Tutti gli articoli di Mammarisparmio

Risparmiare sulle bollette luce e gas? come farlo in famiglia

L’educazione al consumo energetico è importante sia per limitare il nostro impatto ambientale, sia per limitare l’impatto delle bollette sul bilancio familiare. Per questo, in casa, ci deve essere la collaborazione di tutti per attuare piccole strategie in grado di ottimizzare l’uso di luce elettrica e gas e di scegliere i fornitori più convenienti. Partiamo subito dal secondo punto: come scegliere un contratto per l’energia elettrica e il metano che ci permetta di risparmiare.

Luce e gas: fate la scelta giusta

Per quanto riguarda la fornitura di luce e gas, molte famiglie si trovano ancora nel mercato tutelato. A partire da luglio 2020, tale regime non esisterà più e tutti dovremo effettuare il passaggio al mercato libero. Questo anno che ci separa da questo evento, ci deve servire per iniziare a guardarci intorno e prendere confidenza con le offerte di elettricità e metano presenti sul mercato libero.

Il modo migliore per farlo è quello di utilizzare i comparatori online (come ad esempio: https://www.comparasemplice.it/energia-luce-gas). Si tratta di siti online che offrono un servizio gratuito per il confronto delle tariffe e permettono di attivare l’offerta desiderata online o via telefono. Il servizio non è a pagamento e i prezzi sono gli stessi di quelli offerti dai singoli fornitori (come Enel, Eni, Edison e gli altri) sui canali online.

I migliori, offrono anche un servizio di consulenza telefonica, che affianca l’utente durante la comparazione e in fase di attivazione. Volete sapere come guadagnano questi siti? Subito detto: recuperando una percentuale sulla vendita presso i fornitori; percentuale che altrimenti sarebbe andata a coprire le spese della rete di vendita diretta.

gestore gas luce più economico

Negli ultimi mesi, accanto ai comparatori online indipendenti, si è affiancato il sito gestito dall’Autorità per l’energia (ARERA): si chiama ilportaleofferte.it e ha le stesse funzioni degli altri siti di confronto.

Alcuni consigli pratici per trovare l’offerta giusta:

  • Confronto sulla spesa mensile o annuale, non sul costo per kWh o al metro cubo– Le offerte dei vari fornitori enfatizzano il costo del kWh per la luce o al metro cubo per il gas come elemento di confronto. Tuttavia, tra le voci di spesa della bolletta, ci sono i costi di commercializzazione: importo fisso (indipendente dal consumo) che può essere liberamente definito dai fornitori. Per questo, il miglior confronto può essere effettuato sulla stima della bolletta mensile.
  • Conosci il tuo consumo annuo – Le bollette di luce e gas sono ricche d’informazioni interessanti. Una da conoscere bene, prima di effettuare un confronto delle tariffe per cambiare fornitore è il consumo di kWh e metri cubi annui. Ogni comparatore che si rispetti, vi chiederà questa informazione. Non avete le bollette o non riuscite a trovare il dato? Niente paura: i siti di comparazione offrono dei configuratori di consumo che faranno una stima dei vostri fabbisogni energetici su base annua.
  • Conosci il tuo stile di consumo – Per quanto riguarda la luce elettrica, le offerte del mercato danno la possibilità di optare per due regimi tariffari: la tariffa monoraria o la tariffa bioraria. Come scegliere? Cosa conviene? Ovviamente, la risposta dipende dal vostro stile di consumo. Se siete una famiglia con bimbi piccoli, genitori al lavoro full time (e nessun nonno), probabilmente vivrete la casa solo fuori dagli orari d’ufficio, nei weekend e durante le festività. In questo caso, la tariffa giusta potrebbe essere la bioraria, che permette di pagare meno nelle ore cosiddette “fuori punta”. Se avete ragazzi grandi, lavorate da casa o il vostro nucleo abitativo è nonni-comprensivo, allora è probabile che i grandi elettrodomestici verranno utilizzati anche nelle ore di punta e conviene una tariffa flat (monoraria).

A proposito di elettrodomestici

Ecco, appunto: gli elettrodomestici. Perché, poi, sono loro che incidono su quel 40% della bolletta di luce e gas che fa riferimento al nostro consumo reale. Una volta sostituite tutte le vecchie lampadine a incandescenza con le nuove lampadine a led, come è possibile contribuire ad abbassare le bollette facendo attenzione al consumo? C’è un modo per risparmiare seguendo delle buone prassi di utilizzo dei grandi elettrodomestici?

In effetti, il consumo delle lampadine non incide più di tanto sulle fatture di energia elettrica. Quindi dobbiamo concentrarci sui sospettati di maggior assorbimento energetico: lavatrici, asciugatrici, forni, frigoriferi e condizionatori. Per ottimizzare il consumo di questi energivori, basterebbe seguire alcune indicazioni di buon senso:

  • Lavabiancheria – Utilizzare l’elettrodomestico a una temperatura al di sotto dei 40°C, evitare prelavaggi e centrifughe eccessive. Le asciugatrici sarebbero da utilizzare solo in casi estremi.
  • Forno elettrico – Sì, sì, lo so: cuoceva meglio il forno a gas. Ma il forno elettrico è più “green”, anche se bisogna usarlo con accortezza. Il grill è la funzione più dispendiosa ed è possibile spegnere il forno anche 10 minuti prima del completamento della cottura (evitando di aprire in continuazione lo sportello).
  • Frigorifero – Il modo migliore per risparmiare è utilizzare un termometro: la temperatura deve essere mantenuta tra 1°C e -4°C. Volete qualche consiglio in più? Leggete questo interessante documento dell’ENEA.
  • Condizionatore – Le regole per risparmiare con il condizionatore sono: una manutenzione periodica, un uso morigerato delle funzioni di raffrescamento (non oltre i 6°C di differenza rispetto all’esterno) e azioni smart per tenere la casa al fresco per limitare il ricorso all’elettrodomestico (tapparelle e tende chiuse durante le ore in cui batte il sole e creare correnti di contrasto durante la sera).

Per quanto riguarda il gas, ovviamente, la sospettata è una: la caldaia. La manutenzione periodica e l’eventuale acquisto di una caldaia a condensazione di ultima generazione sono le buone prassi da attuare per risparmiare in bolletta, trattandosi di una spesa che può essere anche detratta in dichiarazione nell’arco di 10 anni.

RICETTA SUPER CREMOSA DI “HUEVOS REVUELTOS” ALLA COLOMBIANA

Mio marito è sudamericano e come tutti i sudamericani adora le uova, che lì si mangiano anche tutti i giorni. In Italia invece le assumiamo con più cautela perché i medici ci dicono che fanno alzare il colesterolo. Mia suocera, 70 anni suonati, ha tutti gli esami perfetti; mia madre che è sempre stata molto attenta a l’alimentazione ha il colesterolo alle stelle.

Per dire…

Come saprete, se mi seguite, la scorsa primavera ci ha fatto visita per un paio di mesi la mamma di mio marito che gli ha preparato qualche manicaretto colombiano. Vi avevo già parlato di una specialità colombiana in passato come il chocolate con queso, oggi però vi voglio parlare di un piatto salato, che ho riproposto l’altro giorno a Johnny per fargli sentire meno nostalgia del proprio Paese.

Chocolate-Colombiano-con-queso
Chocolate con queso, a merenda o a colazione, un classico made in Colombia

Sto parlando di huevos revueltos ovvero le uova strapazzate alla colombiana, una sorta di tortilla a cui bisogna aggiungere una serie di ingredienti. La cucina colombiana non è affatto complicata: presenta piatti semplici ma molto gustosi.

Servono delle uova in primis, direi un paio a testa.

Dato che ultimamente preferisco assumere alimenti pastorizzati perché mi fanno sentire più sicura, per fare questa torta di uova ho scelto la versione Uova strapazzate in bottiglia le Naturelle.

uova strapazzate le naturelle

Non so se conoscete questo prodotto made in Italy (dettaglio da non sottovalutare quando parliamo di cibo), io mi ci sto trovando parecchio bene. Le uova le trovate nel banco frigo di tantissimi supermercati a poco più di 2 euro commercializzate in bottiglie riciclabili da 250 grammi con diverse opzioni:

  • Tuorlo d’uovo in bottiglia le Naturelle (formato ideale per quando volete fare la carbonara ed evitare di sprecare l’albume ed evitare i rischi legati all’assunzione di uova crude perché queste, lo ripeto, sono pastorizzate)
  • Albume d’uovo Bio in bottiglia le Naturelle (se per esempio dovete fare un dolce dove vi servono solo gli albumi da montare a neve o ideali per chi fa sport e intende rafforzare la massa muscolare grazie all’elevata concentrazioni di amminoacidi ramificati presenti al loro interno)
  • Misto d’uovo in bottiglia le Naturelle
  • Uova strapazzate in bottiglia le Naturelle, come sopra ma con l’aggiunta di un pizzico di latte e panna pastorizzati.

Se volete approfondire ulteriormente, al seguente link trovate tutte le informazioni nutritive sulle uova e la gamma di prodotti le Naturelle : http://l12.eu/lenaturelle-2550-au/@userCode

Per la mia ricetta ho scelto la variante uova strapazzate perché rendono il piatto molto più cremoso. Il trucco di questa ricetta è il taglio dei condimenti che andiamo ad aggiungere alle uova: deve essere piccolo, a cubetti e il più omogeneo possibile.

Mia suocera è bravissima in questo, io molto meno. La cucina non è il mio forte ma mio marito ne è rimasto comunque affascinato perché come il cibo italiano – la Colombia non me ne voglia – non ce n’è!

Mia suocera fa così:“pica” – così si dice in spagnolo quando si vuol dire tagliare a cubetti – del pomodoro, del cipollotto oppure del porro e ne fa un soffritto.

Poi a parte, fa abbrustolire la “salsicha picada”, che è l’equivalente del nostro wurstel.

uova alla sudamericana

Ovviamente si può aggiungere al piatto ciò che desideriamo come tonno, piselli, funghi, carne trita, peperoni piccanti. Insomma spazio alla fantasia!

Ricordo che in Messico, in una vacanza di tanti anni fa, mi facevano certi piatti così ricchi e guarniti che ci mettevo un giorno intero a digerirli (che buoni però!).

Non voglio esagerare personalmente e seguo la ricetta di mio marito così, oltre a soddisfare il suo palato, allieto anche la sua mente ricordandogli i piatti della sua terra così lontana.

Uova strapazzate1

#adv #lenaturelle #lasciatiispirare #uovainbottiglia

Moda mare e costumi da bagno: come scegliere il migliore per te

Torna l’estate e con essa l’emergenza armadio: cosa metto sulla spiaggia? I bikini triangolo dell’anno scorso sono troppo consumati, troppo piccoli, troppo larghi o semplicemente non corrispondono più al gusto del momento. Ogni anno è sempre la stessa storia ma basteranno pochi accorgimenti per risolvere la questione.

Mai come quest’anno i costumi da bagno da donna sono così attraenti e dettagliati: con fantasie a righe, floreali e tropicali, sono in particolar modo le forme a sorprendere. Sembra che il mood del 2019 prediliga il beachwear di qualità, quello che evidenzia la silhouette e le dona il massimo risalto. La grande varietà di modelli, adatti per tutte le taglie, potrebbe confondere durante lo shopping ma c’è solo bisogno di un po’ di confidenza con le varie tipologie di costumi da donna.

Costume intero o due pezzi? I costumi da donna si dividono in due grandi categorie e ognuna ha il suo modello preferito. Quello intero può differenziarsi nei dettagli (ad esempio, con volant o laccetti strategici per aumentarne la sensualità) ma troverai anche monokini per lasciare intravedere un po’ di pelle nuda.

Il due pezzi ha un ampio margine di differenziamento, dal bikini a balconcino per un effetto push up al bikini a fascia, la scelta è davvero incredibile.

Per l’abbigliamento mare, il consiglio è quello di puntare su capi capaci di esaltare i punti forti e farci sentire comode tutto il giorno. Il costume bikini è una buona idea se vuoi un modello evergreen e sempre attuale ma prediligi il costume a fascia se vuoi abbronzarti in maniera impeccabile, senza segni sulle spalle. Qualora avessi un seno prosperoso o desiderassi aggiungere un po’ di volume, il costume a balconcino è perfetto per sostenere il décolleté e donare una taglia in più.

Vita bassa o alta? Decidi in base ai tuoi fianchi! Quella bassa è adatta a un corpo molto snello e senza le classiche maniglie dell’amore, in quest’ultimo caso opta per la vita alta così da stare comoda e contenere le tue forme generose.

I brasiliani sono degli slip molto sensuali che non lasciano nulla all’immaginazione, potresti abbinarli con top e canotte da spiaggia, seguendo i trend dettati dalla moda mare da donna. Questo outfit sarà semplice e di impatto, adatto a tutte le donne che vogliono differenziarsi dalla massa e focalizzare l’attenzione anche al mare o in piscina.

Per creare il tuo outfit da spiaggia quest’anno puoi anche optare per il mix & match abbinando pezzi individuali così da personalizzare il costume in base alla tua personalità.

Per perfezionare il look, non tralasciare l’amore per accessori e abbigliamento. Anche l’abito da mare sta riscuotendo successo, per variare dai soliti pantaloncini e canotte casual. Quest’anno indossa un copricostume a tinta unita con trama in pizzo o traforata, così da lasciare intravedere il costume sottostante. Il risultato sarà di impatto e curato, specialmente se abbinato con accessori estivi come collane e orecchini con conchigliette, bracciali in legno, cavigliere, cappelli in paglia e occhiali da sole.

PRESTITO PER L’AUTO NUOVA E FINANZIAMENTO DALLA CONCESSIONARIA, PERCHE’ NON MI FIDO

Non è un mistero che da anni diciamo di voler cambiare l’auto.

Il primo post, in tal senso, risale a 5 anni fa quando avevamo l’Audi A2 che abbiamo poi rivenduto a nemmeno 1000 euro tramite il sito Noicompriamoauto.

Per quanto fosse una  macchina esteticamente ancora molto bella era ormai vecchia – immatricolata nel 2001 – con così tante magagne al motore che per rimetterla a posto ci sarebbero serviti 3mila euro. Capirete che non ne valeva la pena. 

La provvidenza nel frattempo ci ha fatto arrivare in dono una Lancia Musa usata del 2005. La moglie di mio padre ha cambiato auto e ci ha regalato la sua. Anche l’Audi, a dire il vero, era sua…

Adesso non possiamo più sperare in nuovi cambi d’auto, poiché ha deciso che le è più conviente avere un’auto in affitto.

Dunque il momento di comperare una nuova auto sembra finalmentearrivato!

Non abbiamo più scuse, se non quella dei soldi…che poi tanto una scusa non è, a dirla tutta.

La Lancia Musa era perfetta fintantoché eravamo in 3 ma da quando la famiglia si è allargata, un’auto più grande ci farebbe davvero comodo

chicco trio bagagliaio lancia

Il punto è che i seggiolini auto occupano un sacco di spazio e quelle volte che capita di avere dietro anche mia mamma, diventa davvero complicato. Anche fare la spesa non è semplice, perché quando comperi una box di pannolini e due casse d’acqua, il bagagliaio è praticamente già pieno. Per non parlare del passeggino…

Quindi, idealmente, staremmo cercando una macchina grande ma non troppo lunga perché abitando a Milano le dimensioni sono importanti per trovare parcheggio facilmente.

Trovo carini quei minisuv da città, un po’ alti dato che in famiglia siamo tutti degli stangoni. Naturalmente deve avere 5 porte.

Esteticamente, invece, non amo le carrozzerie troppo aggressive ma mi piacciono quelle con i fanali un po’ tondeggianti.

Ma conviene davvero comperare un’auto usata?

La risposta è sì perché, com’è risaputo, il mercato automotive è tra quelli che si svalutano più in fretta.

Un’auto nuova, dopo nemmeno un mese vale poco più della metà. Forse, semplicemente, perché è sospetto che uno voglia sbarazzarsi di un’auto muova dopo appena un mese?

Chissà, me lo sono sempre chiesto…

La soluzione delle auto a kilometro zero è l’alternativa che mi dà più garanzie. Ovvero quelle auto aziendali, usate pochissimo oppure  usate dalle concessionarie per far fare le prove giro ai clienti. Sono praticamente nuove ma hanno degli sconti davvero importanti

Purtroppo le nostre finanze attuali non ci permettono di acquistare un auto nuova e nemmeno usata sull’unghia.

Una spesa che azzererebbe  tutti i nostri risparmi in un sol colpo. Ed è una cosa che non possiamo fare dato che siamo genitori di due bambine e gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo (come per esempio le spese condominiali straordinarie che ci attendono l’anno prossimo).

Sarà anche che l’auto la usiamo molto poco, per cui sicuramente non è tra le nostre priorità.

Tuttavia non è una cosa così impossibile. Ho dato un’occhiata alle valutazioni delle auto usate sul mensile Quattroruote e con 10mila euro si possono comperare dei modelli davvero interessanti e nemmeno troppo vecchi.

prestito auto usata

Per i soldi potremmo chiedere un finanziamento, ma personalmente eviterei di farlo tramite la concessionaria. Per un semplice fatto: non mi fido! Avrete sentito parlare della multa dell’Antitrust nei confronti delle case automobilistiche che –  in accordo con le finanziarie –  avevano fatto cartello per tenere i tassi d’interesse più elevati  rispetto a quelli dettati dalla Banca Centrale Europea.

In pratica le persone che hanno acquistato un’auto con queste modalità tra il 2003 e il 2017 hanno pagato più del dovuto. Si è trattato di una vera e propria truffa ai danni del consumatore. A tal proposito siete sempre in tempo a chiedere il rimborso per i soldi pagati in più (qui a questo link sono descritte le modalità per prendere parte alla class action attivata dal Altroconsumo: https://www.altroconsumo.it/azioni-collettive/finanziamenti-auto ).

Oggi, grazie a internet, è possibile richiedere prestiti molto convenienti rispetto a un tempo. Per esempio, facendo la prova sul sito Younited Credit con un finanziamento di 11mila euro in 3 anni con Taeg 4,95% e Tan 3,75 viene fuori una rata mensile di 328,89 e un importo totale dovuto di 11.840 euro. In pratica l’auto ci costerebbe 800 euro in più, ovvero poco più di 260 euro di interessi l’anno.

L’erogazione del credito avviene completamente online tramite bonifico bancario, i documenti richiesti sono un documento personale e le ultime due buste paga;  una volta inseriti tutti i documenti la risposta avviene in appena 24h. Va da sé che chi ha un passato da  cattivo pagatore non può essere finanziato. Cliccate qui di seguito se volete fare delle simulazioni di prestito con la cifra di vostro interesse. :

Dato che dal prossimo settembre non avremmo più la rata del nido perché Tiara comincerà la materna, forse è la volta buona che la famiglia Risparmio abbia una macchina nuova (usata)? 😊 Intanto mio marito continua a sognare scattando foto alle auto lussuose che parcheggiano davanti al suo ufficio, dove c’è un noto albergo cinque stelle milanese…

SPANNOLINAMENTO VELOCE, la guida: cosa serve, come fare

Missione spannolinamento, vasino e riduttore, quale scegliere? Cosa è importante guardare prima di comperare, evitando di farsi tentare solo dall’estetica.

Anche per Tiara è arrivato il tanto atteso momento dello spannolinamento. Il 21 giugno ha compiuto due anni e mezzo ed è dunque pronta a togliere via il pannolino. Gli esperti dicono che i bambini sarebbero pronti a levare il pannolino intorno ai due anni e in effetti, col senno di poi, avrei potuto tentare già lo scorso dicembre.

Il periodo migliore per togliere il pannolino? Primavera – estate

Il fatto che fosse pieno inverno mi ha disincentivata. Non è un mistero che sia più facile togliere il pannolino con la bella stagione, dato che i bambini si sporcheranno più volte al giorno. L’ideale è lasciarli completamente senza pantaloni affinché realizzino chiaramente che dei loro organi genitali fuoriesce qualcosa di liquidò e di solido e che provoca fastidio e disagio.

A Flor, la mia prima figlia, ho tolto il pannolino a tre anni, rendendomi poi conto che in realtà sarebbe stata pronta ben prima. Ci ho messo non più di una settimana. Se avete bisogno di più tempo probabilmente, state sbagliando qualcosa. Qui vi lascio un video con suggerimenti ed errori sullo spannolinamento.

Con Flor ero alla mia prima esperienza di mamma e dunque ero un po’ timorosa nell’affrontare questo momento, pensando a quanto tempo avrebbe impiegato la mia bambina ad abituarsi senza pannolino.

Sbagliavo.

Come sempre le paure ci bloccano senza un vero perchè dato che nella realtà le cose sono molto più semplici di quelle che ci immaginiamo.

Cosa serve per fare lo spannolinamento?

  • Può essere utile un vasino (ma non per forza necessario)
  • Sicuramente un riduttore (questo sì è necessario e lo userete per almeno un biennio).

Il vasino che utilizzerò sarà quello che ho usato con Flor: un modello a forma di papera di Ok Baby che onestamente non tornerei a comperare. Uno, perchè la bimba non lo ha praticamente usato, preferendo fin da subito il wc; due perchè l’ho trovato scomodo e piccolo per le sue gambine lunghe.

Quale vasino e riduttore comperare? Consigli e opinioni da mamma bis

I bambini amano imitare i grandi, soprattutto i genitori. Quindi è più facile che il piccolo sia attratto dal water piuttosto che dal vasino. Speravo che il vasino a forma di papera potesse divertirla, invece no.

Noi genitori facciamo spesso questo errore: guardiamo più all’estetica che alla praticità. Questo vasino La mia Prima Toilette della Fisher Price sembra molto carino in effetti (ed è per questo uno dei modelli più venduti tra i vasini), ma siamo sicuri valga la pena spendere 60 euro per un oggetto che forse non useremo?

vasino-fisher-price-finto-wc

Per evitare di sbagliare esistono delle guide online che mettono in luce i punti di forza e le debolezze dei prodotti più venduti.

Ora, ad esempio, devo acquistare un nuovo riduttore poiché quello utilizzato con Flor è stato buttato via (era di seconda mano),  esasperati dal fatto che suonasse in piena notte senza un perché…non vi dico che paura la notte (come se non bastasse, avevo appena finito di guardare il film “Paranormal Activity”)!

Ma è davvero necessario che un riduttore suoni per allietare il bambino mentre fa la cacca?

Con la consapevolezza di una mamma bis, oggi so per certo che per un riduttore è più importante essere comodo che bello.

Prima di lanciarvi in un acquisto online, studiate la materia poichè le recensioni così come le posizioni dei prodotti presenti non sempre corrispondono all’oggetto con il miglior rapporto qualità prezzo.

Prima di acquistare un vasino potete farvi un giro su questi siti tipo Habu.it che velocemente vi spiegano cosa guardare e cosa no. Ci sono diverse categorie tra cui quella dedicata ai bambini e alla puericultura.

Il mio consiglio numero uno quando si tratta di acquistare un riduttore è quello di essere sicuri che abbia i manici laterali, sui quali il bambino possa poggiare le manine. Questo piccolo accorgimento è fondamentale per evitare che venga in contatto direttamente con l’asse del water.

Non a caso nella sezione dedicata alla scelta dei riduttori wc, fra quelli attualmente recensiti (in futuro potrebbero cambiare in base ai trend di vendita), quello che più mi ha convinto è quello di Chicco che ha una seduta morbida e le famose maniglie. Il famoso rapporto qualità prezzo tuttavia non sempre è premiato, poichè l’estetica – soprattutto tra i neogenitori – ha ancora la meglio. Come potete notare nell’immagine sotto, la paperella sembra avere un appeal irresistibile… ecco perché per certi acquisti è bene farsi guidare da chi ci è già passato.

riduttori wc a confronto

QUALE CIUCCIO E’MEGLIO? GUIDA ALLA SCELTA, LA TRY-ME BOX

Come scegliere il ciuccio? E’ vero che fa venire i denti storti? Meglio in caucciù o silicone? Perché dopo i 3 anni è meglio che non lo usi più? Ho realizzato questa guida con l’aiuto di uno dei massimi esperti in Igiene dentale per capire cosa sia vero e cosa no. In più vi parlo di una novità molto smart da poco sul mercato: la Try-Me Box di Chicco, che lascia scegliere i neonati e fa stare tranquilli noi genitori

Sei anni di blog e ho sempre sentito tanti pareri diversi quando si parla di ciucci.

A cominciare dal nome: chi lo chiama succhietto, chi gommotto, chi appunto ciuccio.

C’è chi poi asserisce che faccia venire i denti storti, chi invece è sicuro  del contrario.

Poi c’è chi sostiene che il succhietto vada dato sin da primi giorni di vita del piccolo “perché poi non lo prende più”, chi attende – come del resto suggeriscono le linee guida – che sia trascorso almeno un mese per essere sicure che l’allattamento sia ben avviato.

Insomma essendo il ciuccio oggetto di continuo dibattito e al centro dei principali interessi dei neo-genitori, ho approfittato dell’occasione che mi è stata data da Chicco di partecipare a una tavola rotonda guidata dal professor Luca Levrini, presidente vicario corso di laurea Igiene Dentale Università degli Studi dell’Insubria. Ho raccolto alcune delle domande che mi avevate posto sui social e me ne sono fatta portavoce.

Prima di rispondere, alcune doverose premesse per capire perché il ciuccio o meglio la suzione sia così vitale per un neonato.

La suzione nel neonato, perchè è vita ed emozione

La suzione tranquillizza il bambino tant’è che già dalla 17esima settimana di gestazione  è possibile notare il feto succhiare. Succhiare non gli permette solo di alimentarsi ma anche di sviluppare la cosiddetta intelligenza emotiva.

Quando nasce, il neonato non percepisce la divisione con la mamma e sente di essere una sola cosa con lei. La suzione è espressione di questo legame.

Non stupisce, quindi, che il 77% dei bambini trovi gratificante usare il succhietto.

Normalmente questa esigenza primaria di succhiare dovrebbe esaurirsi attorno ai 36 mesi.

Che cos’è il succhietto e perché è così importante per un bambino

È un oggetto transizionale che aiuta il bambino a superare con meno stress i primi momenti di distacco dalla mamma.

Oltre a questo,  la letteratura scientifica ha dimostrato altri benefici derivanti dall’uso del succhietto:

  • Riduce il rischio di SIDS
  • È in grado di ridurre il dolore nelle manovre invasive di pronto soccorso o, per esempio, durante le vaccinazioni (non è un caso che gli americani lo chiamino “pacifier” perché dona pace ai bambini e, di conseguenza,  anche agli adulti).
  • Riduce l’eventualità che il bimbo si succhi il dito

Per tutte queste ragioni, possiamo dire che il succhietto porta dei benefici , ma a patto che lo si utilizzi nei tempi e nei modi corretti. E che abbia la forma giusta.

Quando è meglio proporre per la prima volta il succhietto

  • Come specificato in tutte le linee guida è opportuno proporre per la prima volta il succhietto solo dopo il buon avviamento dell’allattamento naturale . Questo perché il neonato deve attaccarsi bene al seno che a sua volta deve essere stimolato a sufficienza per calibrare la produzione di latte (e in questo il ciuccio potrebbe interferire perché il bimbo potrebbe stancarsi non succhiando con il giusto vigore il seno).

QUANDO NON DARE IL CIUCCIO

  • Vietato dare il ciuccio quando il bambino ha l’otite perché va a stimolare proprio quella parte, andando a peggiorare la situazione
  • L’uso del ciuccio è da interrompere ai tre anni.

E’ vero che il ciuccio fa venire i denti storti?

forma del ciuccio quale migliore

Tutto dipende dalla forma: se pensata per aderire perfettamente al palato e per guidare la lingua nella corretta posizione (in avanti e in alto) è sicuramente di supporto al corretto sviluppo del palato. Da evitare, invece, le forme troppo tondeggianti e dritte.

Qual è la forma migliore per un ciuccio?

Tutte le volte che il bambino deglutisce poggia la lingua sul palato, stimolando la crescita del mascellare superiore…

ciuccio danni denti

La forma corretta del succhietto deve guidare la lingua nella corretta posizione, avanti e in alto. Per questo è importante che abbia una forma inclinata all’insù per aderire bene al palato e permettere alla lingua di spingere correttamente sul palato.

Ogni quanto bisogna cambiare il ciuccio?

Il ciuccio va sostituito circa ogni due mesi

Che differenza c’è tra il ciuccio in caucciù e quello in silicone? Quale è meglio?

Il caucciù è un materiale naturale, sicuramente più elastico rispetto al silicone e quindi più morbido al tatto e più soggetto a cambiare dimensione. Il silicone, invece, è igienico e indeformabile ma con una sensazione tattile diversa dal caucciù. Entrambi i materiali sono sicuri, è il bambino che può avere una preferenza per l’uno o per l’altro.

Quando è meglio togliere il ciuccio?

In linea di massima il bambino a tre anni dovrebbe aver abbandonato il ciuccio. Per questo il suo processo di limitazione dovrebbe cominciare attorno ai 24 mesi così che il passaggio a 36 mesi sia meno traumatico (“Quando sei in cucina il ciuccio non lo usi…quando giochi non lo usi…ecc. fino ad arrivare all’ultimo step: lo usi solo per addormentarti”). L’ideale è toglierlo in vacanza, in un momento sereno di spensieratezza, quando i genitori sono più disponibili e…non in situazioni di cambiamento che possono produrre stress (cambio casa, scuola, arrivo di un fratellino/sorellina,..)

Meglio dito in bocca o ciuccio?

Decisamente ciuccio. Il dito in bocca, oltre a rendere più complicata una limitazione nel tempo, porta con sé il rischio di infezioni legate alla macerazione della pelle. Inoltre non è anatomico e quindi rischia di produrre maggiori danni..

La tavola rotonda aperta a noi mamme blogger è stata l’occasione per presentare la novità di casa Chicco, studiata ancora una volta dall’Osservatorio Chicco che, ascoltando le esigenze di mamme e bambini, mette insieme i massimi esperti del settore per studiare e sviluppare il prodotto nei più piccoli dettagli.

ciuccio physioforma chicco opinioni

Così, anche per i succhietti Chicco ci sono stati negli anni studi approfonditi che hanno dato vita a Chicco Physioforma.

Tutti i ciucci di casa Chicco ora si chiamano così, con un unico nome che evidenzia come la forma sia unica e uguale per tutti e sviluppata in modo tale da supportare  il corretto sviluppo ortodontico, oltre alla respirazione fisiologica (quella dal naso). A cambiare sono i materiali, il design e le misure, diverse a seconda della fascia di età del bambino.

Physio in greco significa “natura” dato che l’obiettivo primario per Chicco è stato quello di riprodurre una forma naturale che non interferisse con lo sviluppo della bocca, anzi lo supportasse correttamente; Chicco PhysioForma una volta in bocca aderisce perfettamente sul palato. Anche le rughettine sulla punta della tettina del ciuccio sono volte a riprodurre le naturali rugosità presenti sul palato.

Geniale poi lo starter kit che in un’unica box racchiude tre modelli di succhietti Chicco PhysioForma 0 M+. Chi non ha speso fior fiore di soldi prima di trovare il ciuccio gradito al piccolino? Con la Try-Me Box – questo il nome in commercio, prezzo consigliato 9,90 euro – oltre a risparmiare, è possibile avere sottomano il gommotto in caucciù, quello in silicone e il modello Micrò, il più piccolino della gamma con mascherina ultraleggera.

Ecco come si presenta la Try me box di Chicco

Tre succhietti unici nella forma – PhysioForma – per la tranquillità dei genitori ma diversi nei materiali e nel design dello scudo per far scegliere al bambino il suo preferito in quel momento. Per scoprire nel dettaglio tutta la gamma dei succhietti Chicco Physioforma visitate il sito https://www.chicco.it/succhietti/physio-forma.html