Oggi c’è un’attenzione eccessiva verso la moda. Persino a scuola, si vedono sempre più bambini fuori-contesto, vestiti da miniadulti. Ma siamo sicuri di fare il loro bene? Questi ragazzi che stanno 18 ore in coda per un paio di Nike sono figli di chi? E allora coltiviamo bene oggi per raccogliere ancora meglio domani.
Mia figlia Flor quest’anno ha cominciato la prima elementare. Ma non è l’unico grande cambiamento: dalla periferia milanese ci siamo trasferiti in centro. Sapevo che qui sarebbe stato tutto più bello e in effetti lo è.
I bar sono più belli, il cibo al supermercato è disposto in maniera più ordinata, persino le persone hanno sguardi meno tristi. Sarà che prima eravamo a due passi dal famigerato boschetto di Rogoredo…
Ora viviamo in un luogo altrettanto famoso, ma questa volta per la sua bellezza. Siamo a metà tra la basilica di Sant’Amborgio – patron di Milano, dove se sei stato qualcuno è qui che con ogni probabilità verrà celebrato il tuo funerale – e la Darsena, da poco rinnovata per donare ancora più suggestione ai Navigli di Leonardo.
Qui girano molti più soldi rispetto al Corvetto, inutile nasconderlo. Lo vedo anche quando accompagno Flor a scuola, dopo aver superato un paio di nidi e materne da 1000 euro al mese, dove si parla l’inglese e l’italiano, c’è una piscina interna per far fare le prime esperienze acquatiche ai bambini, un giardino pensile dove insegnare ai piccoli a prendersi cura delle piantine. Una figata, insomma!
Ovviamente, questo NON è il nostro nido. Noi andiamo in quello comunale e con il nostro Isee paghiamo metà della retta piena, ovvero 232 euro al mese.
E fin qui tutto bene…solo un po’ di invidia quando passo davanti al bel parco del nido privato, sapendo che mia figlia Tiara ha a disposizione un piccolo terrazzino in cemento.
Ma i “problemi”, passatemi il termine, non sono questi e cominciano alle elementari.
Ci ho fatto caso da quando Flor mi ha detto di non voler più mettere il cappello di principessa Sofia perchè “troppo da bambina piccola“.
Sono sicura che qualche altre bimba più “alla moda”, in buona fede, le abbia fatto notare questa cosa.
Mah…
La verità è che non mi piace vedere tante bambine, ma anche bambini, vestiti con tanta cura e ricercatezza per andare a scuola. Badate bene, non sto dicendo che non sia giusto avere nell’armadio qualche bel vestitino da mettere nelle occasioni buone ma mi chiedo il senso di mandare a scuola una bambina di 6 anni o poco più con la giacca di renna, gli stivali abbinati e la gonna in tulle, il giaccone in ecopelliccia color verde fluo, i mocassini, la coppola in testa e magari il Fay, i jeans superaderenti e il cavallo che arriva al ginocchio…
Per me dovrebbe vincere sempre la praticità quando si parla di bambini a scuola. Che non significa mandarli tutti i giorni in tuta (anche se ai miei tempi si usava così e siamo ancora qui…).
Ci sarà tempo per essere alla moda!
I nostri figli saranno già penalizzati da questo mondo Instagrammabile fatto di fashion blogger e di motivatori del nulla che dall’alto dei loro 22 anni ti invitano a seguire il “loro” programma di rinascita.
Un mucchio di persone che appaiono, sembrano ma che poi forse non sono.
Se ho paura? Un po’ ne ho.
Perchè se non permettiamo ai nostri bambini di essere bambini adesso che lo sono per davvero, temo che poi non ci sarà più tempo. E ce ne pentiremo.
Chiediamocelo: di chi è la colpa se i ragazzi di oggi sono disposti a farsi anche 24 ore di coda per un paio di scarpe, altri a sborsare fino a 1000 euro per un paio di Nike?
Perchè ai nostri tempi non accadeva?
Coltiviamo bene ora, per raccogliere un domani. Facciamoci questi regalo, facciamo ai nostri figli questo regalo.