depressione port partum

DEPRESSIONE POST-PARTUM, COME NE SONO USCITA

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Come uscire dalla depressione post-partum? Come riconoscerla? Non è solo sentirsi tristi ma può significare trascurare i proprio figli, a volte, fare pensieri strani su di loro. E’ una malattia vera e propria…per questo guarire si può! La coraggiosa storia di Roberta.

Desideri così tanto diventare Mamma, che quando succede non pensi minimamente all’idea di non essere felice. Ti costruisci talmente tante aspettative verso quell’incredibile periodo che non credi sia possibile non essere al settimo cielo dalla felicità.

Tutto era perfetto, come doveva essere, come l’avevo programmato e sperato così tanto. Tutto.. Tranne me. Un demone distruttivo si è insinuato nella mia mente, occupando i miei pensieri, facendo emergere le mie insicurezze più intime e segrete, come fossero le uniche protagoniste delle miei giornate. La mia solarità e soprattutto la mia serenità svanirono, lasciando il posto ad una oscurità.

Ricordi della depressione post-partum

 

depressione port partum

“Teenage Girl crying” by Ambro

“Mi sembra quasi di lasciarmi vivere e di non riuscire a vivere io in prima persona. Sembra che non mi basti più niente. Razionalmente sono cosciente e obiettiva però la tristezza m’invade. Forse dipende dallo stare sempre in casa, non avere alcuna distrazione ed essere “solo” una Mamma. Le mie uniche uscite sono l’asilo e il parco quando c’è il sole. Asilo, mestieri, scegliere cosa far da mangiare (menomale che c’è Benedetta Parodi).

Sono sempre di fretta, sempre in ritardo e mai in ordine. Come fanno certe Mamme a essere così perfette? In questo schifoso periodo non mi sento mai a posto. Magari con il trucco e l’abbigliamento giusto riesco a mascherare il caos che ho dentro. Ma con i figli non si mente: davanti a loro esce sempre il tuo vero carattere e ti comporti come sei realmente, senza tante cerimonie o falsità. Ultimamente non mi piaccio soprattutto come Mamma.

Per alcune settimane ho vissuto in un limbo di negatività e tristezza. Lasciavo le bambine davanti alla TV e speravo che non percepissero il baratro che avevo in testa. Piangevo spesso di nascosto, senza neanche saperne il motivo. Mi crogiolavo nella mia tristezza, mi svegliavo la mattina svogliata e stanca, in tutti i momenti della giornata ero così giù di morale che non avevo mai voglia di far niente. Non mi andava di andare al parco o di fare la spesa. Persino lo shopping non mi fu d’aiuto.

Come sono guarita dalla depressione post-partum

 

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“Unhappy Young Woman” by David Castillo Dominici

La cosa peggiore è che non sentivo l’esigenza di cambiare o d’interrompere questo trend negativo. Mentire era all’ordine del giorno, come se fossi un’attrice esperta. Mostravo un totale disinteresse nei confronti di tutto e tutti e non volevo uscire. Fingere al telefono era più facile. Se non avessi ricominciato a scrivere probabilmente starei ancora fingendo di essere la persona che non ero più. E’ stato mio marito a suggerirmelo, dopo aver percepito il mio malessere. Cominciai con piccole frasi. Volevo scrivere una favola per bambini ma dopo neanche dieci minuti l’idea iniziale fu sostituita dalle mie confessioni. Le parole mi arrivarono come un fiume in piena, le mie dita erano rapidissime sulla tastiera ma facevano fatica a seguire la velocità dei miei pensieri, non smettevo più di scrivere, rigurgitavo frasi e pensieri come se fosse un’irresistibile esigenza e quasi sicuramente lo era.

Avevo trovato il modo di canalizzare la negatività che avevo dentro ed è stato fondamentale riuscire a farla uscire. Fu una vera e propria liberazione perché già dopo pochi giorni stavo meglio. Non vedevo l’ora che le bambine si addormentassero per continuare a scrivere.

Stavo veramente meglio.

Finché non lessi ciò che avevo scritto. Non ero io quella persona. Rileggendo ciò che pensavo e che facevo – o meglio che non facevo – mi resi conto del rischio che stavo correndo ad assecondare questo mio lato oscuro. Le mie bambine e soprattutto Lui sono sempre stati con me, nulla era cambiato, non era successo niente che giustificasse ciò. E allora perché mi sono lasciata così andare? Perché ho scritto quelle cose e ho fatto quei pensieri, ma soprattutto perché mi sono devastata dentro e ho alterato il mio equilibrio e quello familiare?

Che una donna, una Mamma, si lasci andare dopo un periodo impegnativo ci sta, soprattutto considerando gli otto mesi di notti non dico insonni ma comunque senza un riposo costante e continuo. Se aggiungiamo uno sconvolgimento di vita totale che mi ha portato da pseudo donna in carriera con i propri spazi a diventare una Mamma casalinga tutto fare senza tempo per se stessa, penso che rientri nella norma la crisi che ho avuto. Sfido chiunque a non averla.

Il pensiero che non mi dà pace è sapere cosa sia stato. Cos’è che porta una persona normalmente corretta con chiunque a essere così disinteressata verso i propri figli, senza dubbio le creature per lei più importanti. Cos’è che cambia il modo di fare e i pensieri più intimi di una persona?

depressione post partum

“Woman With Antenatal Depression” by Victor Habbick

Può essere semplicemente il male che tutti noi abbiamo dentro? Fin da bambini ci insegnano che Dio è amore ed è in ciascun essere vivente ma in quella stessa creatura convive anche il male. Un demone subdolo e distruttivo, che si manifesta in diverse forme: depressione, gelosia, pazzia. È un argomento scomodo, difficilmente viene affrontato e tanto meno approfondito, come se non parlarne fosse l’antidoto giusto e il modo migliore per allontanarlo dalla propria vita. Lo stesso vale per le crisi post partum. Tutti sanno che ne soffrono moltissime neo Mamme e sarebbe giusto parlarne ma alla fine nessuno ti aiuta veramente e ti ritrovi persa o disorientata, a fare i conti con le tue insicurezze e paure.

Grazie alla scrittura riuscii a far uscire quel demone schifoso dalla mia vita, lentamente ritrovai anche la mia solarità, la gioia di viverenon ci sono più le mamme di una volta che mi ha sempre contraddistinta e ogni volta che una Mamma conferma d’aver vissuto o solo sfiorato quel periodo sono orgogliosa di aver avuto il coraggio di pubblicare il mio libro.“Non ci sono più le mamme di una volta” è un diario breve ma intenso, raccontato con freschezza, immediatezza e un pizzico di ironia (dalla mia prima recensione 🙂 ). Il libro non è cartaceo, lo si può scaricare dalle maggiori librerie on line al prezzo di € 3.49 in PDF o in Ebook. Si trova anche su Amazon..

. Una spiegazione razionale per la mia crisi l’ho trovata sviluppando la seguente teoria:

“La mia generazione è fatta per essere Mamme lavoratrici non Mamme casalinghe”.

Roberta Galloni, una mammarisparmio  e il sorriso qui sotto è il mio!

Roberta Galloni autrice di "Non ci sono più le mamme di una volta"

Roberta Galloni autrice di “Non ci sono più le mamme di una volta”


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