CIUCCIO, LE COSE CHE DEVI ASSOLUTAMENTE SAPERE

Da sempre l’uso del ciuccio spacca a metà le mamme. Personalmente mi trovo a metà strada: non lo demonizzo ma nemmeno lo santifico.

L’altro giorno ho avuto la fortuna di prendere parte a un evento promosso da Chicco dedicato proprio alla suzione e all’uso del ciuccio, dove sono emersi un sacco di spunti interessanti che credo valga la pena ricordare a chi si appresta a diventare mamma.

Io a sinistra, a seguire: mammasfigata, la Tata, nasce-cresce-rompe e le mammeacrobate

Io a sinistra, a seguire: mammasfigata, la Tata, nasce-cresce-rompe e le mammeacrobate

Il tour in Viaggio con Chicco, con la partecipazione straordinaria della Tata Francesca Valla, toccherà diverse tappe in Italia, ogni volta con argomenti interessanti. Ogni evento è gratuito, dunque seguitemi sulla mia pagina Facebook perchè mi premurerò di ricordarvi di volta in volta dove, come e quando 🙂

Il ciuccio riduce il rischio della sindrome della morte in culla (SIDS)? 

VERO. Stando a uno studio comparso sulla rivista dell’American Academy of Pediatrics, l’uso del ciuccio durante la nanna riduce il rischio di Sids per due ragioni: il sonno del piccolo è meno profondo e la respirazione è facilitata dalla posizione della lingua.

E’ vero che intingere il succhietto nello zucchero o nel miele una volta ogni tanto non è dannoso?

FALSO. Si tratta di un’abitudine che appartiene soprattutto alle nonne, ma è davvero poco salutare per i dentini del nostro bambino che potrebbero cariarsi a causa di queste sostanze che “macerano” nella bocca. Inoltre il bambino si abitua così a sapori troppo dolci fin da piccolo.

E’ vero che il ciuccio non può essere usato per troppe ore al giorno?

VERO e FALSO. In teoria non esiste un numero di ore ideale riguardo l’utilizzo del succhietto. Alcuni giorni il piccolo può aver maggiore bisogno di consolazione, altre meno. Vero è che il Ministero della Salute consiglia di togliere il ciuccio entro i 3 anni di vita del piccolo, cominciando già verso i due anni a ridurne l’uso.

7C5A6883_bTata Francesca la pensa come me ovvero “lasciare che sia il piccolo, con i suoi tempi, a mettere da parte il succhietto”. Quando sarà pronto, sarà lui a lasciarlo per sempre. Del resto, avete mai visto bambini di 8/9 anni con il ciuccio? Meglio un dentino storto che si può di sicuro rimediare con l’apparecchio che il distacco improvviso e traumatico di quello che per noi è un semplice oggetto ma che per loro è vita. La suzione, infatti, è un bisogno PRIMARIO per un bambino…come l’aria! Inoltre produce serotonina, l’ormone della felicità, per questo ha un potere tanto consolatorio.

Sbagliato mettere il ciuccio in bocca a un bambino che piange?

VERO. Sbagliato farlo subito. Ovvero: cerchiamo di capire prima quali sono le ragioni del suo pianto. Non è che forse ha bisogno di contatto e vuole essere preso in braccio? Non usiamo il ciuccio come un tappo anti-rumore perchè il bambino usa il pianto per comunicare…sarebbe un po’ come zittire qualcuno ogni volta che apre bocca, quando invece  il tuo bambino ti vuole solo parlare!

I ciucci in silicone sono migliori per palato e dentini rispetto a quelli in caucciù?

FALSO. A livello di suzione non cambia assolutamente nulla.I ciucci dei principali produttori sono stati studiati da esperti di ortodonzia prima di essere messi in commercio. 7C5A6763_pProvati e testati affinchè non arrechino danni alla bocca dell bambino. L’unica differenza è che i ciucci in caucciù vanno cambiati più spesso perchè si usurano di più, trattandosi di un materiale meno resistente. Sul sito di Chicco, in particolare, si legge che “la lingua durante la suzione esercita una spinta sul palato che ne determina il fisiologico allargamento, consentendo la  corretta formazione del cavo orale”. 

Non bisogna dargli il ciuccio quando è appena nato?

VERO. Quando vedete un bambino uscire dall’ospedale già con il succhietto in bocca, qualcuno non ha spiegato a quella mamma che l’uso del ciuccio è altamente sconsigliato prima che l’allattamento si possa considerare avviato. E quando si può considerare avviato? Normalmente dopo 3 settimane, un mese! Quindi no al ciuccio, prima di questo lasso di tempo, perchè il piccolo si può confendere. La suzione al seno è MOLTO diversa da quella del ciuccio. Naturalmente è bene che il bimbo apprenda per prima quella che gli dà inutrimento.

Babyrisparmio, il ciuccio, non lo ha mai voluto. E io che mi ero informata tanto sul suo utilizzo mentre lei era ancora nella mia pancia…proprio perchè non volevo fare errori!  Dopo aver provato diversi modelli e marche, vedendo proprio che non era cosa – seppur a malincuore – ho desistito. Inutile negarlo: il ciuccio dà una grossa mano anche a noi mamme (soprattutto a quelle che allattano!). Quindi io ci ho provato e riprovato in più fasi: a 6 mesi, a un anno e anche adesso che, di anni, ne ha fatti due! Beh sapete che ogni tanto lo prende? Certo roba da pochi minuti al giorno…ma è meglio di nulla, no? Almeno ogni tanto ho il cambio, visto che sono io il suo ciuccio vivente 🙂

IMG_20140712_102724Vi lascio con un sorriso…l’altro giorno mi sono imbattuta in questa maglietta che richiama il logo della Chicco e il claim “dove c’è un bambino”, qui sostituito da Ciucco, dove c’è un grappino…

Vi giuro che certe volte, quel grappino mi ci vorrebbe proprio! Soprattutto quando Babyrisparmio vuole attaccarsi al seno non per bere il latte ma solo per il bisogno di succhiare…è proprio dura, adesso che ha 24 mesi e vorrebbe stare attaccata ancora come un bebè di tre!

Se prendesse il ciuccio, sarebbe tutta un’altra storia…e comunque, io,  il grappino me lo berrei lo stesso! 😉

CONDIZIONATORE: COME SCEGLIERLO, USARLO E RISPARMIARE IN ESTATE

Arriva l’estate e con le temperature elevate vogliamo sempre accendere il condizionatore. Tuttavia, spesso ci dicono che consuma molta energia elettrica e che è meglio non usarlo…

ma come sopravvivere al caldo così?

aria condizionata split

“Hand Holding Remote Control” by Feelart

Tranquille ragazze, è vero che il climatizzatore consuma energia, ma lo si può usare bene e risparmiare, almeno per non fare lievitare la bolletta di troppo mentre ci godiamo la bella stagione.

Incominciamo dall’acquisto: se ancora state scegliendo il vostro condizionatore per quest’estate, preferite quelli che utilizzano la tecnologia Inverter. Non è niente di stravagante, è soltanto un sistema che adegua la potenza all’effettivo bisogno e riduce la quantità di cicli di accensione e di spegnimento.

Grazie a questo semplice accorgimento, potrete tagliare i consumi energetici per oltre il 30% rispetto un tradizionale condizionatore.

Ovviamente, tra quelli con l’Inverter, scegliete i condizionatori che hanno una buona efficienza energetica: leggete attentamente l’etichetta energetica e preferite quelli che appartengono alla classe A.

condizionatore aria condizionata

“Air Conditioner Condensing Unit” by John Kasawa

Per capire bene quali sono le dimensioni che deve avere il vostro climatizzatore, meglio affidarsi ad un esperto, perché se lo comprate troppo grande potete sprecare fino al 50% di energia.

E’ fondamentale, inoltre, che l’unità esterna dell’apparecchio sia posizionata in un’area ombreggiata.

Una volta acquistato e installato, bisogna imparare a usarlo bene per non sprecare. La prima cosa è impostare la temperatura tra i 25 e 27 °C. Di meno è esagerato e non fa bene nemmeno alla salute.

A volte, quando non fa troppo caldo, basta accenderlo come deumidificatore: consuma meno e migliora il comfort della stanza.

Tenete puliti i filtri dell’aria perché il ventilatore funzioni bene, eseguite una manutenzione regolare e rimuovete qualsiasi oggetto davanti all’unità interna.

E’ importante anche tenere sempre le porte e finestre chiuse, non solo mentre è acceso ma anche nelle ore più calde del giorno. Poi, ogni tanto, spegnetelo pure: a volte non ne abbiamo nemmeno bisogno e rimane accesso inutilmente.

Infine, per tagliare la spesa energetica ancora di più, vi ricordiamo che si può attivare un’offerta luce conveniente e risparmiare oltre 110 euro all’anno. Per identificare le migliori tariffe, vi consiglio il portale di confronto SosTariffe.

 

CANDIDA VAGINALE, COME SI CURA E COME SI PRENDE. E SE SONO INCINTA?

Sono recidiva. Eh sì, Candida mi ha sgamato! Questo è il risultato del test che ho appena fatto sul sito “Tu la conosci Candida?”, dove ho risposto bene a quasi tutte le domande…fin troppo, dato che “temiamo che la tua grande cultura derivi dalla frequenza delle sue visite”.

In effetti Candida e io ci conosciamo già da un po’ e soprattutto durante il mio lungo viaggio in Sudamerica, in 8 mesi, è venuta a trovarmi almeno un paio di volte. Pensavo di averla presa nei tanti – troppi!- bagni in condivisione che ho frequentato e non sempre puliti alla perfezione eh! Invece no. Rispondendo al quiz ho scoperto che la candida è come l’herpes...ce l’hai già dentro e riesplode nei periodi di stress o quando vi è un calo delle difese immunitarie.

Questo cartello l'ho trovato sulla porta di un bagno di Quito. La semplice verità!

Questo cartello l’ho trovato sulla porta di un bagno di Quito: “la semplice verità!”

Contribuiscono alla sua comparsa anche una dieta non bilanciata o l’utilizzo di alcuni farmaci. La prima volta è venuta a trovarmi quando mi trovavo a Caracas e, non sapendo bene che fare, sono corsa in farmacia e ho comperato un antimicotico, forse proprio Gyno Canesten: tempo 3 giorni e prurito e rossore erano svaniti. La candida è tornata a bussare a “quella porta” quando ero ormai a Buenos Aires, dopo 4 mesi; ma intanto avevo già attraversato Colombia, Ecuador, Perù e Bolivia con una salmonella nel mezzo! Insomma, se non ero stressata io, chi doveva esserlo? 🙂

Ah proposito, io ho detto candida – che è il fungo, la Candida albicans – ma avrei dovuto dire candidosi, questo il vero nome dell’infezione.

Oltre a rossore e bruciore, come sapete, possono comparire anche dolore durante i rapporti sessuali e perdite biancastre inodori. A proposito di rapporti sessuali, vi ricordo che anche i vostri compagni possono prenderla; in loro però non si manifestano questi sintomi per, cui tante volte, ce l’hanno e non se ne accorgono! Comincia così il cosiddetto effetto “ping-pong”: io la passo a te, tu la ripassi a me e così via finchè entrambi non si fa una cura ad hoc.

Sapete che la candidosi, se non curata, può durare tutta la vita? E’ la recidiva (sì, il mio profilo nel test! :-)).

E in gravidanza? Come comportarsi quando ci viene a fare visita proprio in quei nove mesi? Come descritto nel sito Tu la conosci Candida – che vi invito a visitare per fare anche voi il test online – anche quando si è in dolce attesa è consigliato l’uso di prodotti antimicotici ad azione locale ma è importante rivolgersi al proprio ginecologo per trattare l’infezione. La gravidanza è proprio uno di quei periodi in cui Candida si diverte di più a farci visita…un’amica davvero impicciona.

Ma chi l’ha invitata questa Candida? 🙂 Se volete conoscerla meglio, ma solo a debita distanza, guardate un po’ qui sotto…

ANCHE LO STADIO MORUMBI E’ NO PASS

Lo Stadio Morumbi di San Paolo

Lo Stadio Morumbi di San Paolo

Ieri annunciavamo una sorpresa, oggi l’abbiamo vissuta: siamo entrati nel mitico stadio Morumbi e abbiamo intervistato il vice presidente del San Paolo Roberto Rhormens Alves Natel. Ma andiamo con ordine. Alle 8,30 Rodrigo, artefice di questa graditissima sorpresa, ci viene a prendere in Avenida Rebouças. In circa venti minuti siamo al Morumbi. Il traffico di San Paolo è importante, ma il nostro pilota d’eccezione si muove con un sofisticatissimo navigatore che gli indica passo per passo la strada migliore e più veloce, tagliando il celebre “transito”.

Arriviamo allo stadio, parcheggiamo e dopo qualche minuto di anticamera veniamo accolti dalla responsabile alla comunicazione del club Renata Lufti, che ci guida all’interno dell’impianto. Calpestiamo il mitico terreno di gioco e ci guardiamo intorno per ammirare le tribune vuote. Lo stadio può contenere circa 70000 persone, ma, sorprendentemente, non è stato scelto dalla Fifa per ospitare il Mondiale. Il perché ce lo spiega il vice presidente del club, che ci accoglie nel suo ufficio, con molta simpatia, per l’interesse verso questa causa. “Decisione politica – ci dice – la Fifa ci ha dapprima scelto, poi ha iniziato a criticare ogni nostro lavoro di ristrutturazione. Lo stadio è nostro e sarebbe stato riammodernato senza contributi governativi. Evidentemente hanno capito che costruendone uno ex novo, si poteva fare della speculazione”.

Anche il Morumbi è No Pass

Anche il Morumbi è No Pass

Una dura accusa verso Blatter e soci, che si potrebbe essenzialmente spiegare così: Lula è del Corinthians e aveva tutto l’interesse a costruire un nuovo stadio per la squadra di cui è tifoso. Alves non lo dice, ma lo fa chiaramente intuire e Rodrigo suffragherà questa tesi, da buon tifoso Tricolor qual è. La visita si conclude con il passaggio negli spogliatoi, piuttosto umili, rispetto ad altri che ho visitato, ma decisamente adatti a soddisfare tutte le esigenze dei calciatori, tra i quali spiccano Luis Fabiano e Pato, che verranno raggiunti domenica da Kakà. E, sorpresa nelle sorpresa, siamo stati invitati dal vice presidente alla presentazione ufficiale, con ingresso poi per la conferenza stampa. Vedremo, poi, se ci sarà la possibilità di scambiare qualche parola informalmente con l’ex giocatore del Milan.Dopo averci regalato la maglia ufficiale del club, Alves ci saluta e ci ripromettiamo di risentirci, per informarlo sull’esito del film.

Ci trasferiamo pochi isolati più avanti per assistere all’evento di Pierpaolo ed Eugenio.  1500 persone radunate in un bar con grande spazio aperto per vedere la partita del Brasile con pre e post condito da balli e fiumi di birra. Il loro gelato va alla grande, i verdeoro vincono e sono in semifinale, ma non c’è molto altro da aggiungere. La giornata è stata terribilmente utile per il nostro lavoro nella prima parte. Non siamo gli unici a non avere il pass, anche il mitico Morumbi non l’ha ottenuto. Il paragone è azzardato, certo, ma assolutamente non fuori luogo.

A SAN PAOLO MI CAMBIERANNO LA VITA?

San Paolo ci sorprende appena atterrati. Il clima è fresco, si sta bene con il golf, un’escursione notevole rispetto a Santo Antonio. Rivediamo, però, un bel cielo azzurro e il sole. Prendiamo il taxi in direzione Avenida Rebouças, a pochi metri dall’Avenida Paulista, gli Champs Elysées del Brasile. Ci aspetta Eugenio, conosciuto tramite Linkedin, che ci ospiterà nel suo appartamento che condivide con l’amico e socio Pierpaolo. Sono qui in Brasile per business. Entrambi sono di Napoli, Pierpaolo ha un gelateria in centro a Milano e vuole provare a esportare il suo prodotto a San Paolo. Eugenio, ex consulente finanziario, lo sta aiutando, visto che conosce la città da diversi anni e sa come muoversi nei suoi molteplici meandri.
Arriviamo al loro civico, suoniamo, il custode ci apre e ci dirigiamo, con quasi cento chili di valigie, all’ottavo piano del loro palazzo. Ci apre la porta Pierpaolo. Notiamo subito il parquet, un immenso divano e uno schermo piatto sintonizzato su Argentina – Svizzera. Saremo loro coinquilini per nove giorni. Ci mostrano l’appartamento: un bagno “finalmente” degno di essere chiamato tale con tanto di bidet, due camere da letto, un bagno di servizio, un locale lavanderia, una cucina ordinata. Apre le credenze e ci troviamo di fronte a diversi pacchetti di pasta di marca napoletano, nel frigorifero scorgiamo pure degli gnocchi. È l’apoteosi!! Pierpaolo ha lezione di portoghese, ci lascia a un’ora di riposo, prima di iniziare a conoscere un poco questa megalopoli di diciannove milioni di abitanti.

Avenida Paulista

Avenida Paulista

Visitiamo l’arteria principale, circondata da grattacieli di tutti i tipi. Non è il mio paesaggio ideale, ma mi ci abituerò. Rientriamo a casa, ci raggiunge Eugenio, ceniamo con un piatto di spaghetti alla puttanesca, mentre iniziamo a scambiarci le nostre esperienze. Loro hanno in mente un progetto, chiamato “ti cambierò la vita”, mi chiedono di esserne testimonial…un po’ per scherzo, un po’ seriamente. Di cosa si tratta? Fondamentalmente costruire una rete sociale, mettendo a disposizione le proprie conoscenze, per aiutare il prossimo. In teoria, la scoperta dell’acqua calda, in pratica, forse, una grande opportunità. Le premesse paiono buone. Vedremo se ricominceremo a marciare spediti, dopo il pit stop Santo Antonio.
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SAN PAOLO, UNA VISTA…E PREZZI DA TOGLIERE IL FIATO

Due giorni molto intensi a San Paolo. Siamo decisamente ripartiti dopo lo stallo di Santo Antonio. Abbiamo assistito alla preparazione del gelato per l’evento clou di questo fine settimana: Brasile – Colombia, in palio un posto in semifinale. Cosa c’entra il gelato? Pierpaolo ed Eugenio avranno il loro stand promozionale in un’area vicina alla stadio Morumbi, dove si svolgerà una manifestazione chiamata Ilha Guery-Guery, che richiamerà un gran numero di persone per assistere alla partita in compagnia, tra musica, balli, allegria e tanta birra. Venderanno il gelato fatto ieri, in nostra presenza. Cioccolato, limone e pistacchio i gusti che hanno preparato. Non sono un amante del pistacchio, ma vi assicuro che è davvero eccezionale. Non da meno il limone, in quanto al cioccolato…direi migliorabile. Poi ci siamo ritrovati a pranzo con una persona davvero gentilissima. Il suo nome è Rodrigo ed è uno dei principali responsabili della Mec 3 ditta che esporta in diversi paesi prodotti e servizi per gelato. Parla perfettamente italiano, avendo vissuto diversi anni in Romagna, dove ha anche trovato l’amore. E’ tifosissimo del San Paolo, ma non solo. Suo padre è nel consiglio di amministrazione della società, mentre il nonno è stato tra i fondatori del club del Morumbi. Rodrigo, quindi, mangia pane e San Paolo sin dalla nascita. Ci porta in un favoloso ristorante argentino, dove mi riconcilio con la carne, dopo il tremendo churrasco di Guandu. La giornata si chiude con una passeggiata sull’Avenida Paulista, un po’ per smaltire, un po’ per osservarla verso il tramonto, quando si popola di ambulanti e artisti di strada, che suonano sui marciapiedi tra il brulicare della gente, giunta ormai alla fine di un’altra giornata di lavoro.

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Il mattino successivo, Eugenio ci accompagna in Piazza della Repubblica, il cuore di San Paolo. Dista due fermate di metropolitana dalla Paulista. La linea è la gialla, decisamente nuova. Scendiamo per molti metri sotto terra, tre piani di scale mobili. È un’opera architettonica bella e funzionale, oltre a essere comoda e pulita, a livello di fermata e di treni. Il confronto con Milano è perdente su tutta la linea, compreso il prezzo del biglietto, circa un euro. Arrivati a destinazione, scopriamo che siamo sì in centro, ma il panorama non cambia: grattacieli ovunque. Questa città ne conta circa 2500!! Decidiamo di salire sull’Edificio Italia, chiamato così perchè costruito dai nostri connazionali qui residenti, per ospitarvi il Circolo Italiano nel 1965. Con i suoi 168 metri è tra i più alti della città. Con dieci euro si può salire fino alla terrazza, che è sede anche di un ristorante, per gustarsi San Paolo e il suo immenso skyliner.

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La vista è da togliere il fiato anche a chi, come me, non è particolarmente amante di questo tipo di modernità. Scendiamo e ci dirigiamo in un quartiere quasi agli antipodi. La zona di Vila Maddalena, infatti, è tra le più pittoresche di San Paolo. Le costruzioni cambiano completamente, le vie si fanno più strette, ci sono diversi locali e alcuni negozi di antiquariato che suscitano inevitabilmente la mia curiosità. Eugenio è richiamato all’ordine da un appuntamento di lavoro, il mio socio lo segue a casa, io decido di rimanere per conoscere meglii il quartiere e per visitare i negozi di cui sopra, che si trovano in Rua Cardeal. La cosa che mi colpisce immediatamente è…il cartellino del prezzo. Ci sono pezzi di non grande spessore, che costano molto più che da noi! Una sedia da cinema in legno colpisce la mia attenzione. È carina, sebbene necessiti di un bel restauro. Chiedo quanto costa, solo per curiosità, visto che nella mia valigia non ci starebbe. La proprietaria mi comunica il prezzo: 280 euro. Follia!! Dopo una spremuta d’arancia bevuta in un bar in tema, con sedie e tavoli vintage, mi incammino alla volta di casa, circa quaranta minuti, ma un buon senso dell’orientamento mi porta facilmente a destinazione. La giornata si chiude con un bel piatto di pasta. Poi a letto. Oggi ci attende il Brasile, ma anche una gradita sorpresa che ancora non svelo…