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CADUTA DEI CAPELLI: CAUSE, COME PREVENIRLA E RIMEDI

Si tratta di un problema purtroppo comune per molti uomini e donne: vediamo allora di fornire maggiori informazioni sulla perdita dei capelli, condizione che può avere cause anche molto diverse, non sempre facilmente individuabili.

Intanto non è il caso di allarmarsi se la perdita rientra in un range fisiologico di ricambio: ogni giorno infatti, cadono dai cinquanta ai cento capelli circa, con il periodo autunnale dove la perdita può essere ancora maggiore.

Se la perdita è più importante e chiaramente visibile allora è bene prendere provvedimenti, cercando i rimedi più adatti per ogni caso specifico. In ogni caso, anche in un’ottica preventiva sono diversi i prodotti che possono essere utilizzati per prendersi cura al meglio dei nostri capelli. 

Il ciclo di vita del capello

La vita del capello si divide in tre fasi:

  • Anagen: è la fase di crescita attiva del capello, che può durare diversi anni. Durante questa fase, il follicolo pilifero produce un capello sano e forte.
  • Catagen: è una fase di transizione breve, che dura solo alcune settimane. Durante il catagen, il follicolo si restringe e il flusso di sangue al capello rallenta. Il capello smette di crescere in questa fase.
  • Telogen: è la fase di riposo in cui il capello non cresce e rimane attaccato al follicolo senza attività. Dopo un periodo di riposo di alcune settimane, il capello cade naturalmente, lasciando spazio a un nuovo capello in fase anagen.

Dopo la caduta, il ciclo riprende con un nuovo capello in fase anagen. È importante sapere che diversi follicoli sono in fasi diverse del ciclo in ogni momento, il che significa che alcune parti della testa possono avere capelli in crescita mentre altre li stanno perdendo.

Cause principali della perdita di capelli

I fattori che determinano una caduta non fisiologica e quindi eccessiva sono:

  • Fattori genetici, come l’alopecia androgenetica, che colpisce soprattutto gli uomini.
  • Situazioni di stress, ansia o traumi emotivi.
  • Per le donne alcuni cambiamenti ormonali che possono verificarsi durante la gravidanza, l’allattamento o la menopausa.
  • Trattamenti estetici particolarmente aggressivi come tinte, permanenti, decolorazioni, pieghe o acconciature che tirano eccessivamente i capelli.
  • Patologie della pelle e del cuoio capelluto, come dermatite atopica, dermatite seborroica o alopecia.
  • Carenze nutrizionali di vitamine, ferro o altri sali minerali.

Sintomi da non sottovalutare

Diventa necessario intervenire nel caso si noti un diradamento graduale o una perdita a ciocche, un arretramento delle linea di attaccatura dei capelli o formazione di zone calve, irritazione o arrossamento del cuoio capelluto.

Anche capelli eccessivamente fragili, dall’aspetto debole e sottile e unghie deboli e fragili devono fare da campanelli d’allarme.

Rimedi naturali per avere i capelli al meglio

L’equiseto, noto anche come coda di cavallo, è una pianta utilizzata tradizionalmente per le sue proprietà medicinali, tra cui anche quella legata al benessere dei capelli, infatti è ricchissima di silicio, un minerale fondamentale per la salute di capelli, unghie e pelle.

Tra i cereali troviamo il miglio come potente alleato naturale per i capelli: è nota la sua capacità di stimolare la sintesi di cheratina, una sostanza alla base della struttura dei capelli, capace di rinforzarli.

L’olio essenziale di rosmarino è considerato benefico per la salute dei capelli, andando a promuoverne la crescita, migliorando la circolazione del cuoio capelluto e contribuendo a rinforzare la chioma. Si possono mescolare alcune gocce di olio essenziale di rosmarino con un olio vettore, come l’olio di cocco, e massaggiarlo delicatamente sul cuoio capelluto.

Vitamine del gruppo B, tra cui la biotina e l’acido folico, la vitamina C e la vitamina D sono importanti per la salute dei capelli, per cui in caso di carenze è necessario integrarle tramite un’alimentazione più attenta o tramite degli integratori specifici.

Anche amminoacidi come metionina, cisteina e taurina, minerali come ferro, magnesio, rame, selenio e zinco sono coinvolti nel benessere dei capelli.

Consigli utili

Nel caso di alopecia androgenetica gli unici farmaci ritenuti efficaci nel contrastarla sono il minoxidil e il finasteride. Se invece la caduta dipende da altri fattori può essere utile utilizzare fiale o gocce anticaduta per capelli, così come prevenirne la caduta con l’utilizzo di detergenti e shampoo delicati, che siano adatti al proprio tipo di capelli e cuoio capelluto.

Anche l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale: come abbiamo visto sono molte le sostanze che stanno alla base di una capigliatura sana; l’uso di integratori può aiutare. Limitare lo stress, i trattamenti troppo aggressivi verso i capelli e utilizzare solo prodotti dermatologicamente testati con ingredienti di qualità.

È comunque consigliato rivolgersi ad uno specialista per una valutazione accurata e per discutere le opzioni di trattamento più adatte al proprio caso specifico.

Come aiutare i figli ad addestrare un cucciolo, consigli utili

  • Dai rinforzi positivi all’importanza del dire di no: scoprite qui tanti esempi sul modo migliore per far addestrare il cucciolo di casa dai vostri figli.

Come potete aiutare i vostri figli ad addestrare correttamente il vostro cucciolo?

L’arrivo di un animale domestico rappresenta sempre un momento di estrema gioia, ma anche di cambiamento, per l’intera famiglia.
In questi casi, è bene aiutare sin da subito i vostri figli ad addestrare il nuovo cucciolo, in modo da generare un rapporto di fiducia e vicinanza reciproca.
Ma come fare? Ecco di seguito alcuni consigli utili.

Usare i rinforzi positivi

Soprattutto quando si parla di cuccioli, il modo migliore per addestrarli è sfruttare il sistema delle ricompense. Insegnate dunque ai vostri figli ad impartire all’animale un comando, anche molto semplice, come il classico “Seduto”. A esecuzione ultimata, ricordate al bimbo di somministrare al cucciolo uno snack, come ad esempio una manciata di crocchette per cani.
L’animale vedrà in tale rinforzo positivo la motivazione iniziale per adempiere all’ordine imposto.

Addestrare il cucciolo a rispondere al richiamo

Quando il cane diventa parte della famiglia, è necessario attribuirgli un nome. Dopo ciò, consigliate ai vostri figli di chiamare più volte l’animale, con voce fortee chiara.
Fateli proseguire in tal modo fin quando il cucciolo non avrà appreso che quello è il suo nominativo e si mostrerà reattivo ad esso.

Imitazione come regola base

Il modo migliore per aiutare i vostri figli ad addestrare correttamente un cane è senza dubbio dar loro il buon esempio.
Cercate dunque di mostrare nella pratica ai bambini i comandi base da impartire all’animale. In questo modo, capiranno meglio e direttamente cosa devono fare.

Attenzione alle passeggiate

Se i vostri figli non sono troppo piccoli, è possibile assegnar loro il compito di portare a spasso il cane.
Siate sempre con loro in momenti del genere, almeno all’inizio. Il cucciolo potrebbe infatti essere molto vivace in queste occasioni, mettendo a rischio l’incolumità sua e quella del bambino. La passeggiata si rivela però un altro ottimo modo per addestrare il cane. Aiutate i vostri figli a tenere saldamente il guinzaglio, indirizzando l’animale verso il percorso da seguire.

Insegnare al cucciolo a tornare dai padroni

Soprattutto durante le ore trascorse all’aria aperta, è piacevole lasciare libero il cucciolo per farlo correre tranquillo o per giocare insieme.
Prima di fare ciò, è tuttavia opportuno insegnargli a tornare dai padroni.
Fate a tal fine sedere i vostri figli lontano dal cane, e dite loro di chiamare l’animale. Quando quest’ultimo raggiunge i bambini, offritegli una ricompensa (vanno bene anche in questo caso delle crocchette per cani).
Ripetete poi la medesima operazione, ma aumentando ogni volta la distanza tra bambini e animale.

L’importanza del dire di no

Il cucciolo deve apprendere che non tutto è permesso. Fate di conseguenza capire ai vostri figli che, quando l’animale commette un errore, devono sgridarlo.
In che modo? Guardandolo negli occhi e intimando con tono serio e perentorio di non commettere più quella determinata azione.
Niente urla o percosse, che non servono a nulla ma anzi, incrinerebbero soltanto pericolosamente il rapporto tra il cucciolo e i bimbi di casa. 

Come organizzare una vacanza su un’isola per partire senza pensieri

Chi non sogna una vacanza in una delle bellissime isole che si trovano in Italia? Qui si possono trovare mare cristallino, spiagge paradisiache e tanto altro ancora. Per organizzare la propria vacanza nel migliore dei modi, ci sono diversi fattori da valutare. Innanzitutto, è fondamentale decidere quale isola si desidera visitare, perché ognuna ha qualcosa di unico da offrire, quindi è importante fare una ricerca approfondita per trovare quella che meglio si adatta alle proprie esigenze e preferenze. Alcune isole sono famose per le loro spiagge paradisiache, altre per la loro vita notturna vibrante, mentre altre ancora offrono una combinazione di entrambi. Una volta trovata la meta perfetta, non resta che organizzare il viaggio.

Fissare il budget per una vacanza su un’isola

Tra i fattori più importanti da considerare c’è il budget. Le vacanze sulle isole possono essere costose, quindi è importante pianificare quanto poter spendere in anticipo. Occorre tener conto dei costi del viaggio, dell’alloggio, del cibo e delle attività durante la permanenza. Inoltre, è consigliabile prenotare in anticipo per ottenere tariffe più convenienti, perciò la soluzione migliore è farlo comodamente da casa: acquista il tuo traghetto online scegliendo tra le migliori disponibilità e tariffe del momento e ottimizza la tua spesa. Considera anche la stagione in cui intendi viaggiare, poiché i prezzi possono variare a seconda del periodo dell’anno.

Valutare il clima dell’isola

È importante prendere in considerazione il clima e la stagione delle piogge sull’isola che si desidera visitare. Se si ha intenzione di trascorrere molto tempo sulla spiaggia, è bene assicurarsi di viaggiare durante la stagione secca per evitare brutte sorprese. Se la partenza è prevista per un periodo incerto, è preferibile informarsi sulle attività, i musei e i punti di interesse da poter visitare al chiuso, così da essere preparati per eventuali giornate piovose e azzerare la noia.

Preparare la valigia per una vacanza su un’isola

Fare le valigie per una vacanza sull’isola può sembrare una sfida, ma con un po’ di pianificazione e attenzione ai dettagli, sarà un gioco da ragazzi. Prima di tutto bisogna fare una lista di tutto ciò che è necessario portare con sé, tenendo conto del clima e delle attività che si ha intenzione di fare sull’isola. È importante, poi, portare abiti leggeri e comodi, come costumi da bagno, t-shirt, pantaloncini e sandali. 

Non va dimenticato di includere nella lista tutti gli accessori essenziali, come occhiali da sole, cappello, protezione solare e repellente per insetti. Questi saranno indispensabili per proteggerti dai raggi solari e dalle punture durante tutta la vacanza. Se si ha bisogno di farmaci o presidi medici, è bene assicurarsi di portarli con sé durante il viaggio.

Infine, occorre organizzare il bagaglio in modo efficiente, facendo uso di sacchetti o buste per separare gli indumenti e gli accessori. Potrebbe essere utile portare con sé un astuccio idrorepellente, in modo da portare gli effetti personali sempre con sé in spiaggia e durante attività e sport acquatici. 

Informarsi sulla guardia medica nell’isola

Per partire davvero senza pensieri, è bene informarsi sulla presenza o meno di ospedali, guardie mediche e farmacie, dove si trovano rispetto all’alloggio scelto e come sono collegati tramite mezzi pubblici. In questo modo si sarà pronti nel caso in cui si dovesse avere bisogno di un medico.

L’importanza della lettura per i bambini: ecco da dove iniziare

I bambini di oggi sono i lettori del futuro: abituare i propri figli alla lettura e al concetto di narrativa ha tantissimi vantaggi dal punto di vista della crescita e dello sviluppo. Naturalmente bisogna introdurre i propri piccoli alla lettura in modo graduale: vediamo, allora, alcuni consigli che potrebbero essere utili

Scriveva Umberto Eco che “la letteratura è un’immortalità all’indietro”. Leggere dei libri ci aiuta infatti a connetterci con storie anche lontanissime da noi e ampliare la nostra mente. Tuttavia l’abitudine alla lettura non è qualcosa di innato, ma dovrebbe essere trasmesso dai genitori, dalla scuola, dal contesto socio-culturale.

Questa è la ragione per cui non esiste un’età minima per iniziare a leggere, ma solo degli step da seguire per portare il proprio figlio, raggiunta una certa età, a sfogliare un libro in autonomia. Gli esperti segnalano che sono diversi i metodi per far avvicinare i bambini alla lettura: uno dei più efficaci è la lettura ad alta voce o l’uso di audiolibri.

Un bambino abituato da neonato ad ascoltare storie raccontate dai genitori capirà da subito, e senza imposizioni, qual è il valore della lettura: in altre parole, la risposta alla domanda “perché dovrei leggere?” sarà scontata.

I benefici della lettura nelle varie fasi di crescita

Secondo gli esperti, un bambino si approccia alla lettura in modo differente a seconda dell’età. Un neonato di pochi mesi, fino alla soglia dell’anno di vita, si farà ammaliare dal suono delle parole, cogliendone principalmente armonia e musicalità.

Dai due anni in poi, dopo aver superato la fase tattile, il piccolo inizierà ad associare le parole alla scrittura, collegando ciò che legge alla realtà che lo circonda. Dai tre anni in poi, il bambino comincerà ad avere coscienza delle sue emozioni e utilizzerà il mezzo letterario per esprimerle e comprenderle.

Questo lungo percorso preparatorio, che condurrà poi alla scuola primaria, darà i suoi frutti prima di quanto si possa credere. Abituare i bambini alla lettura permetterà infatti di migliorare da subito il rendimento scolastico, in quanto i propri figli avranno un vocabolario più ampio della media, maggiore elasticità mentale e un “allenamento” al mondo circostante.

Cosa fare e cosa non fare per avvicinare i bimbi alla lettura

Oltre alle buone pratiche, però, è necessario evitare alcuni comportamenti errati che potrebbero far passare il messaggio sbagliato sul tema della lettura. Fra questi, sicuramente, il non presentare la lettura come alternativa ad altri mezzi (TV, videogiochi, streaming). Altrettanto importante, non spazientirsi se i bambini hanno un calo d’attenzione, che è fisiologico. Inoltre è importante assecondare le richieste del piccolo, come ad esempio ascoltare più volte la stessa storia.

Com’è evidente, quindi, il mezzo orale aiuta i più piccoli ad amare e comprendere le parole di un libro. Le alternative sono molte, fra cui gli audiolibri per bambini. Molto utile in tal senso potrebbe essere La Fabbrica delle Storie, un prodotto di Lunii che aiuta i bambini a entrare in contatto con quelli che saranno i primi racconti della vita. Esplora il sito di Lunii per scoprire come funziona il raccontastorie.

L’importanza degli spuntini per i bambini: nutrizione e divertimento

Quando si tratta di nutrire i bambini, è fondamentale assicurarsi che seguano una dieta equilibrata e sana. Oltre ai pasti principali, gli spuntini sono ideali per fornire ai bambini i nutrienti necessari per la loro crescita e il loro benessere, dato che saziano la fame tra i pasti e offrono un’opportunità per introdurre cibi nutrienti e promuovere abitudini alimentari sane sin da giovani.

Le migliori scelte per uno spuntino Tutti sappiamo che frutta e verdura occupano un posto di rilievo nell’alimentazione dei bambini, e che devono essere consumate durante i pasti principali, nella merenda mattutina e in quella pomeridiana. La frutta è una fonte naturale di vitamine, minerali e fibre alimentari essenziali per il benessere dei bambini. Oltre a essere deliziosa, la frutta fresca, compresa quella esotica, offre una vasta gamma di gusti e colori, stimolando l’interesse dei bambini per il cibo sano. Parlando di frutta esotica: sapete, per esempio, come si mangia il mango? Questo frutto potrebbe essere un’ottima alternativa per variare l’alimentazione e sperimentare nuove ricette insieme ai più piccoli. Dalla preparazione di gelati, a quella di sorbetti, possiamo affermare che la frutta fresca è la scelta ideale per gustare deliziose ricette e rinfrescarci durante i giorni in cui le temperature raggiungono livelli troppo elevati.

Gli spuntini come occasione per introdurre nuovi sapori

Gli spuntini offrono un’opportunità per introdurre ai bambini una varietà di sapori e alimenti. Molti bambini possono essere un po’ restii ad assaggiare nuovi cibi durante i pasti principali, ma gli spuntini possono essere una tattica vincente per superare le resistenze. Proponendo spuntini che includono una varietà di frutta, verdura, latticini e cereali, si può incoraggiare l’esplorazione del gusto e aiutare i bambini a provare una dieta equilibrata e ricca di nutrienti.

I benefici degli spuntini per la salute 

I bambini hanno bisogno di energia per supportare la loro attività fisica e mentale durante la giornata, per questo gli spuntini possono fornire la carica necessaria per giocare, imparare e concentrarsi. Optando per spuntini che combinano proteine, carboidrati complessi e grassi salutari, si favorisce un rilascio di energia lento e costante, mantenendo i bambini attivi per più tempo. Durante la fase di crescita, infatti, hanno un fabbisogno nutrizionale maggiore rispetto agli adulti, e gli spuntini forniscono loro la possibilità di assumere nutrienti essenziali come proteine, carboidrati, vitamine e minerali che contribuiscono ad essa. Un altro aspetto importante riguarda l’aiuto che gli spuntini forniscono per prevenire la voracità nei pasti principali. Quando i bambini sono affamati potrebbero essere più inclini a scegliere opzioni alimentari meno salutari o a mangiare eccessivamente, invece grazie a spuntini equilibrati è possibile mantenere il senso di sazietà, evitando il sovraccarico calorico.

Gli spuntini svolgono un ruolo fondamentale nella dieta dei bambini. Sfruttando al meglio questa opportunità, è possibile fornire loro una varietà di nutrienti essenziali e renderli entusiasti del loro percorso alimentare. Quindi, la prossima volta che pensi a uno spuntino per tuo figlio, considera le opzioni che ti abbiamo proposto, in modo che il rifornimento di energia diventi un’occasione per scoprire nuovi gusti e alimenti.

Le emozioni associate alla donazione del sangue: un sondaggio di Serenis

Donare il sangue in Italia salva la vita di circa 630.000 persone all’anno, ma quali emozioni si provano durante questo gesto? Un sondaggio condotto da Serenis ha coinvolto più di 230 persone per indagare sugli impatti psicologici e le emozioni legate alla donazione.

Infatti, secondo Serenis e Fondazione Telethon, compiere un atto di altruismo giova non solo al prossimo, ma anche a se stessi. Spendere del tempo a beneficio di altre persone innalza il livello di felicità, attiva il sistema di ricompensa nel cervello e, se protratto nel tempo, riduce la mortalità controbilanciando gli eventi stressanti. 

I risultati emersi dallo studio di Serenis

Il sondaggio ha rivelato che il 59% dei partecipanti ha donato il sangue, con il 22,9% che lo fa per usufruire di analisi gratuite periodiche. Il 14,9% ha interrotto le donazioni a causa di malessere o requisiti specifici. D’altra parte, il 40,8% degli intervistati non ha mai donato il sangue, con il 14,4% che teme l’ago e il 5,1% che ritiene di non avere abbastanza informazioni.

Le emozioni associate alla donazione del sangue sono varie. Mentre il 17% dei donatori sperimenta ansia, timore, agitazione, paura e dolore, la maggioranza vive emozioni positive come altruismo, benessere, felicità, generosità, gratitudine, orgoglio e soddisfazione, soprattutto al termine del prelievo.

Secondo Martina Migliore, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale di Serenis ed esperta di Superhero Therapy, compiere atti di altruismo non solo beneficia gli altri, ma anche noi stessi. L’aiuto agli altri può derivare da motivazioni diverse, come la solidarietà, la compassione o la fede. Allo stesso tempo, può anche soddisfare bisogni personali come il desiderio di occupare il tempo, conoscere nuove persone o ridurre il senso di colpa. Infine, spiega: “Possiamo anche farlo per occupare il tempo, incontrare nuove persone, ridurre il senso di colpa o ricevere gratificazioni. Insomma, per premesse più “egoistiche”. Per esempio, una persona può scegliere di donare il sangue perché ritiene che sia un dovere, avendone la possibilità, ma forse nel suo processo decisionale influisce anche il vantaggio di controllarsi periodicamente, grazie alle analisi regolari e gratuite. Questo ovviamente non toglie il valore del gesto, né rende la persona meno “altruista”, anzi, sapere che fare del bene può giovare anche a noi stessi può essere un motivo ulteriore per impegnarsi nel volontariato o nella beneficenza”.