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LIBRI DI GENITORI DI BAMBINI CON SINDROME DI DOWN E AUTISMO

L’altro giorno mentre facevo la spesa, ho dato uno sguardo alle ultime novità in fatto di libri. Ci avviciniamo al Natale e, da sempre, mi piace regalare libri piuttosto che l’ennesimo pigiama o set di coltelli. La mia attenzione è stata subito catturata dall’ultimo volume di Gianluca Nicoletti.

Nicoletti è un noto giornalista, che ho amato soprattutto per il suo programma radiofonico Golem su Radio Rai (forse qualcuno se lo ricorderà fra voi). Sono rimasta molto colpita nello scorprire che avesse un figlio autistico. Dopo aver scritto Una notte ho sognato che parlavi. Così ho imparato a fare il padre di mio figlio autistico, l’autore esce ora con un nuovo scritto: Alla fine qualcosa ci inventeremo: Che ne sarà di mio figlio autistico quando non sarò più al suo fianco.

E’ stato davvero strano scoprire che una persona che avevo sempre ammirato e stimato dovesse avere a che fare con un grande dolore come questo. Non so bene dirvi il perchè, ma mi ha lasciata davvero di stucco questa scoperta. Del resto, queste disgrazie non guardano in faccia nessuno, potremmo quasi dire che sono “democratiche”.

Per trovare un po’ la forza e il coraggio necessari, qualche mamma e papà arriva persino a chiamare “dono”, “un regalo di Dio”, l’ handicap del proprio figlio.

Personalmente nutro una grande ammirazione per questi genitori che, giorno dopo giorno, lottano per strappare un pezzettino del loro amato alla malattia; anche se il problema vero viene dopo, così come si chiede Nicoletti nel suo libro, “che ne sarà di mio figlio, quando io non sarò più al suo fianco?”.

Quale immenso ed eterno dolore si porta dentro, ogni istante, un genitore di un bambino handicappato?

Un logorio continuo che non solo deve fare i conti solo con questo maledetto ritardo ma anche con un mondo circostante che fa fatica a comprendere una malattia che, spesso, fa paura.

Il figlio di mio cugino ha solo 5 anni ed è autistico.

L’altro giorno, nel suo palazzo, hanno festeggiato il compleanno di un bambino e per l’occasione sono stati invitati tutti i bambini. Tranne lui.

Quanto fanno male queste cose a una mamma e a un papà? Tutti a dire “fregatene”, “non lo meritano”…ma in un cuore già lacero, questa è un’altra ennesima stilettata.

LEGGI ANCHE: Scoprire di aspettare un figlio down. Abortire oppure no?

A me questi genitori fanno pena e tenerezza. Mi commuovo fino al lo zaino di emma magone nel leggere i loro racconti, spesso rimango incredula davanti la loro forza d’animo. Le loro parole, al tempo stesso, mi trasmettono anche una grande energia: mi nutro del loro coraggio per andare avanti, tutte quelle volte che mi sento in difficoltà.

Quando leggo storie come quella di Nicoletti o quella di Martina Fuga, mamma di Emma, bambina di 10 anni con la sindrome di Down e autrice del libro Lo zaino di Emma, io, un po’ mi vergogno di me stessa, sapete?

Mi vergogno di tutte quelle volte, quando agli inizi, mi sono lamentata e ho persino pianto perchè non accettavo di buon grado quanto fosse faticoso essere madre. Mi pesava il non dormire, non poter fare quello che volevo quando lo volevo, dover allattare ogni due per tre e passare le mie giornate su un divano invece di girare il mondo. Insomma un sacco di privazioni che vivevo come sacrifici perchè come dice questo simpatico ma profondo libro “Di materno avevo solo il latte.

La mamma di Emma è una di quelle che non considera un dono l”handicap di sua figlia. Tuttavia non si dà per vinta e assieme a lei, ogni giorno, riempie questo zaino immaginario della piccola. Questo bagaglio si arricchisce man mano di amore e strumenti che Emma dovrà poi portare sempre con sè, per andare avanti, anche quando la sua mamma non ci sarà più.

LEGGI QUI: Quella volta che Emma ha incontrato il Papa 

E’ evidente che la preoccupazione di questi genitori è soprattutto legata al futuro dei loro figli. La stessa che in fondo ogni genitore ha! Ognuno di noi a suo modo prova a riempire lo “zaino” dei propri figli  con qualcosa di speciale

Io vorrei che nello zaino di mia figlia ci fossero soprattutto tolleranza e rispetto per il “diverso”, non importa se il diverso in questione sia rappresentato da un colore di pelle, una religione o un’inclinazione sessuale. Da sempre la “diversità” è stata condannata, perseguita, bollata come sbagliata.

Io vorrei che lei capisse che ciò che è diverso da lei non è né migliore né peggiore, solo differente.

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La mia piccola portata a mo di zainetto daL suo papà 🙂

 

 

 

LA TORTA MC DONALD’S A FORMA DI PANINO E PATATINE

Ecco la ricetta per realizzare una torta in pasta di zucchero ispirata a Mc Donald’s con tanto di panino hambuger gigante e immancabili patatine con il ketchup.

La nostra maestra pasticcera Valentina l’ha realizzata per il compleanno della sua bambina, un’occasione speciale che meritava una torta super speciale come questa!
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Per prima cosa si devono fare due torte allo yogurt, dello stesso tipo che già conosciamo per fare i cake pops!
Io ne ho fatta una al cocco (aggiungendo all’impasto base un po’ di farina di cocco a piacere) mentre l’altra l’ho aromatizzata alla cannella.
Queste due torte saranno i due panini!
Per l’hamburger si ottiene facendo un bel salame di cioccolato.
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Per l’insalata si fa un cerchio di pasta di zucchero verde e si assottigliano i bordi con l’attrezzino!
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Per i pomodori, si fa un cerchio di pasta di zucchero rossa, si delinea un bordino con un altro coppapasta leggermente più piccolo, e con l’attrezzino ho semplicemente schiacciato sulla pasta ed ho ottenuto l’effetto dei semini.
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Per il formaggio si creano dei ritagli triangolari di pasta di zucchero gialla e si bucano a piacere!
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Per le patatine, per farle ho fatto un rotolino di pasta di zucchero gialla, poi con l’aiuto delle spatole ho creato la loro classica forma schiacciando sui lati e girandole su loro stesse più volte poi con il cacao e un pennello ho creato le sfumature/bruciature classiche della cottura!
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Per fare il ketchup ho semplicemente messo un po’ di pasta di zucchero rossa nel bicchiere, ho aggiunto poca acqua e ho messo il tutto nel microonde per pochissimi secondi stando bene attenta a girare e a controllare lo scioglimento! Si crea una specie di crema che col cucchiaino si fa cadere sul bordo della torta.
Per il vassoio ho creato una scacchiera per ricreare l’effetto tovaglia!
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COME SI MONTA LA TORTA
Si devono ricoprire le due tortine semplici prima con la crema al burro, per stuccare e togliere eventuali difetti, poi ricoprire con la pasta di zucchero.
Si mette una torta sul vassoio, ovviamente capovolta! quindi si vedrà il fondo della torta non ricoperto, poi si verserà il ketchup, poi si metterà l’hamburger, poi le decorazioni di pasta di zucchero solo ai bordi (dentro non servono…non le vede nessuno e sarebbe uno spreco!) e poi si richiude il tutto con l’altra torta finendo l’opera con dei semini di sesamo fatti con pezzettini molto piccoli di pasta di zucchero bianchi!
torta a forma di hamburgher

Valentina Romano, una mammarisparmio col pallino dei dolci

SALAME AL CIOCCOLATO, RICETTA E INGREDIENTI PER ROTOLO GOLOSO

Come si prepara il salame al cioccolato, anche detto rotolo di cioccolato? Bastano pochi ingredienti e poco tempo per avere una torta buonissima.
Cosa serve per la prepazione, ingredienti:
  • 200 gr di biscotti secchi tipo oro saiwa
  • 100 gr di burro
  • 2 uova
  • 80 gr di cacao
  • 100 gr di zucchero
  • 50 gr di farina di mandorle

 

salame al cioccolato

Procedimento:
unire tutti gli ingredienti insieme, lasciando i biscotti per ultimi!
I biscotti vanno spezzettati e aggiunti alla fine al composto. Bisogna mettere il composto ottenuto su carta forno.
Attenzione! Se volete realizzare la torta a forma di hamburger, ricordate di dargli la forma dell’hamburger! Per non avere problemi di diametri differenti con le torte consiglio di porre il composto del salame nella stessa teglia dove sono state cucinate le torte!
torta a forma di panino hamburger
Una volta che ha preso la forma desiderata e che si è solidificato lo si può conservare in frigo per due giorni!

Valentina Romano, mammarisparmio pasticcera

IL CAFFE’ PERFETTO A CASA E AL BAR, COME PREPARARLO E RICONOSCERLO

Mia mamma è campana, di Torre Annunziata. Mio marito è colombiano, di Bogotà. Voi capite che, con queste premesse, a casa mia, il caffè è un argomento molto serio. In effetti lo è un po’ per tutti noi italiani. Quando ero in Sudamerica, per esempio, mi sono abituata a dover fare a meno di tante cose, ma ogni mattina non riuscivo a non pensare a quanto mi mancasse un buon caffè, “come quello di casa mia”.

Uno dei migliori caffè, se non il migliore, l’ho bevuto poco tempo fa negli stabilimenti della Vergnano, marchio italiano che dal 1882 produce caffè alle porte di Torino, utilizzando ancora gli stessi185643_1872367009797_6429471_n (1) metodi di tostatura di cento anni fa. Una tostatura lenta, infatti, regala al caffè un aroma ancora più pregiato e qui viene fatta non solo separando le varie qualità ma anche le diverse grandezze del seme.

Mettere un piede nelle industrie è sempre un’esperienza bellissima perchè ti dà la possibilità di vedere da vicino come nasce qualcosa. Vedere come nasce il caffè, come lo intendiamo noi, dopo che ha percorso migliaia e migliaia di chiloemtri dal centro e Sudamerica e dall’Africa è un’esperienza esaltante. E pensare che quei chicchi, qualche anno addietro, li avevo raccolti con le mie mani nella famosa “zona cafetera” colmbiana. Avete visto sopra? Le mie mani e il caffè formano come due cuori. Che strano!

20141029_102625Alla Vergnano abbiamo trascorso molto tempo nell’accademia, una vera e propria “scuola del caffè” per insegnare ai baristi i segreti del caffè perfetto. Il risultato finale, infatti, non dipende solo dal fatto di usare una buona qualità di caffè, ma anche da come si utilizzano i macchinari.

E allora ecco alcuni dubbi frequenti e qualche trucco del mestiere che vi faranno capire se andrete a bere un buonissimo o un pessimo caffè.

COME CAPIRE SE IL CAFFE’ O IL CAPPUCCINO DEL BAR SARA’ BUONO?

  • Controllate che il barista pulisca ogni volta la manopola con un apposito spazzolino. Non devono esserci residui di polvere del caffè preparato in precedenza. Se così fosse il vostro caffè avrebbe poi un sapore di bruciato che andrebbe a coprire il gusto di quegli aromi naturali propri del caffè.
  • Il caffè deve venire ben pressato affinchè l’acqua calda, filtrando, “porti con sè”, tutto il gusto del caffè.
  • Un buon caffè ha bisogno solo di 7 grammi di polvere di caffè. Tanta miscela, non siginifca per forza di cose un caffè più buono.
  • Se avete ordinato il cappuccino, controllate che il beccuccio del vapore dovebeccuccio cappuccio si monta il latte sia pulito. Il barista dovrebbe avere uno straccetto apposito per pulirlo ogni volta, per evitare che il latte bollente non stagni e si cuocia al di fuori diventando una sorta di “ricotta”.
  • Ogni volta che il barista finisce o inizia a montare il latte, dovrebbe far sfiatare il beccuccio perchè è probabile che ci siano ancora residui di latte vecchio al suo interno.
  • Quando il barista monta il latte, non ha bisogno di fare particolari acrobazie con il contentiore. Anzi più fermo sta, più il latte verrà omogeneo, senza fare bolle. Ecco perchè una buona crema non ha bisogno di essere sbattuta sul bancone (avete presente quel rumore assordante del contenitore sul bancone? Lo fanno per far uscire l’aria dal latte)
  • Il latte per il cappuccino deve essere rigorosamente freddo di frigo. Quando vedete pile di litri di latte accanto alla macchina del caffè non va bene. Come accade con la panna, una buona crema per un cappuccino si ottiene solo dal latte ben freddo.

 

COME PREPARARE IL CAFFE’ PERFETTO CON LA MOCA DI CASA?

  • La moca va pulita per bene ogni volta prima di preparare il caffè; ma attenzione, sarebbe meglio non usare il sapone. L’acqua è più che sufficiente!
  • La polvere di caffè va pressata ma senza esagerare. Il risultatoIMG_20141029_064434 deve essere compatto, senza vuoti d’aria ma nemmeno troppo spesso.
  • Utilizzate l’acqua calda. Il tempo che impiega l’acqua a raggiungere la temperatura, scalda tutta la moca, compreso il caffè, che si brucia! Dunque, mettere l’acqua già calda evita che la polvere di caffè si surriscaldi eccessivamente e perda il suo aroma originale.
  • Se avete pagato un euro al chilo il vostro caffè, è quasi sicuro che sia stato realizzato con chicchi si scarto. Quindi non potete aspettarvi un gran caffè!
  • Usare l’acqua minerale della bottiglia aiuta a ottenere un caffè più buono, dato che non siamo mai certi della composizione organica dell’acqua dei nostri rubinetti. E’ importante che tutti gli elementi siano ben bilanciati, come di solito accade con l’acqua in bottiglia. Non a caso il caffè dei Paesi arabi, dove l’acqua è desalinat,a non è proprio il massimo…
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Pausa caffè!

CURIOSITA’ SUL CAFFE’

  • Il  caffè lungo non ha meno caffeina rispetto a un ristretto. Anzi!
  • Se il caffè ha la crema vuol dire che è buono? E’ indice di qualità dei chicchi (che vuol dire hanno la giusta quantità di olio e gas) ma non è l’unico fattore da considerare.
  • La varietà Arabica ha un retrogusto più dolce e contiene meno caffeina; il tipo Robusto invece ha più caffeina e ha unIMG_20141029_122135 gusto più deciso.
  • Il caffè più caro al mondo viene dall’Indonesia, costa 500 dollari al kg ed è il “prodotto” delle feci di una specie di scoiattolino che si nutre dei semi del caffè. Una volta “fuori”, il seme viene recuperato e lavorato (vedi la foto qui a lato).
  • Nel sud Italia il caffè piace molto più forte e con un sapore più intenso. Per questo lì vengono commercializzati alcuni caffè dal gusto più intenso.
  • 20141029_125038Se volete un cappuccino all’italiana, all’estero chiedete un “flat white”
  • La prima coltivazione di caffè conosciuta della storia è yemenita, non a caso è qui, in Yemen, che si trova la città di Moca da cui deriva il nome della caffettiera
  • Il caffè può contenere al suo interno fino a 600 aromi diversi: cioccolato, legno, chiodi di garofano…
  • Il primo espresso della storia risale al 1903

E con questo è davvero tutto!

Grazie Caffè Vergnano per le tante cose imparate sul caffè e alla prossima!

 

INTERVISTA AD ALESSANDRO BORGHESE: LO CHEF “RIBELLE” DI STARWARS

alesssandro borghese disneyQuando mi hanno detto che avrei dovuto intervistare assieme ad altre mamme blogger lo chef fantasista Alessandro Borghese ho fatto un salto di gioia. Quando mi hanno detto che lo avrei intervistato sulla nuova serie Starwars Rebels  in onda tutte le domeniche sul canale Disney XD, di salti, ne ho fatti due.

Non sono una grande amante dell’arte culinaria ma lui è uno di quei cuochi in grado di appassionare anche chi, come me, in cucina non ci sa fare.

Alessandro, del resto, è un fuoriclasse. E non solo tra i fornelli. E’ simpatico, dsponibile, ecclettico, esuberante, accomodante, nei modi e nei fatti. Sì, perchè il ragazzo ormai – anche se ama definirsi “prima di tutto uno chef” – è bravissimo a vestire i panni di presentatore in fortunate trasmissioni tv, di giudice in Junior Masterchef Italia (avete notato com’è sempre attento e dolce con i bambini?), di attore come nel recente spot dello yogurt Activia e, adesso, anche nelle vesti di doppiatore di uno dei personaggi della serie  Starwars Rebels.

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E la cosa sorprendete è che passa da un ruolo all’altro con assoluta nonchalance. Tutto quello che fa, gli riesce bene.

Vogliamo aggiungerci pure che è un bel ragazzo, mamme? Anche l’occhio vuole la sua parte ;-)!

“Gli insegnanti, di me, dicevano sempre: è bravo ma non si applica – ci racconta Borghese con il suo timbro inconfondibile – Ai libri ho sempre preferito il lato pratico delle cose, così non ho avuto dubbi tra l’andare all’università o imbarcarmi su una nave da crociera. Ho cominciato dal basso, mi sono fatto tutta la gavetta e, oggi, eccomi qua:  sono 17 anni ormai che vivo in cucina e  sono sicuro di aver fatto la scelta giusta. Non ho mai deviato perchè la cucina ti permette di continuare a imparare tutta la vita, è un linguaggio internazionale, un lavoro che dà certezze”.

Di questo ne è sempre stato convinto e ha tutte le ragioni per dirlo2014-10-20 12.54.06 dato che è stato uno dei pioneri che ha portato il food sul piccolo schermo. Pensate che la sua trasmissione“Cortesie per gli Ospiti” è in onda addirittura dal 2004!

Forse non tutti sanno che Alessandro è figlo della famosa attrice Barbara Bouchet, vero sex symbol degli anni ’70: “E infatti da figlio maschio non è sempre stato facile avere una madre così bella – scherza Alessandro – ma il vero attore in famgilia è papà, le cui origini napoletane non mentono!”.

Con queste premesse, ovvio che la recitazione ce l’abbia nel sangue, anche se non gli è mai passato per la testa di trasformarla in un lavoro vero e proprio.

“Doppiare il mio personaggio è stato divertentissimo, era la mia prima esperienza di doppiaggio ed è andata al di là delle mie aspettative. E poi io sono un fan sfegatato della serie StarWars, da sempre. Sono felice che abbiano realizzato questa serie perchè dà la possibilità anche ai bambini di oggi di conoscere le avventure di Guerre Stellari, che sono un po’ diverse da come ce le ricordiamo noi. L’aspetto che accomuna la vecchia e la nuova versione sono i tanti messaggi positivi che contengono al loro interno!”.

EZRAE visto che la serie StarWars Rebels parla di persone che hanno il coraggio di ribellarsi, gli chiediamo se anche lui abbia mai fatto qualcosa di ribelle nella vita…

“Sicuramente sposarmi! Oggi come oggi convolare a nozze è da considerarsi una sorta di trasgressione”, (ride!).

Non entriamo nei dettagli ma possiamo immaginare le motivazioni che stanno alla base di una risposta simile :-). Del resto,  si è trattato di una “trasgressione” più che comprensibile dato che sua moglie (ex modella) è una donna bellissima.

Alessandro Borghese, infatti, è anche papà di una bimba di quasi tre anni che non vuole mai mettere le scarpe la mattina quando è il momento di andare a scuola…

E questi dettagli così “umani”, sicuramente, ce lo fanno piacere ancora di più!

E sul finale una notizia che interessa in particolar modo noi mammerisparmio che ho trovato su Twitter. Dato che i vostri figli, non appena vedranno la serie StarWars Rebels vorranno le carte collezionabili, perchè non averle gratis? Grazie ancora a Disney, sempre molto generoso con i bambini e noi mamme (ricordate anche l’iniziativa “Al cinema gratis con DisneyJuniorParty?)

 

Entra in #StarWarsRebelsIT presso tutti i Disney Store. Dì “Sabine” e ricevi le carte collezionabili gratis. pic.twitter.com/Q9QnQvstTl

starwars rebel

— Star Wars Italia (@StarWarsIT) 17 Ottobre 2014

CON L’ASCIUGATRICE DITE ADDIO AL FERRO DA STIRO E ALLE ALLERGIE

Io a questa storia degli elettrodomestici, che “più spendi, meno spendi” non ci credevo tanto. Un po’ perchè prima di diventare mamma della casa, più di tanto, non mi è mai importato, un po’ perchè non avevo mai avuto la possibilità di toccare con mano la differenza.

Ultimamente però ho la fortuna di provare certi elettrodomestici di grandissima qualità e finalmente comincio a capire cosa spinge una persona a pagarsi a rate un aspirapolvere come il Folletto o un robot da cucina come il Bimby. Oltre all’incontrovertibile qualità di questi strumenti, l’aspetto che più mi preme sottolineare è il tempo che ti fanno risparmiare.

Perchè come sapete bene, non stiamo parlando di marchi economici. Eppure quante pentite del Bimbi conoscete?

Oggi voglio raccontarvi di una nuova stirasciugatrice Agento Professional, prodotta dalla società veneta House to House. Così asciugatricecome l’aspirapolvere Dyson, questo alleato di casa è l’ideale per chi soffre di allergie, in particolare agli acari della polvere. Per capirci, stiamo parlando di un elettrodomestico di tipo professionale, usato anche dalle lavanderie o negozi per parrucchieri.

Agento non è un’asciugatrice come tutte le altre. Il suo plus sta nel quantitativo di aria che circola all’interno dell’apparecchio – 3  m³  – tre volte superiore a quello di un’asciugatrice qualunque.

L’utilizzo di questo macchinario permette di eliminare completamente l’utilizzo di ammorbidenti, perchè i tessuti escono già molto soffici, accarezzati come sono dai continui flussi d’aria e vapore. A mio modo di vedere (il modo, cioè, di una persona estremamente pigra in casa!) l’aspetto più allettante consiste nell’eliminazione quasi totale della parola stiro.

Uno dei miei post più fortunati dopo quello del detersivo è quello che promette di buttare via il ferro da stiro, anche questo scritto da una mammarisparmio.

asse da stiro ferro da stiro

In effetti, il sogno un po’ di tutte noi è proprio questo: poter dedicare quelle 4-5 ore a settimana che dedichiamo allo stiro per fare ciò che più ci piace. Ma vi rendete conto che passiamo almeno 20 ore al mese della nostra vita davanti a un’asse da stiro? Quasi un giorno? Mi vengono i brividi solo a pensarci.

Grazie ad Agento Professional ho visto che la maggior parte dei panni non ha bisogno di essere stirata. Si mette nel cestello e poi si ripone direttamente nell’armadio. Solo le camicie, se proprio avete il marito perfezionista che magari lavora in banca, hanno bisogno di una botta veloce. Ma niente più appretti o litri di acqua distillata. Comunque per fortuna il mio, di marito, non lo è! 🙂

Inoltre utilizzerete molto meno detersivo perchè i capi continuano a essere “bonificati” anche all’interno della stirasciugatrice. L’ariahouse to house asciugatrice ossigena, purifica gli abiti, entrando tra le fibre e portando via anche le particelle di sporco minimesimali.

Un’asciugatrice in casa è l’ideale per le famiglie numerose, per chi fa tante lavatrici ma anche per chi ha poco spazio in casa. Io per esempio ho un open space e quando stendo in cucina, si vede anche dalla camera da letto (dove di solito tengo già un altro stendino).

Ecco tre buone (anzi buonissime!) ragioni per comperare questa stiralavasciugatrice:

  • In meno di un’ora asciuga tutto il bucato, quando altri modelli richiedono molto più tempo
  • Meno tempo = meno consumi. Circa 30 centesimi per ciclo
  • Asciuga tutti i tipi di tessuto: dal cotone alla seta, dal nylon alle scarpe da ginnastica

Se desiderate ulteriori informazioni su Agento Professional potete contattare questo numero. Soddisfatti o rimborsati, 5 anni di garanzia, assistenza diretta in tutta Italia.  Si tratta di un investimento sul vostro tempo.

Di recente ho anche prestato la mia immagine, assieme alle altre mamme blogger Barbara Siliquini di Genitori Channel, Manuela e Sabina di MammeAcrobate e a Chiara delle Funky Mamas, per la promozione questa asciugatrice. In cambio abbiamo chiesto all’azienda di regalare all’associazione Casa di Fata Onlus una lavatrice e un’asciugatrice che verranno consegnate a breve. La Fata Onlus è una casa famiglia che promuove l’affido familiare di bambini poco fortunati e aiuta le mamme in difficoltà.

Ecco le foto del giorno della consegna, il sorriso della responsabile della casa famiglia parla da solo…non trovate? 🙂

Ecco, l'arrivo dell'asciugatrice

Ecco, l’arrivo dell’asciugatrice

Il capo della comunicazione, l'ad di House to House e la responsabile della Fata Onlus

Il capo della comunicazione, l’ad di House to House e la responsabile della Fata Onlus

Una lavatrice e un'asciugatrice nuove di zecca per la casa famiglia

Una lavatrice e un’asciugatrice nuove di zecca per la casa famiglia

 

 

GRAZIE ancora al gruppo House to House.