Finalmente Bosnia – Iran. Il 25 giugno rimarrà sempre nella mia memoria come il giorno dell’esordio mondiale. Davanti a 48mila persone, all’Arena Fonta Nova di Salvador si è consumato questo straordinario evento. Siamo partiti da casa con due ore di anticipo. Il percorso era praticamente obbligato. Arrivo in immenso centro commerciale, parcheggio e via sulla nuovo metropolitana della città, inaugurata l’11 giugno e ancora in gran parte incompleta. I brasiliani, in questo, ma non solo, sono molto simili agli italiani. Lavori elefantiaci completati (male) all’ultimo momento. La metro non è interrata, ma viaggia su viadotti che tagliano interi quartieri. Il viaggio per arrivare allo stadio dura circa dieci minuti. La gente pare eccitatissima da questa novità, un’altra tappa di un progresso che è arrivato da pochi anni e che fa da contraltare a una miseria allucinante, totalmente visibile dai finestrini della metropolitana.
Arriviamo in prossimità dello stadio a circa quarantacinque minuti dall’inizio della partita.
Ci sono tantissimi brasiliani, pochi iraniani e qualche bosniaco. È un evento e come tale va vissuto. In fondo lo sto facendo anche io. Il fatto tecnico passa in secondo piano. É poco più di un’amichevole e questo si percepisce soprattutto nelle vicinanze dello stadio. L’Arena Fonte Nova si trova in pieno centro. I coloratissimi brasiliani invadono le vie con i suoni tipici della samba, tante famiglie, tutte vestite di giallo, si preparano ad assistere all’incontro. Io credo che molte di esse non sappiano neanche dove siano ubicate Bosnia e Iran, ma anche questo è il Mondiale. Dopo aver passato diversi sbarramenti, eccoci finalmente dentro l’impianto. Siamo posizionati alle spalle di una porta, a circa quindici metri dal campo.
La posizione è ottima, l’emozione è forte, ripensando a tutto il lavoro fatto per arrivare fin qui, circondato da gente proveniente da tutto il mondo, per assistere da spettatore privilegiato all’evento calcistico più importante degli ultimi anni. Ci sono anche io. Finalmente! Probabilmente incornicerò questo biglietto, come testimonianza di questo sogno realizzato. La Bosnia vince 3 a 1, Fonte Nova si conferma ancora molto generosa in fatto di reti. Entrambe le squadre si salutano con grande sportività al termine del match. Il loro Mondiale finisce qui. Il mio proseguirà ancora, ma mi godo gli ultimi istanti seduto davanti a un campo ormai vuoto. Mi dispiace lasciare il mio posto, ma è tempo di andare.
In metropolitana scorgo una ragazza con un cartello scritto in portogheae che recita così: “Dite alla mia famiglia che sono al Mondiale”. Semplice, ma essenziale!!