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GLI OCCHI DEI BAMBINI DELLA FAVELA E LA LORO INFANZIA NEGATA

Oggi, il nostro giornalista ha toccato con mano il lato peggiore del Brasile: la povertà. Riassumibile in una parola sola: favela. Non quella famigerata di Rio o quella vista ieri a Manaus; quella di Rio Preto, distanti pochi passi dalla casa di Padre Robert.

La favela di Rio Preto

Strade dissestate, piene di buchi che paiono crateri, pendenze da Mortirolo, quasi impossibili da affrontare con una macchina normale. Poi le case, una appiccicata all’altra, alternate, quasi in una sorta di beffardo progetto edilizio, da quella colorata pastello a quella con il mattone a vista, un insieme di muri che paiono quasi sincopati, non fosse che la rigogliosa vegetazione che fa da cornice al tutto renda il paesaggio assolutamente unico, nella sua miseria.

Il tanfo che sale dai rigagnoli che costeggiano le strade invade l’aria, il rosso vivo della terra si accompagna a qualche pezzo di asfalto. Le buche piene di liquido stagnante si trasformano in piscine per enormi tafani che volano al pelo dell’acqua. Qui non ci sono bandiere brasiliane, non si vedono lustrini verdeoro. A pochi passi da qui stanno dipingendo una strada intera con i colori della loro speranza mondiale.

IMG-20140611-WA0008Qui la speranza non rimbalza con un pallone, ma è impregnata dal lento scorrere del tempo, in un caldo soffocante che rende la strada, leggermente coperta dall’ombra delle lamiere, l’unico rifugio possibile durante il giorno.

Però, poi, la sorpresa è lì che ti guarda, con occhi vispi e furbi, gli occhi dei tanti bambini che si affacciano lungo la via. Sorridono, alzano il pollice della mano destra e rendono il panorama ancora più incredibile. Il giornalista ama i bambini…ma quelli non li aveva mai visti.

Sentito parlare, certo, ma vederli, parlare con loro, improvvisare un dialogo in portoghese, quello proprio no. Non pensa siano felici di stare lì, probabilmente la loro infanzia finirà presto, inghiottita da quello che è il tunnel più facile da imboccare da queste parti, la droga e il crimine, ma per il momento ridono, ridono di lui, che è arrivato fin qui per giocare il suo Mondiale.

Oggi non ha visto palloni rotolare, ma quegli sguardi, quei paesaggi, li porterà dentro di sé, in quel bagaglio che ogni giorno si riempie di cose nuove, che lo lasciano sbalordito, forse  più di quei bambini, ancora  incantati dal suo passaggio nella favela, un luogo  che sembrerebbe dimenticato da Dio e che lui non dimenticherà mai.

COME USARE BENE IL FRIGO PER RISPARMIARE

Siete tra quelle convinte che gli elettrodomestici che più consumano energia  siano il phon, il ferro da stiro o la piastra dei capelli? Allora sbagliate! In effetti, l’elettrodomestico responsabile della maggior parte del consumo elettrico in una famiglia è il frigo.

ID-10041065Come mai il frigo? Perché è l’unico che rimane accesso tutto il giorno, 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno. Per quanto possa essere nuovo e appartenente ad una classe di consumo energetico appropriata (cioè, da A+ in su), il frigo è comunque quello che più incide sulla bolletta della luce. Peggio ancora se è vecchio!

Gli altri elettrodomestici che ho menzionato invece consumano molta corrente elettrica, che non è lo stesso. E poi, li usiamo solo per qualche momento, e nemmeno tutti i giorni.

Tuttavia, c’è qualcosa che si può fare per diminuire l’elettricità consumata dal frigo (senza spegnerlo, è chiaro).

Prima di tutto, se il frigo è vecchio di 10 anni, cambiartelo con uno in classe A+++. Costano di più ma l’investimento si recupera in meno di un anno.

In cucina, scegliete la zona meno calda per posizionarlo. Ovviamente mai accanto al forno! Collocatelo poi ad almeno 20 cm di distanza dal muro, così il calore del motore si disperde bene.

Perché il frigo funzioni più efficientemente bisogna tenerlo pulito e ordinato. Pensate che questo non c’entra con il risparmio energetico? Invece sì! Se il frigorifero è disordinato, perderete più tempo cercando qualcosa all’interno, mentre la porta rimane aperta. Poi, riempirlo troppo fa sì che il motore lavori di più perché l’aria fredda non può circolare bene, consumando più elettricità.

Non c’è bisogno di mettere tutto nel frigo. Anzi, alcuni alimenti si conservano meglio fuori, come ad esempio i pomodori, che con il freddo perdono sapore e aroma, oppure le patate, le cipolle e l’aglio, che con l’umidità germogliano prima. Il pane diventa stantio in contatto con il freddo, il miele si cristalizza e nei frutti dei boschi e fragole si accelera l’insorgenza delle muffe.

ID-10044207E’ sempre valido il vecchio consiglio di non introdurre alimenti caldi nel frigo (ditelo anche ai vostri mariti…anche se sono bellocci come quello qui a destra! 😉 ) e pulendo le serpentine della parte posteriore potete ridurre il consumo energetico fino al 30%.

Infine, vi ricordo che per tagliare le bollette della luce, oltre ad utilizzare consapevolmente gli elettrodomestici, è importante scegliere una tariffa luce adatta alle vostre esigenze. Con le offertedel mercato libero, in effetti, è possibile risparmiare oltre 100 euro all’anno. Per conoscere queste tariffe convenienti, rimando al portale di confronto SosTariffe.it

PADRE ROBERT, CON LUI IN UNA FAVELA TRA I MALATI

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Padre Robert, le infradito sono un must in Brasile

Oggi vogliamo parlare di Padre Robert, l’uomo che sta ospitando i nostri eroi in questa prima parte del loro viaggio. La sua missione si trova a 70 km da Manaus, in una città di 30mila abitanti, chiamata Rio Preto da Eva. Sulle qualità umane di quest’uomo, niente da dire, ma la sua irrealtà è difficilmente comprensibile se non lo si conosce perfettamente.  Cronaca della giornata di ieri.

Padre Robert: “Andiamo a trovare due malati. Il primo è un ragazzo che ha avuto un incidente in bicicletta, il secondo uno dei responsabili laici della sua parrocchia, colpito da un ictus”.

Bene.  Si parte alle 14 da Rio Preto.  Prima tappa il ragazzo, unIMG-20140611-WA0006 quattordicenne di nome Lucas, che non è nient’altro che un biker, ovvero uno di quei ragazzi che eseguono acrobazie in sella a BMX. Peccato che in una di queste, sia caduto rovinosamente rompendosi il naso e subendo un trauma cranico. Non era il genere di malato che i nostri eroi si aspettavano, ma Padre Robert aveva omesso (o forse non sapeva) cosa il ragazzo stesse facendo al momento dell’incidente.

Seconda tappa, Manaus. Vicino all’Università dell’Amazzonia, vive il figlio di Modesto, uno degli aiutanti laici di Robert. Purtroppo il padre, abitante di Rio Preto, è stato colpito da un ictus circa un mese fa e si è trasferito dal figlio a Manaus, per la vicinanza con il centro dell’Ospedale 28 Agosto.

Il giornalista, conscio della Manaus vista il giorno precedente, chiede al Padre: “Stiamo entrando in una favela?“, e la risposta serafica: “No, qui vivono tutti così”. Bene, il nostro eroe non è certo un esperto di favelas, ma tra una zona popolare vicino al centro della città e un ammasso di casupole che si arrampicano su salite spaccagambe, con rigagnoli e strade strette e piene di buchi, non ha molta difficoltà a capire la differenza.

La casa in cui entrano è poco illuminata, molto modesta, con un piccolo ventilatore che prova invano a sconfiggere un’umidità elevata. La moglie e la figlia di Modesto ci accolgono con molta umiltà. L’uomo è immobile sul letto, l’ictus sarà stato anche leggero, ma i segni sono abbastanza evidenti. Non parla, ma capisce tutto. Capisce che quei due ospiti italiani sono lì per filmare Padre Robert durante la sua missione. Con tutto il rispetto per Lucas, la scena è piuttosto toccante. L’amore dell’anziana moglie, unito all’umiltà con il quale ringrazia il Padre, colpisce davvero le anime della nostra coppia. La visita termina con la recita del Padre Nostro.

IMG-20140611-WA0004Si ritorna a Rio Preto? Per nulla, Padre Robert dice ai due passeggeri del suo Suv che dovrà fermarsi un attimo a comprare delle piastrelle. Piastrelle? Avete capito bene. Il Padre sfrutta la manovalanza a disposizione per farsi aiutare nella costruzione della sua Chiesa. “Ogni volta che vengo a Manaus – dice sardonico – porto qualcosa per la missione”.  La scena è surreale. I tre entrano in un grande negozio, chiamato Beny e assistono all’acquisto. Dopo più di venti minuti Padre Robert ha deciso. Niente piastrelle, si compra un lavandino, alcuni rubinetti e tre specchi. Il commesso, nell’attesa di imballare il tutto, regala ai nostri eroi un cappellino e un graditissimo gelato.

Quando si dice l’ospitalità brasiliana….

Fatta anche questa commissione, si ritorna a casa? Macché! Padre Robert si ricorda di una pratica ancora aperta: l’incidente del giorno precedente. Chiama la donna che ha tamponato e si ritrovano nella stessa via di ventiquattro ore prima. Qui la scena diventa totalmente surreale. La donna chiede 1500 reais (circa 500 euro) a Padre Robert che, ovviamente, si rifiuta di pagare cash e si comporta come meglio non è possibile: assunzione di colpa, assicurazione…insomma….tutto nella norma?

Qui parte un lungo conciliabolo telefonico tra la donna e un non ben precisato interlocutore. Mezz’ora di chiamata, il buio invade la scena. I due ospiti italiani si guardano basiti. Solo questo sarebbe un film. Alla fine, dopo più di quaranta minuti, ecco che Padre Robert prende in mano la situazione, dà i suoi estremi alla donna, minacciandola di rivolgersi a un avvocato. E’ la svolta! La donna si arrende e accetta la soluzione assicurazione. Padre Robert sale in macchina e, se non fosse un religioso, probabilmente imprecherebbe per l’accaduto.

Tutto è pronto per ripartire alla volta di Rio Preto. Doveva essere una “semplice” visita malati, si è trasformata in un’altra incredibile avventura.

IL PRIMO GIORNO MONDIALE DEL NEOPAPA’

Prima giornata brasiliana. Aria condizionata a manetta nel viaggio da San Paolo a Manaus. C’era gente in canottiera, modello tamarreide e poi il giornalista e il regista intabarrati come fosse gennaio. Arrivati nella caldissima Manaus (da pazzi far giocare a pallone lì) l’incontro con il mitico Padre Robert.

IMG-20140611-WA0011Chi è quest’uomo e perchè definirlo mitico? Nato in India, ha preso i voti in Italia, studiando al Pime di Monza. Ed è proprio a una delle feste della comunità missionaria che Robert e il nostro giornalista si sono conosciuti. Un’amicizia ormai ventennale, coronata dal caloroso abbraccio amazzonico, casa di Robert da otto anni ormai. Siparietto comico, oggi, nel centro di Manaus con il padre che, fidandosi del classico parcheggiatore abusivo ha dapprima imboccato un via in contromano per parcheggiare, poi, vistosi soffiare il posto da chi era entrato nel giusto senso, ha pensato bene di invertire in una strada larga una dozzina di metri, con una pendenza superiore al cinque per cento.

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Manaus è la capitale dell’Amazzonia

Risultato? Bacio a una vettura parcheggiata, con la proprietaria che assisteva all’incidente in diretta. Amorevole discussione tra i protagonisti, con la donna in tenuta balneare, piedi nudi sull’asfalto rovente e tanto di Iphone nella mano destra. Padre Robert, stizzito per l’accaduto, sceglie un parcheggio a pagamento, per poi andare a celebrare un’elefantiaca messa di Pentecoste, durata piú di due ore, in mezzo alla città, con bancarelle, profumi e musiche simili a una sagra di paese. Finita la messa, i nostri eroi si sono recati a Rio Preto, circa 80 km da Manaus, addentrandosi nella Foresta Amazzonica, viaggiando su una strada che definire tale, sarebbe per lo meno eufemistico. E’ iniziata l’avventura mondiale.. Un’avventura quotidiana che seguiremo in tutte le sue forme.

VINCI 1 ANNO DI ASILO E BOLLETTE PAGATE CON SMAC

Vi segnalo un concorso davvero interessante per noi mamme: la possibilità di vincere un anno di asilo gratuito. Non male, vero? Avete tempo dal 1.01.2015 al 30.11.2015. Dovete inviare il tutto entro il 15 dicembre…..e poi asilo gratis per una mamma fortunata (spero fra noi!).

I prodotti che partecipano all’iniziativa sono i seguenti:

OMINO BIANCO
• SMAC
VETRIL 
• WC NET

Basta acquistarne DUE in un unico scontrino e inviarlo assieme ai propri dati anagrafici e quelli del proprio figlio, unitamente all’originale dello scontrino comprovante l’acquisto dei due prodotti in promozione, al seguente indirizzo:

VINCI UN ANNO DI ASILO” C/O MBE N.288 – VIALE COL
DI LANA 14 – 20136 MILANO

vinci un anno da asilo wcnet vetril

Ma se acquistate questi prodotti, potete partecipare anche ad altre iniziative, nel caso i vostri figli avessero già superato l’asilo. Potete vincere 1 anno di bollette pagate (luce gas telefono internet) e poi ogni mese un iRobot, gli aspirapolveri che girano da soli. 

Tutte le info per tutti e tre i concorsi, le trovate qui: http://www.smac-casa.it/vinci-un-anno-di-asilo.php

 

IL DENTIFRICIO SBIANCANTE FUNZIONA? E SE SI’, A CHE PREZZO PER I DENTI?

Ciao, che bella iniziativa! Io vorrei fare una domanda che in realtà riguarda me più che mio figlio: i dentifrici sbiancanti funzionano davvero come dicono in tv? E soprattutto, danneggiano i denti o no?

Fara

Risponde la dottoressa Marta Muscettola, specialista in odonotoiatria pediatrica presso Dental Prati a Roma

 

CID-10070022ontrariamente a quanto facciano pensare le pubblicitá martellanti alla tv,  i dentifrici sbiancanti non sono né cosí innocui e a volte neanche cosí efficaci per le discolorazioni dei denti.
SCONSIGLIO vivamente il loro utilizzo quotidiano, perché hanno un RDA (indice di abrasione) molto elevatoche li rende molto aggressivi per lo smalto dei denti.  Andrebbero utilizzati con molta cautela.

Non è con un dentifricio sbiancante che si sbiancano i denti con alterazioni di colore al proprio interno. In questi casi è necessario applicare prodotti specifici, nella cui formulazione  siano contenuti perossidi. Le attuali tecniche professionali di sbiancamento dei denti sono estremamente efficaci e non paragonabili, nei risultati, ad alcun dentifricio sbiancante, che tra l’altro alla lunga puó provocare ipersensibilitá al caldo e al freddo.

Dottoressa Marta Muscettola, una mammarisparmio

"Tooth Paste On Brush" by digitalart

“Tooth Paste On Brush” by digitalart