ALLA SCOPERTA DI CACHA PREGO

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Spiaggia di cacha prego

Mezza giornata con Cesar ed ecco subito la prima sorpresa. Andiamo al mare, fino a qui nulla di strano. Mi preannuncia che gireremo spesso in questo periodo insieme a lui e che talvolta resteremo fuori a dormire. “Ottimo” ci diciamo io e il mio compagno di viaggio. “E’ vicino il mare?”. Risposta: “Molto”. Beh, solo per uscire da Santo Antonio ci impieghiamo venti minuti. Ogni cinquanta metri c’e’ un dosso. Una cosa assai rara da noi. Poi imbocchiamo una specie di strada provinciale. La fatica del viaggio si fa sentire e ci assopiamo. Dopo circa trenta minuti di viaggio ritorniamo in noi, ma siamo ancora in macchina. “Manca poco”, ci dice il nostro autista. In pratica abbiamo viaggiato un’ora e un quarto, ma una volta attraversato un lunghissimo ponte, siamo sull’isola di Itaparica.

Arrivati? No. Affrontiamo una strada modello groviera, piena di buchi da far invidia a quelli trovati in Amazzonia, solo che Cesar non possiede la macchina di Robert. Attraversiamo interamente l’isola per arrivare all’estremita’ meridionale dell’isola, chiamata Cacha-Prego. Finalmente imbocchiamo una viuzza che sfocia direttamente sul mare. Siamo arrivati! Cesar parcheggia davanti a una pousada (in italiano, hotel o pensione). A piedi ci dirigiamo verso la spiaggia. Ci si para davanti un panorama spettacolare. Centinaia di metri di spiaggia bianca vergine. Peccato non fosse pulitissima, visto le tante alghe, ma qui e’ bassa stagione, quindi sembra tutto un po’ abbandonato. Abbiamo ancora un’ora prima che il sole tramonti. Alle 17,30 inizia a scendere. In venti minuti e’ buio. Mi do da fare e cerco le conchiglie, mia grande passione, prima di dedicarmi agli scatti piu’ suggestivi. Visto il tempo che ci abbiamo impiegato, non credo che vedremo altre volte uno scenario simile.

Spiaggia di Cacha Prego

Spiaggia di Cacha Prego

L’acqua e’ davvero gradevole, mentre passeggio sulla battigia. Ho il costume, ma non faccio il bagno, perche’ penso che non durera’ molto la nostra presenza qui, visto il tempo che dovremo spendere per arrivare a Santo Antonio. Dopo poco, infatti, Cesar ci richiama all’ordine. Dimenticavo, e’ seguito dalla moglie Clotilde, grande feeling tra i due, e dalla secondogenita Mag, accompagnato dal fidanzato Wellington. I due ragazzi ci hanno raggiunto successivamente. Raccogliamo le nostre poche cose, nello zaino ho messo un costume di ricambio per l’evenienza e un asciugamano, e ci prepariamo al viaggio di ritorno.

Inizia il tramonto

Inizia il tramonto

Cesar, pero’, ci guarda stranito. “Stanotte stiamo qui!”. Qui dove? Nella pousada, che e’ chiusa al pubblico, ma aperta a lui. In pratica ci impadroniamo subito della bellissima struttura, travi a vista, mattoni a vista, piscina, palme, insomma…un paradiso. Mag e il suo fidanzato si buttano in piscina, c’e’ anche l’idromassaggio. Un posto davvero incantevole. E chi se lo aspettava!! Non abbiamo praticamente nulla per trascorrere la notte, ma ci adattiamo alla grande. Trascorriamo una bellisima serata a bordo vasca, poi stanchissimi, alle 22 andiamo a dormire.

Lo spettacolo del tramonto di Cacha Prego

Lo spettacolo del tramonto di Cacha Prego

Il giorno successivo ci godiamo il mare, che e’ tutto per me. Nessuno in spiaggia, il deserto piu’ assoluto. Si’, lo so, sto provocando molta invidia, ma e’ stata veramente una graditissima sorpresa. Dopo i primi metri, l’acqua diventa fredda, una fortissima corrente attanaglia le gambe. Mi tuffo, provo qualche bracciata, ma e’ come nuotare contro corrente. Onde evitare problemi, desisto dal tentativo di nuotare e ripiego per la piu’ tranquilla piscina. Mi chiedevo il perche’, ora l’ho capito. Mi mancava il bagno nell’oceano. Ora ho colmato anche questa lacuna. Cesar ci offre il pranzo in un ristorante di qui, e’ un po’ il boss della zona…diciamo cosi’, poi facciamo ritorno a casa. Certo, non e’ stata un’avventura come quelle raccontate e vissute in Amazzonia, pero’ non lamentiamoci dai…


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