’aeroporto al motel,  sono bastati perchè succedesse quello che non mi era mai successo in 20 anni di patente (anche se noi non abbiamo sentito nulla, quando invece mi dicono che un sassolino che colpisce il vetro, si sente eccome!).

vetro scheggiato auto in affitto

Ecco la scheggiatura sul nostro parabrezza, grande quanto una moneta da due euro.

Noi non avevamo fatto nessuna assicurazione extra, così come avevo letto di fare nei vari forum prima di partire “perchè le assicurazioni obbligatorie sono già incluse!”.

Peccato che sul contratto rilasciato dal broker intermediario che ci aveva affittato l’auto (noi abbiamo usato auto-noelggio.it ma ci sono anche carrentals.com, rentacar e altri) c’era scritto chiaro e tondo “danni a pneumatici e parabrezza non inclusi”.

assicurazione stati uniti

Il nostro morale ovviamente era a pezzi perchè un danno del genere su un Chrysler 300 C significava sborsare almeno 600 dollari. Altro che risparmio!

A questo punto abbiamo cercato di capire cosa fosse meglio o non meglio fare. Anche qui i forum ci sono stati d’aiuto (soprattutto quello di Tripadvisor). C’era chi consigliava di cambiarlo prima di consegnare l’auto, chi di chiamare subito Alamo.

Il problema con le assicurazioni auto negli Usa è che non si sa mai cosa fare. Le sigle sono molto diverse dalle nostre e in più pare che, al momento di firmare il contratto, cerchino di appioppiarti extra che in realtà sono già compresi. A noi la signorina, per esempio, chiese se, oltre al conducente, volessimo assicurare per eventuali danni subiti anche gli altri ospiti dell’auto (abbiamo detto di no perchè l’assicurazione sanitaria fatta per gli Stati Uniti ci faceva sentire già sufficientemente coperti).

Per fortuna su uno di questi forum, un utente in inglese diceva che tante volte queste società intermediare come auto-noleggio, possono sbagliarsi nello stilare i termini sommari del contratto, avendo a che fare con tante agenzie di noleggio (da Hertz a Budget, da Alamo ad Avis).

Ebbene per fortuna era proprio questo il nostro caso. Chiamando Alamo abbiamo scoperto che  i pneumatici sì non erano coperti, ma lo era invece il pararbrezza!

Che sollievo!

Quindi la dicitura, presente sul contratto del broker, era vera a metà. Dopo questa telefonata che abbiamo avuto il coraggio di fare solo al terzo giorno, rimamendo 48 ore col dubbio, ci siamo sentiti subito sollevati ed è iniziata la vera vacanza!

Si è trattato di una vera lezione per noi. Ho capito che in viaggio vale la pena spendere qualcosina in più ma avere la mente leggera – “che tanto se succede qualcosa, siamo coperti” – piuttosto che stare a fare i micragnosi per 50 euro. Piuttosto un ristorante in meno ma mai più un’esperienza così!

bubba gump miami

Un ristorante in meno sì, ma non rinuncerei di certo a Bubba Gump e ai suoi gamberetti!

Per non parlare della salute, poi. Non è vero, come si pensa, che in America ti lascino morire se non hai un’assicurazione sanitaria; però è vero che per non pagare devi dimostrare di essere nulla tenente. Conosco persone che per leggerezza (“ma sì, cosa vuoi che succeda!), non hanno fatto l’assicurazione medica prima di partire per gli Stati Uniti e, sfortunatamente, si sono rotte un braccio. Ricordo ancora che a una compagna del liceo arrivò a casa un conto da 14 milioni di lire (come son vecchietta!). La mia amica Valli, che gentilmente ci ha ospitati a casa sua a Miami, mi raccontava che una volta il figlio aveva preso freddo in aereo e così gli era venuto un forte mal di gola con febbre. Aveva dimenticato in Italia gli antibiotici che prende sempre in questi casi.

Valli, che abita in un building di 34 piani,  per praticità aveva pensato di rivolgersi a uno dei medici che vivono nel suo palazzo,  pensando di cavarsela con poco (o almeno il giusto!). Sapete quanto le chiesero per una semplice visita e la prescrizione medica per gli antibiotici? 700 dollari. Ovviamente sentita questa cifra ha detto “No, grazie!”, perché fortunatamente anche il figlio, che gira spesso per il mondo, aveva un’assicurazione sanitaria. Hanno chiamato l’assicurazione che poco dopo gli ha inviato un medico a casa. Tutto incluso.

miami florida stati uniti

Il tramonto a Miami visto dalla terrazza del nostro appartamento a South Beach

Quando si tratta di salute c’è poco da scherzare. Non c’è scelta.

Ti rompi una gamba e cosa fai? Non puoi dire: torno in Italia e mi curo. Che poi oggi ci sono anche assicurazioni sanitarie che costano poco  – Essenziale è il nome di quella che ho scelto io. Pensate che con soli 81,15 euro, ho assicurato tutta la famiglia con un massimale di 1 milione di euro per le spese mediche e 250mila euro per responsabilità civile a testa. Avevo provato a fare un preventivo sulla pagina di Facile.it dedicata alle assicurazioni viaggio ma ho trovato prezzi più alti e massimali pressocchè uguali se non inferiori.

Cinque giorni prima di partire ho avuto un aborto spontaneo alla sesta settimana e sono dovuta correre due volte al pronto soccorso (sì, non è stato un gran Natale!). Immaginate se mi fosse successa una cosa del genere negli Stati Uniti e non fossi stata assicurata! Il fatto di avere un’assicurazione sanitaria che mi coprisse mi ha fatto sentire più sicura. Inutile stare a guardare il risparmio e poi magari scivolare su una cosa del genere. Mi raccomando!

Partire sempre assicurati e leggere bene tutte le calusole, perché come dicevo “prevenire è meglio che curare”.

assicurazioni viaggio

PERCHE’ NON FUMARE E BERE IN GRAVIDANZA E’ COSI’ IMPORTANTE

Provare a prevenire la morte in culla non solo seguendo le linee guida come dormire a pancia in su, ma già durante la gravidanza. E’ in quei nove mesi infatti che si gioca il futuro dei nostri figli.

Trecento bambini muoiono ogni anno in Italia per la sindrome da morte in culla, la cosiddetta Sids. Anche per questa ragione, mio marito e io abbiamo deciso di tenere con noi la piccola in camera fate la nannanostra, nel suo lettino. Fra le tante accortezze da prendere in considerazione per evitare la morte in culla sembra ci sia anche questa: dormire nella stessa stanza del piccolo. Del resto la vicinanza ai genitori – non serve essere scienziati per intuirlo – tranquillizza i bambini e ti permette di controllarli da vicino. Altra cosa è il cosleeping, su cui gli esperti si dividono. Io l’ho praticato ma quando Babyrisparmio era neonata ho preferito evitarlo per paura di schiacciare la piccola.

Inoltre diminuiscono il rischio di morte in culla anche queste accortezze:

  • l’uso del ciuccio (poichè la suzione aiuta a mantenere il ritmo respiratorio)
  • non fumare in casa
  • una temperatura della stanza intorno ai 17-20 gradi. Per meglio dire: meglio una stanza un po’ più fresca che un ambiente troppo caldo.
  • non coprire troppo il bambino (no a coperte pesanti, sì al sacco nanna, no a peluches nel lettino)
  • far dormire a pancia in su il bambino (a tal proposito leggete il mio post sulla plagiocefalia, la sindrome della testa piatta, che ignoravo ma con cui ho dovuto fare i conti proprio per il fatto di far dormire sempre a pancia in su la bimba)

Cause certe legate alla morte in culla ancora non ce ne sono. E’ una sindrome che può colpire fino all’anno d’età. Grande clamore ha destato la morte della povera figlioletta della showgirl Claudia Galanti, che era ormai “grandicella”, prossima all’anno.

Quei rantoli che faceva mia figlia di notte e che fanno tutti i neonati appena nati mi spaventavano molto, ma d’altrocanto mi tranquillizavano perchè significava una sola cosa: mia figlia stava respirando.

Per contrastare la morte in culla, alcune mamme consigliano quei monitor collegati a una piccola pedana sotto il materasso, molto sensibile, che in assenza di movimenti, fa partire un allarme svegliando i genitori.

Tra le più conosciute, sicuramente, c’è l’Angel Care di Foppapedretti. Io non l’ho mai usato e ho letto che a volte è poco sensibile ai piccoli movimenti, facendo scattare l’allarme senza ragioni (o magari per una breve normale apnea che tutti abbiamo). Però io dico…meglio una levataccia in più – tra le tante dei primi mesi! – che una in meno, fatale.

Anche se cause vere e proprie non sono ancora state riconosciute per la Sids, pare tuttavia esserci tra le vittime un possibile fattore comune: la sindrome del QT Lungo. Durante l’autopsia, si è scoperto infatti che molti bambini soffrivano di questa patologia cardiaca. Per questo si dice che la sindrome del QT Lungo possa rappresentare una causa della Sids. Tutto è ancora da certificare ma per capire meglio, ci sono diversi studi ora in atto, sovvenzionati tra gli altri, dalla Fondazione Università Nicolò Cusano per la ricerca medico-scientifica.

ginecologo gratisPurtroppo si tratta di situazioni imprevedibili, dove non si può fare nulla. Tante mamme passano i primi giorni a vegliare il bambino, ma poi, voi capite, non si può andare avanti così per un anno…

Io stessa le prime notti non riuscivo a dormire perchè temevo che la bimba avesse bisogno di me. Poi il buon senso ha prevalso.

Oltre alle linee guida anti-sids da seguire, si può cominciare a fare qualcosa già nel corso della gravidanza. Questi nove mesi sono infatti importantissimi per il futuro del bambino, perchè è in questo lasso di tempo che il suo patrimonio genetico, mattoncino dopo mattoncino, prende forma.

No al fumo, no all’alcol, no a tutto ciò che può nuocere il feto. E’ vero ci sono tante mamme che non riescono a rinunciare a quelle due sigarette al giorno perchè “tanto il ginecologo mi ha dato l’ok”. E il bambino, in effetti, poi nasce sano...ma che ne sappiamo di quale sarà la sua salute in futuro, se quelle sigarette non avranno compromesso in qualche modo il suo cuore per sempre?

Quanti “difetti” si scoprono poi in età avanzata? Poi leggiamo sui giornali:”Stroncato per un infarto all’età di 42 anni”, “Aneurisma giovanissimo…”, “Ragazzino morto mentre giocava a pallone per una malformazione congenita”. Lungi da me fare allarmismi, ma questo è quanto mi ha raccontato un mio carissimo amico cardiologo: che le disattenzioni delle mamme in quei nove mesi – ribadisco non sempre, per carità! – spesso si vedono alla distanza.

Nel dubbio…anche no!

Un’altra cosa importantissima è l’assunzione di acido folico che andrebbe cominciata quando si cerca una gravidanza (dunque non a gravidanza già iniziata). Io ho incontrato ginecologi che mi hanno detto almeno 3 mesi prima perchè abbia effetti reali, altri 6 settimane prima. Io nel dubbio ho cominciato tre mesi prima.

L’acido folico è utile ad abbassare enormemente il rischio di spina bifida nel feto. Quasi lo annulla. Oltre ai difetti del tubo neurale è utile anche per evitare altri difetti genetici. Per questo è così importante prenderlo. Occhio però perchè quando andate dal farmacista e chiedete l’acido folico, vi darà quasi sicuramente Folina 5mg , quando per la gravidanza ne occorre molto meno. Non succede nulla, ma non è la dose ideale, dunque specificate bene che volete l’acido folico perchè state cercando la cicogna.

morte in culla

Durante quei nove mesi è importantissimo bere molto: almeno due litri d’acqua dato che la circolazione sanguigna, adesso è doppia.

Cercate di non prendere troppo peso perchè potrebbe far crescere eccessivamente anche il peso del bambino e portare a un parto più complicato del previsto (oltre al diabete gestazionale). Io ho preso 17 chili. Sono tantini lo so, però è anche vero che sono alta 1,80. Se dovessi rimanere incinta di nuovo starei soprattutto attenta ai primi 3 mesi durante i quali l’aumento di peso deve essere proprio minimo (io invece ricordo che avevo messo già 3 chili circa).

Pensate anche a eventuali screening da fare durante la gravidanza, come il bitest o l’Harmony Test, tenendo conto che si tratta di esami probabilistici, dunque che possono sbagliare. In ogni caso da tenere in considerazione se siete giovani e non pensate all’amiocentesi. Questi esami possono dare dei risultati “falsi positivi” come per esempio quando ci sono problemi alla placenta (ciò in molti casi permette al bambino di continuare la sua crescita). Dunque non entrate nel panico – è difficile, lo so! – perchè bisogna sempre accertarsi se si tratti di un positivo reale oppure no, prima di prendere qualsiasi decisione.

Visto che la sindrome del QT Lungo non è tra le patologie che possono essere diagnosticate in fase prenatale, è importante attuare tutte le linee guida presenti in questa tabella per vivere una gravidanza serena.