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PAURA DI MORIRE DI PARTO DOPO UNA GROSSA EMORRAGIA

Un bambino giudicato da subito troppo grande, nato con la manovra di Mc Roberts per distocia della spalla. E poi l’emorragia dopo il distacco di placenta. Adesso Katiuscia quando pensa al secondo figlio ha paura di morire, eventualità che non ha escluso la ginecologa. Lei vorrebbe il cesareo…

Sono Katiuscia, mamma di Edoardo, nato il 14 agosto 2013.
Volevo esporti il mio problema per poi poter sentire altre mamme. Partiamo dal pricipio.
Il mio bambino è sempre stato grande, lo hanno sempre visto anche nelle varie visite che ho fatto. A 32 settimane ho delle piccole perdite, vengo ricoverata: sono già dilatata di 2 ed il collo dell’utero accorciato.
katiusciaFanno al bimbo le punture per sviluppare i polmoni ed una terapia per rallentare le piccole contrazioni che avevo. Riesco a superare questa fase delicata e resto qualche settimana a riposo. Così se nasce a 37 settimane non ci sono problemi…ma a 36 rieccomi costretta a un altro ricovero. Edoardo, essendo grande, spinge sui reni e mi provoca delle coliche renali. Superiamo anche questa, mentre io rimango con il collo dell’utero accorciato e dilatata di 3 centimetri.
Si avvicina la data presunta del parto: il 13 agosto.
Due settimane prima mi reco in ospedale per il  day hospital e anche in quell’occasione mi ripetono che il bimbo è grande. A questo punto ho paura sia per lui (che possa rimanere con la spalla incastrata durante il parto) sia per me.
Mi rispondono che non ho problemi visto che sono alta 1.67 posso tranquillamente avere un bimbo di 4kg. Questo è anche quello che mi diceva la mia ginecologa nelle varie visite…
Arriva il giorno del parto!
Inizio con le contrazioni alle 4 di notte e aspetto fino a quando si rompe il sacco alle 14. Poi mezz’ora dopo sono in ospedale già completamente dilatata. Edoardo nasce alle 17.35 con manovra di Mc Roberts per distocia di spalla. Per fortuna sta bene. Pesa 4,364kg ed è lungo 50 cm.
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“Newborn” by arztsamui

E adesso arriva il bello. Esce la placenta e parte l’emorragia: 1 litro di sangue in 5 minuti. Lì è stato l’inferno per fermare l’emorragia anche se alla fine tutto è andato bene. Comunque ho fatto 1 settimana di ospedale dove ho ricevuto 2 sacche di sangue, 1 di plasma e ferro in vena.  

Ecco io vorrei chiedere alle altre mamme se dopo un’esperienza simile alla mia hanno avuto altri bimbi.

 

Io ho paura di morire perché così la mia ginecologa mi ha detto: “Purtroppo signora questo è il rischio di tutti i parti. Può essere che sia lei fatta così, può essere che non le succeda più come può essere anche che muoia…”

Io penso che Edoardo per il mio corpo fosse troppo grande. Perché non sono intervenuti qualche settimana prima con un cesareo? Loro dicono che con il TC c’è ancora più perdita di sangue Mi piacerebbe che si parlasse di questo problema dell’atonia post partum.
Grazie Katiuscia

ARRIVEDERCI CESAR, ROTTA SU SAN PAOLO

Siamo arrivati alla fine della seconda avventura. Quella che pensavo fosse Salvador e il mare dell’isola di Itaparica e che invece e’ stata principalmente Santo Antonio de Jesus. Se non ci fossero state le parentesi Cacho Prego e Pelourinho, direi che sarebbe stata un’esperienza decisamente deludente. Non finiro’ mai di ringraziare Cesar e la sua famiglia per l’ospitalita’ che ci hanno concesso, anche se talvolta e’ stata eccessiva, come se avessero in casa due sedicenni alle prime armi e non due ultratrentenni in fase di lavoro.

Preifetura di Santo Antonio de Jesus

Preifetura di Santo Antonio de Jesus

Non e’ colpa loro se dimorano in una citta’ che non offre alcun spunto di interesse (e quei pochi che offriva, forse festa di San Giovanni, ci sono stati caldamente sconsigliati), ma dopo l’avventura da incubo di Guandu, la situazione e’ decisamente precipitata, fino agli ultimi due giorni, dopo il ritorno da Salvador, nella quale abbiamo solamente cambiato divano e partita da guardare: il Brasile da amici, la Colombia a casa, l’Olanda dagli stessi amici che avevano ancora molta carne da cuocere, la Costarica a casa, in una domenica assai frustrante, vista la pioggia che ci ha negato la possibilita’ di fare una giornata di mare, l’ultima prima di partire alla volta di San Paolo. E’ vero che non siamo qui in vacanza, ma non e’ stato solo il mare a mancare. Rio Preto dista chilometri e chilometri dall’oceano, ma ogni giorno c’era un’adrenalina speciale quando ci si alzava al mattino. Qui, a parte le suddette parentesi, mai. Non si e’ creata l’empatia con le persone. Sono state tutte accoglienti, ma mai calde come in Amazzonia. Gli stessi bambini, per quanto belli, mi sono apparsi diversi rispetto ai “miei”…ecco…non li ho mai sentiti miei. Non ho mai sentito mia questa citta’ e la sua gente. Non so se sia la diversita’ sociale, il fatto che qui potessimo essere in Brasile, come altrove, ma le emozioni o si trasmettono o non si trasmettono. E qui non me le hanno trasmesse. Ripeto, vorro’ sempre bene a Cesar, Clotilde, Mag, Uellingtone (ho scoperto che si scrive come si dice), perfino allo zio Fredo, ma non e’ scoppiata la scintilla con tutto cio’ che li circonda. Spero che Cesar possa venire presto a trovarmi in Italia, per restituire in parte quanto mi ha dato in questi anni, perche’ mi e’ sempre stato vicino, soprattutto quando non speravo piu’ di venire qui. Mi ha invitato al matrimonio di Mag a novembre, mi ha promesso che mi portera’ una churrasquera originale quando verra’ qui, mi ha detto che rimarremo amici per sempre e che spera di poter lavorare con me su un progetto legato alle scuole calcio.

Churrasquera, presto sarai mia!

Churrasquera, presto sarai mia!

Ecco, sono davvero felice di averlo conosciuto…ma se solo mi avesse detto che il suo “vicino al mare” distava 90 chilometri dalla verita’…beh…lo sarei stato di piu’. Si dice che non si possa avere tutto dalla vita. In effetti e’ cosi’, il Mondiale e’ entrato nel vivo, molti italiani, colleghi compresi, sono gia’ a casa, io sono ancora qui. Certo, il mio e’ un Mondiale diverso, ma proprio per questo ancora tutto da vivere. A partire dal primo luglio, con lo sbarco a San Paolo.

VINCI IL PANTALONE INDISTRUTTIBILE CHE CRESCE CON TUO FIGLIO

Pantaloni belli, resistenti, adatti anche ai bimbi più magri, che seguono tuo figlio man mano che cresce? Ce li ho!

LogoFRE’ un vero piacere parlarvi di questo prodotto che ho avuto l’occasione di testare di recente grazie al sito francese vertbaudet, specializzato nella vendita online di abbigliamento per bambini e dal 2012 approdato anche in Italia.

Belli ma soprattutto “risparmiosi”! Sì, perchè con soli 19,95 euro vi vertbaudet2portate a casa un pantalone semplicemente ge-nia-le! La forza di questo indumento, oltre al fatto di essere indistruttibile, è quella di “crescere” con il tuo bambino. All’interno del pantalone infatti c’è uno speciale bottone che si usa con i bambini più magri e minuti per stringere il girovita; poi quando il vostro pargolo comincerà a mettere su un po’ di “pancetta” (;-)) potrete passare all’altro bottone.

Questo discorso, nel modello che ho scelto (simile a quello sotto), si può fare anche per la lunghezza: adesso le tengo il risvolto alto, poi quando Babyrisparmio comincerà a crescere in altezza, con un semplice “click” il pantalone si allungherà come per magia di almeno 10 cm. Questi super pantaloni sono disponibili per bambini dai 2 ai 14 anni. 

I bambini infatti – eccezion fatta per i primi 18 mesi, quando cambiano decisamente forma – crescono soprattutto in altezza ma restano più o meno uguali in vita anche per anni; spesso ci si ritrova con pantaloni che calzano alla perfezione nel punto vita ma con un brutto effetto “acqua in casa”.

Per chi se la cava col cucito o ha una nonna che cuce, il consiglio è di darci un taglio e trasformare i pantaloni in degli shorts; sempre che siano estivi, altrimenti meglio passarli a qualche altro bimbo.

Ora però niente più tagli! Grazie a questi pantaloni sarò a posto per almeno 3-4 anni (l’ultimo step sarà il modello “alla marinara”, come li porta il bambino in alto a sinistra)...almeno spero, visto che Babyrisparmio cresce alla velocità della luce.

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Cliccate sopra l’immagine per vedere a destra l’etichetta che mostra la tecnologia vertbaudet

Quelli che vedete sono i primi a sinistra qui in basso: un classico jeans, ma con delle finiture molto belline che lo impreziosiscono come la cinturina rosa e i bottoncini a cuore <3!

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Guardate che belli anche quelli nella versione maschile. E questi sono solo alcuni modelli disponibili.

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Ma non vi ho ancora detto la cosa più bella, una di voi potrà aggiudicarsi questo pantalone GRATIS. Fra tutti i fan della pagina Facebook che commenteranno e condivideranno il post dedicato a questo giveaway (cerca il pantalone…scorri tra le ultime foto della pagina!), estrarrò una fortunata mamma che vincerà un paio di pantaloni vertbaudet.

 

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UNA CURSIOSITA’

Perchè questo pantalone simbolo della maison è così famoso per essere indistruttibile? Si tratta di un tipo di lavorazione speciale: una tessitura e fibre più spesse rispetto alla norma che rendono il prodotto finale molto più robusto.

SUL SITO VERTBAUDET

Qui oltre ai pantaloni potete trovare tante altre offerte moda bambino, in ogni caso vi ricordo che vale sempre la formula “soddisfatti o rimborsati” per cui il cliente ha 15 giorni per cambiare l’articolo o chiedere il rimborso.  vertbaudet1Inoltre garantisco per consegne rapide a  tariffa unica di 5,90 euro (questa è una cosa importantissima mamme, perchè tanti siti aumentano le spese di spedizione anche se aggiungi un fazzoletto da 20 gr. Qui no!). Dulcis in fundo la cosa più importante per rassicurare chi è restio a fare pagamenti online: tutte le informazioni inserite sono codificate, garantendo sicurezza e privacy delle transazioni.

Con questo vi ho detto veramente tutto…non mi resta che augurarvi buona fortuna! 🙂 

Cliccando su ISCRIVITI dichiaro di aver preso visione dell’ Informativa privacy resa da Mammarispamio.it ai sensi dell’Art. 13 D.lgs. 196/2003, di rilasciare il consenso al trattamento dei dati personali per ricevere comunicazioni pubblicitarie e promozionali sui servizi mammarisparmio, usufruire di sconti, omaggi ed offerte esclusive

PELOURINHO E I COLORI DI SALVADOR

Si lascia Salvador e si torna a Santo Antonio de Jesus. Due cittá assolutamente diverse: il giorno e la notte, l’arte e la banalità. In due giorni abbiamo visitato lo splendido Pelourinho e il lungomare Farao. Abbiamo visto i caratteristici colori di Salvador, le discese veramente ardite con un pavè assai instabile e le importanti risalite, con pittoresche costruzioni, resti di un’epoca splendente che sembra stia diventando decadente. Abbiamo trovato tanta pioggia e poco sole. Lo splendido cielo che abbiamo lasciato in Amazzonia, nello stato di Bahia, ci ha fatto compagnia solamente il primo giorno a Itaparica. Tuttavia, anche sotto l’acqua il Pelourinho ha il suo fascino.

Il Pelourinho

Il Pelourinho

Le chiese barocche e rococò sono ovunque, San Francesco è spettacolare, anche se le tante bancarelle della festa di San Giovanni “rovinano” il panorama. Di notte, poi, tutte le chiese sono illuminate da faretti, che le rendono ancora più particolari nella splendida luce che si crea mescolandosi con le loro facciate colorate.

San Francesco

San Francesco

Ho passeggiato nel Pelourinho di notte e con me c’erano altre centinaia di persone. Ho visto qualche vagabondo, qualche senzatetto, ma non ho minimamente intuito pericolosità. “Con il Pelourinho non si scherza”, “Il Pelourinho è molto pericoloso”, “Stai attento al Pelourinho”. Questi sono solo alcuni degli avvertimenti che ho ricevuto. Beh, o sono stato fortunato io a percorrerlo in lungo e in largo in questi giorni, o la sicurezza è cresciuta per il Mondiale, o il terrorismo psicologico fa sempre più proseliti. Opterei per quest’ultima, ma sarò più preciso se e quando appoggerò nuovamente piede su suolo italico. Per intanto ho buttato la classica moneta da dieci centisimi nella fontana di fianco alla Cattedrale; certo, subito si è fiondato un vagabondo per cercare di prenderli dall’acqua (mi pare fosse l’unica moneta presente, inutile spiegare perché), ma in questa città vorrei veramente tornare e, magari, farlo con il mio bimbo. Se la leggenda della moneta vale anche qui, da queste parti mi rivedranno.

Chiesa del Boqueirao

Chiesa del Boqueirao

Chiudo con uno spot: se doveste avere voglia di venire qui, consiglio caldamente la Pousada Boqueirao. La vista dalla camera la vedete in foto. Ho cenato ottimamente, la colazione era a dir poco sontuosa. Ho ritrovato il gusto di mangiare dopo diversi giorni. Piccolo particolare…è gestita da due fratelli italiani e il diverso standard si vede tutto…

Vista mare dalla Pousada Boqueirao

Vista mare dalla Pousada Boqueirao

“DITE ALLA MIA FAMIGLIA CHE SONO AL MONDIALE”

Finalmente Bosnia – Iran. Il 25 giugno rimarrà sempre nella mia memoria come il giorno dell’esordio mondiale. Davanti a 48mila persone, all’Arena Fonta Nova di Salvador si è consumato questo straordinario evento. Siamo partiti da casa con due ore di anticipo. Il percorso era praticamente obbligato. Arrivo in immenso centro commerciale, parcheggio e via sulla nuovo metropolitana della città, inaugurata l’11 giugno e ancora in gran parte incompleta. I brasiliani, in questo, ma non solo, sono molto simili agli italiani. Lavori elefantiaci completati (male) all’ultimo momento. La metro non è interrata, ma viaggia su viadotti che tagliano interi quartieri. Il viaggio per arrivare allo stadio dura circa dieci minuti. La gente pare eccitatissima da questa novità, un’altra tappa di un progresso che è arrivato da pochi anni e che fa da contraltare a una miseria allucinante, totalmente visibile dai finestrini della metropolitana.

Arriviamo in prossimità dello stadio a circa quarantacinque minuti dall’inizio della partita.

Arena Fonte Nova, lo stadio di Salvador

Arena Fonte Nova, lo stadio di Salvador

Ci sono tantissimi brasiliani, pochi iraniani e qualche bosniaco. È un evento e come tale va vissuto. In fondo lo sto facendo anche io. Il fatto tecnico passa in secondo piano. É poco più di un’amichevole e questo si percepisce soprattutto nelle vicinanze dello stadio. L’Arena Fonte Nova si trova in pieno centro. I coloratissimi brasiliani invadono le vie con i suoni tipici della samba, tante famiglie, tutte vestite di giallo, si preparano ad assistere all’incontro. Io credo che molte di esse non sappiano neanche dove siano ubicate Bosnia e Iran, ma anche questo è il Mondiale. Dopo aver passato diversi sbarramenti, eccoci finalmente dentro l’impianto. Siamo posizionati alle spalle di una porta, a circa quindici metri dal campo.

Bosnia e Iran scendono in campo

Bosnia e Iran scendono in campo

La posizione è ottima, l’emozione è forte, ripensando a tutto il lavoro fatto per arrivare fin qui, circondato da gente proveniente da tutto il mondo, per assistere da spettatore privilegiato all’evento calcistico più importante degli ultimi anni. Ci sono anche io. Finalmente! Probabilmente incornicerò questo biglietto, come testimonianza di questo sogno realizzato. La Bosnia vince 3 a 1, Fonte Nova si conferma ancora molto generosa in fatto di reti. Entrambe le squadre si salutano con grande sportività al termine del match. Il loro Mondiale finisce qui. Il mio proseguirà ancora, ma mi godo gli ultimi istanti seduto davanti a un campo ormai vuoto. Mi dispiace lasciare il mio posto, ma è tempo di andare.

Fine del match

Fine del match

In metropolitana scorgo una ragazza con un cartello scritto in portogheae che recita così: “Dite alla mia famiglia che sono al Mondiale”. Semplice, ma essenziale!!

UN SOGNO ATTESO UNA VITA DIVENUTO REALTA’

Mentre noi sbarchiamo a Salvador, l’Italia saluta il Mondiale perdendo contro l’Uruguay. Abbiamo visto la partita in una casa della periferia, appartenente alla persona che ci ha venduto i biglietti per la partita tra Bosnia e Iran.

L’amico di Cesar, l’ennesimo di questi giorni, ci consegna gli agognati ingressi, poi ci fa salire per la partita. Presenti al momento dell’entrata in casa: la moglie, la suocera ottantanovenne e una sorella. Oltre a me, il mio socio, Cesar e l’impreacindibile Clotilde. Le donne preparano il pranzo, mentre noi guardiamo la partita. Trenta minuti di nulla in campo, mentre la tavola si riempie. Spaghetti al pomodoro e l’immancabile fagiolata, poi carne e tante verdure. Da sfamare un reggimento. Esagerati…penso. Si comincia a mangiare nella piccola sala, con solo quattro sedie disponibili. Piatti in mano e via, non stiamo a sottilizzare. Proprio all’inizio del secondo tempo, ecco che suona il campanello. Il cibo non era tanto!
Arriva il reggimento, composto da tre sorelle, un figlio, la nuora e tre nipoti. Forse mi sono perso qualcosa. Di sicuro ora non vedrò più la partita, ma la guarderò solamente, tra il vociare e l’agitarsi di posate di questa ennesima carrambata brasiliana. Marchisio viene ingiustamente espulso, si mette male, Godin segna di testa. In dieci alziamo bandiera bianca. Siamo fuori, così come quattro anni fa in Sudafrica. Mentre in Italia iniziano i processi, noi ci dirigiamo verso il centro storico di Salvador, il famigerato Pelourinho, popolato di persone in festa per il giorno di San Giovanni. E’ solo un assaggio della città, molto attraente nella sua decadenza. Scendiamo dall’ascensore Lacerda, che collega la città alta con il porto e ci dirigiamo da Isaac, amico d’infanzia di Cesar, che ci ospiterà per un paio di notti.

Quando in Italia sarà pomeriggio, inizieremo la nostra marcia verso l’Arena di Fonte Nova, per il nostro straordinario esordio mondiale.