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Volete scoprire quanto vostro figlio sa di voi e quanto voi, invece, sapete di lui? A volte si pensa di conoscersi a fondo e invece si viene a sapere che le cose non stanno proprio come ce le aspettavamo.
Save the Children ha messo a punto un simpaticissimo quiz che dovrete fare assieme ai vostri bambini per capire quanto sapete l’uno dell’altra.
Sicuri di conoscere a fondo le loro aspirazioni, i loro sogni?
Ve lo ricordate il mitico Gioco delle Coppie condotto negli anni ’80 da Marco Columbro? Ecco, provate un po’ qui il quiz di Save the Children “Quanto vi conoscete?” e buon divertimento!
La mia bimba è ancora troppo piccina per partecipare a un test del genere ma spero un giorno di ottenere il risultato di massima compatibilità.
La mancanza di conoscenza reciproca crea infatti delle spaccature, aumenta le distanze e queste possono essere molto pericolose.
La mancanza di conoscenza impoverisce l’uomo e la povertà, in ogni sua declinazione è sempre una sconfitta.
A tal proposito, voglio dire una cosa che riguarda la nostra bella Italia, sempre più divisa tra nord e sud.
Sono davvero stanca di sentire che il nord batte sempre il sud in quasi tutto: nella raccolta differenziata, nell’educazione stradale, nel pagamento delle tasse. Perché?
Conosco così tanta bella gente del sud che stento a credere che le cose non funzionino. Lo dico da figlia di una donna nata a Torre Annunziata, in provincia di Napoli. Eppure la prima “nemica” del Meridione – passatemi il termine – è proprio mia madre: “Non puoi capire la mentalità di certe persone: la sciatteria, la superficialità che c’è in certi ambienti giù…”.
E’ vero, non posso. Però posso rimanerci male. Soprattutto quando leggo l’ultimo rapporto di Save the Children sulla “povertà educativa”, dove Sicilia e Campania svettano in classifica, seguite da Calabria, Puglia e Molise. Agli antipodi della classifica, indovinate chi c’è? Sì, c’è la mia Lombardia, poi l’Emila Romagna e il Friuli Venezia Giulia.
Perché? Perché sempre noi? Non lo dico con supponenza ma con tristezza, perché vorrei che la mia Italia non fosse così spaccata, ancor più quando si parla di bambini e adolescenti. Pensate che circa un quarto dei ragazzi di 15 anni non raggiunge le competenze minime in matematica e un quinto in lettura (indici misurati attraverso i test PISA).
Stando all’ultimo rapporto Istat sulla ricchezza, sono oltre 1 milione i bambini e i ragazzi che vivono in povertà assoluta. E come sappiamo la povertà, spesso, va a braccetto con parole come ignoranza, delinquenza e assenza di regole. Queste baby-gang che impazzano a Napoli negli ultimi tempi sono la prova di come la criminalità abbia perso ormai ogni tabù: prima i ragazzini non si toccavano, ora non sono solo le vittime ma sono diventati anche gli aguzzini; una criminalità sempre più giovane e incontrollata, che non ha paura di niente e che spara di giorno, in mezzo alla gente.
Come si fa a cambiare le cose, cambiare la mentalità delle persone perché educhino le nuove generazioni al rispetto?
Save the Children ha individuato 3 punti da sviluppare per illuminare il futuro di questi giovani e che dovrebbero portare alla sconfitta quasi totale della povertà educativa entro il 2030.
Eccoli:
• Tutti i minori devono poter apprendere, sperimentare, sviluppare capacità, talenti e aspirazioni
• Tutti i minori devono avere accesso all’offerta educativa di qualità
• Eliminare la povertà minorile per favorire la crescita educativa
Illuminiamo il Futuro è il nome della campagna lanciata da Save the Children nel 2014 che ha dato vita ai cosiddetti “Punti Luce”.
Di cosa si tratta? Di spazi dove bambini e adolescenti possono seguire gratuitamente attività educative, ricreative e culturali. La lotta alla criminalità passa anche da questo: dalla conoscenza, dalla scolarizzazione per mostrare ai ragazzi che un’alternativa c’è, sempre.
Il problema è che non è facile salvare questi ragazzi da certe dinamiche, soprattutto quando si parla di povertà vera, quella che non ti permette di pagare la mensa dell’asilo, l’affitto, le bollette, le cure necessarie, vestiti, mangiare…come si fa a vivere così? Dove stanno gli spiragli se nessuno ti dà una mano a risalire la china? Ripeto, sono oltre un milione in Italia le famiglie che vivono in questa condizione. In Italia. Non in Africa.
Il dato preoccupante è che le cose, anziché migliorare, peggiorano col passare degli anni se si pensa che oggi più di 8 famiglie su 100 con almeno un minore non arriva a fine mese (dato superiore di ben 4 volte a quello del 2006).
Cosa si dà nei Punti Luce di Save the Children?
Si passa il tempo. E si impara. Mia madre mi ha sempre detto una cosa di cui solo oggi – che ho quasi 40 anni – ne capisco il senso appieno: “L’ozio è il padre dei vizi”. Nulla di più vero. E così nei Punti Luce si fa musica, si studia teatro, danza, fotografia, giornalismo, le lingue, cucina e molto altro. Non sono solo luoghi per e dei ragazzi ma dove anche i genitori possono trovare assistenza, legale e psicologica. E possono anche imparare a essere genitori migliori, perché anche l’essere un buon genitore può essere materia di studio, basti guardare quanta letteratura c’è sull’argomento!
A oggi sono stati raggiunti e si spera salvati dalla povertà educativa 5.459 bambini e adolescenti. Solo nel 2015, sono stati coinvolti circa 4.853 minori, dei quali 3.074 si sono iscritti ed hanno frequentato o frequentano regolarmente le attività. In Italia esistono 16 Punti Luce, l’ultimo ha aperto la scorsa settimana a L’Aquila. Nei Punti Luce vengono anche erogate le doti educative, a chi ne ha realmente bisogno. Parliamo di famiglie che non hanno nemmeno i soldi per comperare un astuccio, un quaderno al proprio figlio.
Segnalo che dal 9 al 15 maggio si è svolta “7 giorni per il futuro” una settimana di eventi in tutto il Paese per dare ai bambini e agli adolescenti che vivono in povertà in Italia, educazione, opportunità e speranza.
Ciascun giorno di questa settimana è stato dedicato ad un tema, a partire dal lunedì, dedicato alla scuola, per seguire poi con i temi ambiente e spazi, arte e cultura, servizi da 0 a 6 anni e lettura per i bambini, musica, sport e sani stili di vita. La domenica, per concludere in bellezza, e famiglie e i loro bambini hanno preso parte attivamente ai flashmob nelle città di Napoli, Roma, Milano, Torino, Bari e Palermo.
Articolo Sponsorizzato
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