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ADOTTARE UN BAMBINO A DISTANZA SENZA FREGATURE

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Adottare un bambino a distanza e farlo potendosi fidare di quell’associazione. Perchè se uno lo desidera, quel bambino, lo può andare a trovare. 35 bambini (solo 35!) stanno urgentemente cercando una mamma e un papà che li aiuti nel loro percorso di vita cominciato tutto in salita.

Lo so che è un continuo chiedere soldi. Qui a Milano, la città dove vivo, si comincia subito. Appena esco di casa c’è un ragazzo di colore che stanzia tutte le mattine l’ingresso della metropolitana. Poi quando in metropolitana ci entro ecco che comincia “la sfilata” del disagio: c’è lo zingaro che suona il violino mentre tu vorresti solo dormire ancora quei cinque minuti, c’è la mamma che manda avanti il bambino di cui vi avevo parlato in questo post “Se la colpa è un po’ anche nostra“, c’è anche l’italiano che alle 9 del mattino è già intontito dai fumi dell’alcol e della droga (a proposito, avete notato? Sono sempre più giovani).

E’ dura.

E’ dura per tutti. Perchè nemmeno noi possiamo aiutare tutti.

Però una cosa, almeno una cosa, dobbiamo farla nel nostro piccolo. Personalmente quando devo aiutare il prossimo mi affido sempre ad associazioni riconosciute come quelle di cui vi avevo parlato in occasione della donazione del 5X1000  quando si fa la dichiarazione dei redditi (qui trovate i codici fiscali di associazioni che si occupano solo di bambini).

aiuti in repubblica domenicanaL’adozione a distanza è sicuramente una modalità per fare del bene che ti assicurerà che i tuoi soldi faranno davvero del bene. Ma soprattutto ti garantirà che quei soldi faranno la differenza per quel bambino. A volte una differenza tra la vita e la morte.

Oggi vi parlo di Mission Bambini, un’ associazione che conosco molto bene e che di lavoro fa “solo” questo: aiutare i bambini in difficoltà, stranieri o italiani che siano.

In particolar modo, adesso, sta aiutando i bambini della Repubblica Dominicana, il Paese che noi italiani conosciamo bene per i bei resort, i balli caraibici e il divertimento assicurato.

In quello stesso pezzo di terra baciato da mari cristallini a pochi chilometri da ristoranti che servono cibo a tutte le ore, ci sono 120 bambini poveri che quest’associazione sta seguendo con dedizione e amore. Poveri, anzi poverissimi! 35 di questi aspettano ancora di essere adottati. Non sono tantissimi, 35. Ce la si può fare.

Se volete accompagnare per mano uno di questi piccoli, aiutarlo a crescere più sereno, potete visitare qui la pagina di Mission Bambini. Un giorno, se lo vorrete, potrete anche andare a visitare di persona quel bambino (con quel che si sente in giro, questa è la garanzia che i vostri soldi sono in buone mani!); ogni anno riceverete un paio di aggiornamenti sulla sua salute e su come sono stati utilizzati i vostri soldi.

Penso a questi poveri bambini  a come si sentiranno diversi rispetto agli altri che già ricevono una mano, una lettera dai loro genitori adottivi. Penso alle persone che si prodigano, tutti i giorni, a fargli una carezza, il bagnetto, un sorriso. Tutte cose vitali per la buona crescita di un bambino.

Io ci sono stata in uno di quei resort.

Avevo 20 anni e tutta la vita spensierata di chi ha quell’età. Tuttavia non mi sono fermata alle piscine  e all’animazione ma ho voluto vedere oltre quella coltre di palme. Quell’escursione me la ricordo ancora, come se fosse adesso: chilometri e chilometri di campi di banane e cioccolato, con le nostre jeep prese di mira da questi eserciti di piccoletti che rischiavano di finire sotto le ruote per due caramelle e quattro penne.

Ricordo che a un certo punto avevo finito e non sapevo più che dargli. Avrebbero preso anche le mie mutande sporche se gliele avessi date tanta, in quei luoghi dimenticati da Dio, è la fame. Fame di tutto.

Da domani fino all’11 marzo potrete conoscere da vicino questo centro e questi bambini seguendo l’hashtag #azzeraladistanza e i social di “Una mamma green“, la blogger scelta per vivere questa esperienza a dir poco meravigliosa e che spero di poter vivere anch’io un giorno, magari nella mia Colombia o in un altro Paese che conosco bene, il Brasile, dove anche lì ci sono tantissimi bambini bisognosi, molti dei quali nel tunnel della droga già dall’età di 9-10 anni (pensate che per risparmiare fumano il bazuco, una polvere ricavata da una mattonella piena di elementi chimici tossici, per cui se non muoino di droga, muoiono poi per problemi ai polmoni).

Sono poco più che bambini, dovrebbero profumare di vita e non di morte.

adozioni a distanza

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